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Non un mezzo alternativo e bislacco, ma un vero scooter. Con il Peugeot e-Vivacity un pieno di elettricità costa solo 25 centesimi e si viaggia in quattro modalità. Per un massimo di 60 chilometri...
e-VIVA e-VIVA Il casa-ufficio costa un quarto di un biglietto della metropolitana, nel tragitto si inquina poco o nulla, e niente rumori molesti. Con lo scooter elettrico si può. Scooter come il Peugeot e-Vivacity, variante a zero emissioni del già noto Vivacity, pronto a debuttare anche sul mercato nostrano. Dell’estetica cambia la livrea, lo spazio di carico è lo stesso, sottopelle è tutto un altro mondo. Ma il mondo è pronto per l’elettrico?
15 ANNI DOPO Auto o moto che sia, con l’elettrico, al momento, non sono tutte rose e fiori. I nuovi prodotti vanno a cozzare contro città prive di colonnine di ricarica, amministrazioni “sorde” alle loro esigenze (non solo in termini di incentivi economici, ma anche di agevolazioni nei parcheggi) e problemi nel produrre, a costi contenuti, batterie capaci di prestazioni gratificanti utenti. Tutto ciò riguarda anche lo scooter elettrico che, tuttavia, potrebbe aiutare a fare un primo passo di transizione, se ci si accontenta di usarlo in ambito urbano. Per questo Peugeot, 15 anni dopo lo Scoot’elec, con l'e-Vivacity è tornata a ragionare in kiloWatt.
IN NUMERI Dal nickel-cadmio si è passati agli ioni di litio e l’autonomia delle batterie è passata dai 40 km dello Scoot’elec a un massimo di 60 dichiarati oggi dall’e-Vivacity, che però scendono a 45 se lo si guida solo su strade urbane (dove notoriamente si consuma di più). Le batterie sono divise in due pacchetti, posizionate una sotto la sella, l’altra nel pianale. Il motore è di tipo brushless con raffreddamento ad aria, la trasmissione a rapporto fisso. Autonomia a parte, le prestazioni dell’elettrico del Leone fanno il paio con quelle di un cinquantino normale (velocità massima attorno ai 45 km/h, potenza di 4 cavalli circa), con una coppia che però tocca i 14 Nm.
CICLISTICA Da scooter rimangono anche i comfort, nonostante le modifiche progettuali imposte dall’elettrico. Come il gemello a scoppio, l’e-Vivacity può contare su una capacità di carico di 35 litri (sommati vano sottosella e vano-scudo anteriore) sulla pedana piatta per la borsa della spesa e su una presa da 12 V per caricare il telefonino. Ruote da 12”, sospensioni idrauliche, freno a disco da 200 mm all’anteriore e a tamburo al posteriore fanno invece il reparto-ciclistica.
UNO PER QUATTRO Poi vengono una serie di novità alle quali occorre abituarsi. Una è il cruscottino digitale retroilluminato, dove oltre a tachimetro e orologio figura un indicatore di carica che ricorda la pila di Volta. Le tacche gialle segnalano una ricarica inferiore al 30%, quella rossa – l’ultima – avvisa invece che è giunta ora di fare un pit-stop (in ogni caso l’autonomia rimanente è segnala anche in numero nella parte bassa dello schermo). Sul display si visualizzano anche tre spie della temperatura e le quattro icone corrispondenti alle quattro modalità di guida dell’e-Vivacity: normale, economica, passo d’uomo (col simbolo del pedone) e retromarcia.
25 CENT Dimenticato il benzinaio, ci si deve abituare anche alla gestione della ricarica: tempi, modi e costi. Quest’ultimi fanno venire l’acquolina in bocca se si pensa che una ricarica completa costa all’incirca 25 centesimi di euro e che, sulla carta, bastano 40 centesimi per percorrere 100 km. Dall’altro lato quasi tutte queste nuove proposte elettriche (compreso l’e-Vivacity) hanno il filo elettrico come unico appiglio per la ricarica (le batterie sono infatti troppo pesanti per essere rimosse e ricaricate in altra sede), così chi non dispone di un box rimane al palo e in attesa dell'arrivo delle famose colonnine questa è la principale discriminante per l'acquisto di un veicolo elettrico. Con l’e-Vivacity – venduto solamente nella versione con due caricabatteria- servono circa 5 ore per una ricarica completa delle batterie (l’80% si raggiunge in 3 ore).
COLORI E PREZZI Esiste in due varianti cromatiche: blu, per somigliare di più a uno scooter comune, bianca con cerchi azzurri per rimarcare la sua vocazione ecologica. Nel nome scritto sulla livrea compare una “e” circondata da raggi e una “Y” a forma di spinotto, ma per il resto conserva lo stesso design della versione a scoppio. Completamente diverso è invece il prezzo, che presumibilmente susciterà ancora qualche inibizione: 3.800 euro franco concessionario (senza alcun tipo di incentivi) non sono pochi, e la differenza di prezzo con un cinquantino a benzina è lunga da recuperare anche a fronte di un vantaggio nei costi di gestione.
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COME VA Se l’EC-03 suggeriva un parallelo con le bici elettriche, per l’e-Vivacity il parametro sono i cinquantini, per prestazioni e utilizzo. E’ uno scooter a tutti gli effetti: ha il sottosella, il vano-scudo e la pedana piatta; lo si può dunque utilizzare per andare a fare la spesa, in ufficio, e ci si sale anche in due. Finché il tutto comporta un chilometraggio superiore ai 45 km (l’autonomia minima dell’e-Vivacity), dal punto di vista pratico non cambia molto rispetto a uno scooter normale. Banale a dirsi, un po’ meno in concreto: tutto questo concorre infatti a familiarizzare più velocemente col mezzo.
SELECT MODE La soglia della sella è bassa (79 cm), il peso (115 chili) è solo di tre chili superiore a quello del Vivacity 125, la praticità d’utilizzo – fino al momento del rifornimento – è pari. Certo all’inizio vanno memorizzate un paio di istruzioni per l’uso. Girata la chiave nel blocchetto di accensione, per attivarlo bisogna tener premuto il tasto “mode” per un paio di secondi, prima che sul cruscotto compaia l’icona verde di uno scooter: con doppia freccia a sinistra si viaggia in modalità normale (fino a 45 km/h), con una sola a velocità ridotta (modalità economica); se invece la freccetta illuminata guarda a destra significa che abbiamo inserito la retro.
MEGLIO PIANO CHE A PIEDI Ormai di elettrici ne hgo provati un po' ma la prima accelerata ha sempre un effetto un po’ spiazzante: non tanto per la pronta risposta quanto per l’insolita assenza di rumore, fatta eccezione per un sibilo prolungato al quale, dopo un po’, ci si fa l’orecchio. A piena potenza si può contare su un discreto allungo tale da raggiungere piuttosto in fretta la velocità di punta nei tratti a strada libera, mentre nel traffico la spinta della coppia agevola i sorpassi e in questo caso va detto che l'e-Vivacity è decisamente più brillante di un cinquantino standard. Andare in modalità economica non permette, invece, di superare i 25 km all’ora, il che al di fuori dei centri urbani crea qualche incomodo. Tuttavia resta un’ancora di salvataggio preziosa, in caso di necessità, per prolungare l’autonomia e non rischiare di rimanere appiedati.
DOPPIO CLACSON Le altre due funzioni, la modalità “pedonale”, con la quale si procede letteralmente a passo d’uomo (7 km/h), e la retromarcia sono francamente un “dipiù”. La retro, in particolare, pur sapendo di averla non viene mai l’istinto di usarla. Per farsi sentire esistono poi due tipi di clacson: uno classico, l’altro da utilizzare nelle zone pedonali. Difficile accorgersi del secondo se non percepite gli ultrasuoni.
FRENI OK Detto delle dotazioni, anche dal punto di vista dinamico l’e-Vivacity si allinea a uno scooter tradizionale. L’impianto frenante è affidabile e ben calibrato sul mezzo, soprattutto il disco anteriore, che ha la giusta modulabilità pur non mancando di polso. Le sospensioni non sono altrettanto invece brillanti nel parare i contraccolpi delle strade a groviera, ma si comportano come è nella media dei cinquantini.
ALLA CASSA Tuttavia, se le prestazioni dell’elettrico possono soddisfare il potenziale acquirente di un cinquantino - a patto che ne faccia un utilizzo abbastanza mirato (al casa-ufficio o altre “missioni” a corto raggio) – si pongono comunque altre questioni collaterali che, ora come ora, potrebbero ostacolarne la diffusione. L’autonomia in sè non è un gran problema (mediamente chi si sposta in città percorre molto meno di 60 km al giorno), ma un grosso limite riguarda la ricarica: chi non dispone di un box di proprietà o di una presa alla quale allacciarsi comodamente, per ricaricare lo scooter elettrico è costretto a cercare fonti esterne che al momento mancano (ad esempio le famose colonnine per la ricarica veloce). Per non parlare, poi, di parcheggi dedicati, incentivi, dei quali dovrebbero farsi promotori i comuni. Tutti aspetti da considerare quando si tratta di staccare un assegno sensibilmente superiore a quello di un cinquantino tradizionale. A quel punto diventa una lotta tra il portafoglio e la propria coscienza ecologica.
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