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Primissima (e brevissima) presa di contatto con il Quadro 3D, il nuovo tre ruote italiano che punta sulla leggerezza e su un sistema innovativo per gestire il basculamento.
NUOVA ERA Come scrissi in occasione del mio classico commento sull’Eicma, la nascita della Quadro Technologies è stata una delle liete novelle del salone. Si perché se l’MP3 è uno dei veicoli più rivoluzionari degli ultimi tempi (solo in Italia non lo abbiamo capito), c’era da stupirsi di come nessuno dei colossi produttori di moto avesse seguito l’esempio di Piaggio. Ci ha pensato invece una piccola azienda alle porte di Milano, la Marabese Design che da anni è coinvolta in progetti motociclistici per conto di quasi tutti i grandi marchi di moto del mondo e che dell’MP3 è l’originale ideatrice.
EVOLUZIONE Logico che adesso voglia evolvere il concetto con il Quadro 3D. Solo che anziché offrirlo a un Costruttore ha deciso di farlo in proprio. Marabese lo evolve, volendo risolvere il limite principale del sistema di “dilding” (basculamento) dell’MP3 che si basa su un quadrilatero deformabile composto da grossi e pesanti bracci in alluminio. Il sistema è sicuramente funzionale (lo abbiamo sperimentato più volte provando l'MP3 su strada) ma anche piuttosto pesante.
IDRAULICOLa chiave di tutto il sistema di "dilding" del Quadro sta invece in un sistema idraulico composto da due pistoni laterali che gestiscono il basculamento, e da un ammortizzatore centrale che ha la funzione di assorbire i colpi. Il tutto gestito da una valvola a tre vie che indirizza l’olio (ma per correttezza sarebbe meglio chiamarlo fluido idraulico) alla bisogna. In pratica il funzionamento è molto semplice: piegando a sinistra la ruota di sinistra comprime il suo pistone il quale spinge l’olio e che, per mezzo di una tubazione e passando per la valvola a tre vie, finisce nel pistone di destra, che nel frattempo (essendo “tirato” dalla rispettiva ruota) aspira nella sua camera il fluido.
LEGGEREZZA PRIMA DI TUTTO Sfruttando l’incomprimibilità del fluido, questo sistema è quindi del tutto paragonabile a un braccio meccanico, immediato e senza ritardi. Alla fine il tutto si compone di tre pistoni e una manciata di tubi idraulici. Il risultato è quindi un sistema efficace e leggero e anche tarabile a piacimento scegliendo ad hoc la viscosità dell'olio. Più viscosità (per chi non è avvezzo ai termini ingegneristici: usando un olio più “denso”) significa avere movimenti più controllati; meno viscosità (quindi olio più “fluido”) porta invece a più velocità.
OCCHIO AGLI SBALZI Effetti collaterali del sistema: una possibile sensibilità alle variazioni di temperatura, visto che sempre di olio si tratta e che quindi è soggetto a cambi di viscosità con il variare della temperatura. Il sistema è comunque geniale per come affronta il concetto del basculamento senza appesantire troppo il veicolo, gli uomini Quadro parlano di quasi 40 kg in meno rispetto a un MP3 e di un baricentro del veicolo decisamente più basso.
PRIMI GIRI La riprova l’ho avuta provando per qualche giro in un tracciato dell’area esterna del Bike Expo un prototipo di Quadro 3D non ancora definitivo ma già abbastanza a buon punto. Inevitabile il paragone con l’MP3, rispetto al quale il Quadro è sensibilmente più leggero (la differenza si avverte sia da fermo sia in movimento) oltre ad avere un motore piuttosto brillante pur non essendo ancora l’unità definitiva (quello montato sul prototipo in prova era un monocilindrico da 310 cc e non il 350 definitivo). Complice il peso ridotto rispetto al tre ruote Piaggio, la sensazione che se ne ricava è di uno scatto migliore e un temperamento generalmente più vivace. Inoltre i freni sono decisamente potenti, soprattutto se si utilizza il pedale (il Quadro è omologato triciclo come l'MP3 LT e pertanto è guidabile anche con patente B).
PRIME IMPRESSIONI Per quanto riguarda il sistema di basculamento le impressioni vanno un po’ calibrate anche in relazione al luogo in cui il Quadro è stato provato. Logico che sei giri in un pistino non siano sufficienti a vergare giudizi definitivi, ma quello che è emerso è che il comportamento del Quadro si distacca in modo piuttosto netto da quello del tre ruote Piaggio. Passare dal basculamento meccanico a quello idraulico comporta alcune differenze dinamiche.
MOVIMENTO MORBIDO Il Quadro offre naturalmente una grande sensazione di appoggio e sicurezza in curva, le due ruote anteriori in questo senso non si battono, e invita a osare in pieghe quasi impossibili (date un occhio ai video per rendervene conto); in più ha un comportamento più “morbido” rispetto all’MP3. Dove il tre ruote Piaggio tende un po’ a “cadere” in piega, il Quadro si appoggia con un maggior controllo dato proprio dal fatto che i pistoni idraulici ammortizzano naturalmente i movimenti dello scooter.
APPOGGIO CON CALMA Tale comportamento però distanzia un po’ il Quadro dalle reazioni tipicamente da scooter che invece sono proprie dell’MP3, perché l’azione sembra sempre un po’ rallentata, soprattutto nei cambi di direzione dove pare di percepire che l’olio necessita del suo tempo per scorrere dentro ai tubi e passare da una camera all’altra. Il Quadro (o meglio questo prototipo) chiede quindi di essere accompagnato un po’ con il corpo verso l’interno della curva e di anticipare un pelo la manovra di ingresso per non essere sottosterzante.
Probabilmente è anche questione di farci un attimo l’abitudine e magari di provare il veicolo su una normale strada e non in mezzo alle balle di paglia. Parlandone con gli uomini della Quadro è apparso chiaro che questa è stata una scelta di compromesso ottenuta con una viscosità dell’olio ben precisa per dare questa sensazione di “sostegno” (che, in effetti, è piuttosto rassicurante) e non avere un mezzo che cade in curva. Dopo quasi 30.000 km di collaudi con fluidi di qualsiasi viscosità, questa è risultata essere la soluzione di miglior compromesso, ma in ogni caso, un po’ di reattività in più non mi dispiacerebbe.
FEEDBACK Nulla di irrimediabile, questa prova con i tester di molte riviste è stata fatta non solo per darci l’opportunità di scrivere un breve articolo ma anche per avere parecchi feedback ed eventualmente aggiustare il tiro sulle tarature, cosa che in questo caso si ottiene rapidamente cambiando tipo di fluido idraulico. Allora, già che ci sono, mi permetto di dare un piccolo suggerimento.
PERCHÈ NON REGOLABILE? Non sarebbe male un sistema regolabile (2 posizioni) per poter avere due comportamenti del mezzo. Il principio sarebbe simile a quello dei registri idraulici degli ammortizzatori: chiudendo un po’ la valvola e diminuendo la sezione di passaggio si ottiene un mezzo più stabile e “frenato” nel basculamento, viceversa aprendola si aumenta la velocità di manovra. Una soluzione tecnicamente non impossibile (poi ovviamente va valutato il suo impatto sui costi di produzione e vendita) che permetterebbe anche di ovviare alle variazioni di viscosità del fluido in inverno e in estate. Intanto, il progetto va avanti spedito: da qui a metà 2011, data in cui il Quadro dovrebbe essere disponibile sul mercato, aspettiamoci altre evoluzioni. Noi lo seguiremo da vicino perché idee come queste rappresentano inevitabilmente il futuro della mobilità urbana.