Il nome allude ai ruggenti ‘70 londinesi, ma il nuovo ruota alta Piaggio si propone come uno scooter che guarda avanti. Collocato idealmente a metà strada tra la serie Liberty e Beverly, il Carnaby 200 vuole rappresentare una sintesi tra le caratteristiche di agilità e versatilità urbana del primo e quelle granturistiche e prestazionali del secondo.
COM'E' A ognuno il suo. Ora ci sono proprio tutti: con il Carnaby 200 la gamma degli scooter a ruota alta Piaggio, si arricchisce di un mezzo che copre un segmento molto importante, quello dell'SH e dello Sportcity per intenderci, un prodotto "di mezzo", ideale per quelli a cui va stretto il Liberty ma abbondante il Beverly. Il nuovo ruota alta è quindi il capostipite di una famiglia di due ruote che va ad aggiungersi agli altri prodotti Piaggio già in listino, senza sostituirne alcuno: ora c'è solo l'imbarazzo della scelta.
QUALCOSA DI FAMILIARE Il Carnaby 200 è armonioso ed equilibrato nelle sue linee morbide, anche se, tanto nelle volumetrie quanto nelle forme ricorda, altro di già visto "in casa" al Gruppo Piaggio. Non c'è una ricerca della novità estetica a tutti i costi, cosa che porta a volte a risultati non sempre felici, ma una realizzazione "pulita" ed elegante perché semplice. In quest'ottica, piace il doppio gruppo ottico anteriore sdoppiato, che snellisce lo scudo, in questo caso con originalità.
LINEE RASSICURANTI Visto di profilo il Carnaby 200 è uno scooter a ruota alta dall'estetica classica e dalle linee rassicuranti proprio perché familiari e ben bilanciato nei volumi tra l'avantreno ed il retrotreno. La porzione anteriore si distingue per la forma a "triplo becco": il primo è quello del profilato parafango, incastonato nel secondo dello scudo dalla linea sfuggente, sovrastato a sua volta dal terzo, in posizione aggettante come direbbero gli architetti, che racchiude il ponte di comando. La sezione posteriore mostra un unico sellone bicolore su due livelli, seguito da un piccolo portapacchi metallico che integra le maniglie del passeggero, che poggia su di una carenatura semplice e filante.
C'E' QUEL CHE SERVE Il cruscotto di buona lettura è chiaro e ben leggibile ma non particolarmente ricco né ricercato sotto il profilo estetico. L'unica concessione al digitale è per l'orologio, che sovrasta i due strumenti tondi, completamente analogici. I blocchetti elettrici sono "scooteristici" ma completi e funzionali, le leve al manubrio non sono regolabili.
QUANDO C'E' DA CARICARE A chi è abituato a trasportare carichi con lo scooter piacerà il fatto che il Carnaby 200 abbia la pedana assolutamente piatta. Per il resto, lo spazio a disposizione non è tantissimo, ma ricordiamoci che si parla di un ruota alta. Il retroscudo non ha cassetto, ma è possibile agganciarci la tasca Easy Bag optional, in tessuto sintetico. Il vano sottosella può accogliere un casco demi-jet e contiene due piccoli vani laterali per gli oggetti di uso comune come cellulare e giubbotto di emergenza, ma non è illuminato e non ha la presa di corrente. La coperta dedicata Easy Cover, optional anch'essa, migliora la fruibilità invernale del nuovo ruota alta Piaggio: indirizza verso le gambe l'aria calda del radiatore.
BIG FOOT La ciclistica del Carnaby è tradizionale: all'anteriore,forcella teleidraulica con steli da 35 mm e corsa di 104 mm e al retrotreno doppio ammortizzatore idraulico, regolabile nel precarico molla su 4 posizioni, con escursione ruota di 90 mm. Le ruote in lega a 5 razze sdoppiate, entrambe da 16", montano pneumatici Vee Rubber generosi, soprattutto al posteriore: le misure, 110/70 davanti e 130/70 dietro. Il disco freno anteriore e quello posteriore sono entrambi da 260 mm, "morsi" da pinze a 2 pistoncini.
MOTORE PULITO Il Carnaby 200 è equipaggiato con un monocilindrico a 4 tempi e 4 valvole Piaggio LEADER raffreddato a liquido, con catalizzatore a doppio stadio che gli assicura l'omologazione Euro 3. La potenza massima dichiarata è di 21 CV a 9.000 giri, la coppia di 21 Nm a 6250 giri. Nel comparto trasmissione troviamo la frizione centrifuga ed il variatore automatico CVT con asservitore di coppia.
COLORI PER TUTTI I GUSTI Il Carnaby si offre in una gamma di quattro colori, tre metallizzati e uno pastello: quest'ultimo, il giallo, è il più vivace, poi abbiamo il grigio, il nero grafite e l'azzurro. Il prezzo, di 3.250 euro (2.990 per il 125 in offerta lancio), in linea con la concorrenza, mentre il bauletto One Lock, in tinta, è acquistabile al prezzo di 100 euro e utilizza la stessa chiave di avviamento dello scooter.
COME VA Meglio se si è alti: la sella del Carnaby 200, con i suoi 790 mm dal terreno non è altissima ma, non essendo molto rastremata, rende difficile appoggiare bene i piedi sull'asfalto terra a chi è di statura medio-piccola. Il manubrio, ampio e alla giusta distanza, lascia il busto eretto favorendo una posizione naturale per chi guida, anche grazie all'ampia pedana che aiuta a trovare la miglior posizione per le gambe. Il retroscudo è ben distante e non interferisce con le ginocchia.
FACILE SUBITO Mossi i primi metri con il Carnaby 200 ci si rende subito conto che la guida non è un problema. Equilibrato ed intuitivo, il ruota alta Piaggio presenta reazioni progressive e mette subito a proprio agio anche chi ha poca esperienza. I 146 kg di peso dichiarato in movimento sembrano ancora di meno: la massa da "peso piuma" ed il bilanciamento della ciclistica permettono surplace alla Cipollini quasi da fermo tra le macchine.
SUL PIANO SI PENNELLA La ciclistica del Carnaby è rigorosa ed efficace quando l'asfalto è perfetto: si fanno delle belle pieghe senza ondeggiamenti, con una piacevole sensazione di appoggio e di controllo del mezzo e si può correggere la rotta senza problemi anche a traiettoria già impostata. Le cose cambiano dove buche e pavè la fanno da padrone. Le sospensioni rigide e quasi sportive, in particolar modo la forcella, fanno saltare il Carnaby anche sulle piccole asperità mettendo a repentaglio le otturazioni del pilota e rendendo difficile mantenere la linea impostata: "tenere aperto" in queste condizioni è roba da uomini veri.
PIEGHE DA CIRCUITO La notevole luce a terra del ruota alta della Piaggio permette di prodursi in pieghe interessanti senza che nulla strisci per terra.Alla guida si ha la sensazione che il Carnaby 200 sia più stabile che agile: non che sia un autotreno, ma le discese in piega e i cambi di direzione sono più progressivi che fulminei. Il comportamento è piacevolmente neutro e anche nelle svolte più lente lo sterzo non si fa mai pesante né tende a chiudersi: gran cosa per districarsi "a passo d'uomo" nel traffico urbano più congestionato.
MONOCILINDRICO CON BRIO Con i suoi 21 CV e 21 Nm 200 Leader è un gioiellino di regolarità e sostanza. Leggermente pigro nelle partenze, ma sottolineiamo che l'esemplare della prova era nuovissimo e con pochissimi chilometri di vita, si distende bene dimostrando molto vigore e una discreta verve nelle velocità intermedie, quelle più tipicamente urbane. Tra l'altro, le vibrazioni sono pressoché assenti. La frizione centrifuga è davvero pronta e assicura risposte immediate al gas, cosa che enfatizza le notevoli capacità di ripresa del motore, preziose nei sorpassi e quando c'è da tirarsi fuori d'impiccio. Il variatore automatico è efficace e discreto nell'intervento come un maggiordomo inglese. Giacché il test del Carnaby si è svolto totalmente in città, non abbiamo letto velocità da far venire i capelli bianchi, né tantomeno si è fatta sentire la mancanza del parabrezza.
TUTTO SEPARATO Il Carnaby non ha il sistema di frenata combinata, cosa che farà felici gli "amici dei cordoli", che preferiscono gestire separatamente il disco anteriore da quello posteriore e proprio quest'ultimo, ci è sembrato particolarmente in forma. Davvero pronto nella risposta, modulabile, con un piacevole tono della leva e anche fin troppo potente: comunque il bloccaggio arriva solo se espressamente richiesto dal pilota. Le prime frenate con l'anteriore, invece, sono state un po' lunghine e la leva si è dimostrata un filo gommosa. Ma, evidentemente, l'impianto era ancora da rodare perché ad ogni frenata le cose sono migliorate ed alla fine del test il disco anteriore non aveva più nulla da invidiare al gemello piazzato sulla ruota dietro.
YOU AND ME Il ruota alta Piaggio si prende cura del suo equipaggio senza fare preferenze. La posizione in sella è comoda per entrambi grazie alla corretta relazione sella-pedane e l'imbottitura generosa aiuta a non soffrire anche negli spostamenti più lunghi del percorso casa-supermercato. In più chi siede dietro dispone di due robuste maniglie, davvero utili quando chi guida si dimentica di avere il passeggero.