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Piaggio Beverly 125


Avatar Redazionale, il 05/06/02

22 anni fa - Piccolo cuore generoso

Comodità, eleganza e tanta praticità. Queste le caratteristiche salienti del Beverly 125 che, oltre a ricoprire il ruolo di commuting urbano, si destreggia bene anche su percorsi extra urbani.

COM’È A parte la cilindrata, adatta anche ai possessori di patente B, il Beverly 125 è la perfetta copia del duecento (del quale trovate la prova completa tra le correlate) con tutti i suoi pregi e senza dimenticarne i difetti. Dal fratellone, infatti, eredita il giusto mix di elegante e sportività che lo rende adatto ad entrambi i sessi, l’attenzione per il particolare (su cui la Piaggio punta per differenziarsi dalla "massa") ma, anche, le dimensioni non proprio contenute, il peso eccessivo (specie per un 125) e il fastidioso rumore da falciatrice del motorino di avviamento.

BEN CURATO

Le finiture sono impeccabili, tutto è al posto giusto e al Beverly cento25 non manca davvero nulla. La dotazione di serie è extralusso: doppio cavalletto, strumentazione completissima, con anche indicatore dei Km percorsi in riserva e il segnalatore di pericolo di ghiaccio a terra. Non manca anche la presa di corrente, la luce di cortesia nel vano sottosella (in grado di contenere due caschi Jet) e l’apertura elettrica della sella. Anche la lista degli accessori studiati per il Beverly è bella ricca. Non manca il parabrezza "aggiuntivo" (per una maggiore protezione nel periodo invernale), le borse laterali, il bauletto posteriore e l’antifurto elettronico. Insomma il Beverly di piccolo ha solo il cuore e… il prezzo i 3712 € sono infatti una cifra più che adeguata alla dotazione del veicolo.

COME VA

Sul 125 ritroviamo la sella deluxe della versione duecento, che si riconferma al top per comodità, spaziosità ed ergonomia. Anche l’impostazione di guida è identica, con il busto eretto, braccia piegate il giusto e con una buona libertà di movimento per le gambe. E non poteva esser diversamente, dato che la versione "minore" si differenzia solo per la motorizzazione più "urbana".

LEADER NEI CONSUMI

Sotto esame in questa prova è quindi il propulsore di 124cc della famiglia L.E.A.D.E.R., con distribuzione a quattro valvole in grado, a detta della Casa di Pontedera, di garantire una autonomia di oltre 300 Km con un pieno, che sentiamo di confermare.

PESANTINO

 Frizione e trasmissione sono perfette, lavorano in completa armonia tra loro, senza mai evidenziare slittamenti o momenti di "stanca". Per loro sfortuna, però, il lavoro è gravato dall’eccessivo peso del Beverly, dichiarato da Piaggio intorno ai 149 Kg a secco: un po’ tantini, specie con riferimento alla minore potenza del propulsore relegata negli 11 kW legali. Ma tant’è, se proprio non volete fare la patente A vi dovete accontentare.

SPINGE IN ALTO

Tutta questa "ciccia" grava in modo evidente sulle prestazioni dello scooter. Inoltre, la rapportatura piuttosto lunga del variatore, insieme alla predisposizione del monocilindrico a girare in alto, sono in netto contrasto con l’usuale utilizzo urbano che si fa di tali mezzi.
Allo scattar del verde, è facile trovarsi dietro ai più "deboli" (ma più rapidi a salire di giri) scooter da cinquanta cc. Per fortuna, una volta raggiunti i 40 km/h, il ruota alta Piaggio, inizia a navigare in acque a lui più familiari e a colmare il gap delle partenze da fermo distendendosi in allungo, non senza una certa grinta e salendo rapidamente di velocità. Una magra consolazione, però, perché in città, di semafori se ne contano a decine in pochi metri d’asfalto, pronti a smorzare qualsiasi tentativo di rivincita.

MEGLIO NEL WEEKEND

La propensione a girare in alto rende il Beverly 125 più sfruttabile su strade extraurbane, dove gli ampi spazi ed il minor numero di semafori, consentono di utilizzare al meglio l’allungo del propulsore. Che lanciato a briglia sciolta, fa sfoggio di prestazioni più che interessanti andando ad accarezzare i 115 Km/h di contaKm (non molto lontani dalla velocità reale).

STABILITÀ TOTALE

Fortunatamente il peso non influisce minimamente sulla guidabilità e maneggevolezza del "bello" di Pontedera. La ciclistica è la stessa del duecento, quindi perfetta. La forcella è tarata sul rigido (per un approccio sportivo delle strade urbane), affonda poco nelle frenate anche più "violente", ma riesce lo stesso a filtrare la maggior parte delle buche, conferendo ottima stabilità.

CURVE FACILI

Gli inserimenti in curva sono rapidi e precisi. Al loro interno mantiene bene la traiettoria scelta anche se, nelle inclinazioni più "ardite", richiede un maggior mestiere nel tenerlo giù. Su percorsi tortuosi, il Beverly 125 dimostra non solo ottima tenuta (grazie anche ai Pirelli GTS di serie), ma anche un’ottima agilità nello spostarsi tra una piega e l’altra, in modo veloce e stabile. I due ammortizzatori posteriori assorbono bene ogni tipo di asperità senza grossi problemi, sono ben frenati anch’essi e, concorrono in modo non superficiale a rendere stabile il Beverly nei curvoni veloci.

MODULAZIONE DI FRENATA

Andare forte piace a tutti, ma è anche importante il lato sicurezza. Sul Beverly il disco anteriore è piuttosto modulabile, la frenata è buona, anche se per ottenere una morsa decisa, bisogna tirare parecchio. Il disco posteriore, invece, è fin troppo forzuto. Dello stesso diametro dell’anteriore, tende facilmente al bloccaggio ma, una volta capito come funziona, diventa un buon "accompagnatore" nelle frenate (magari in "spazzolata", stile Valentino).

Pubblicato da Alfredo Verdicchio, 05/06/2002
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