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Prova

Ohvale GP-0


Avatar Redazionale, il 18/10/13

11 anni fa - Non chiamatela minimoto

Chiamatela come volete, ma non certo minimoto: la Ovhale GP-0 porta nel mondo delle due ruote il concetto di piccola-grande moto. Due versioni (110 o 160 cc), componentistica di buon livello e prezzi a partire da 3.680 euro

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NON CHIAMATELA MINIMOTO A vederla così, magari di sfuggita come a EICMA l’anno scorso, darle della minimoto qualsiasi è quasi automatico. Ma non fatelo: la Ohvale GP-0 è qualcosa di completamente nuovo nel panorama motociclistico, essendo la prima piccola-grande moto. Non ci credete? Telaio perimetrale, forcella upside down, pinze radiali monoblocco…Devo continuare?

PRIMA IL SOGNO…Ma da che cilindro salta fuori la Ohvale GP-0? Fattore interessante questo, perché è un progetto completamente italiano. Tutto nasce dal genio e dalla fantasia di Valerio Da Lio, bresciano, con esperienza pluriennale nel settore grafico di Aprilia. Sue, infatti, le carene della maggior parte delle moto sportive della Casa di Noale. Con lui, ci sono anche l’eterno giovane Claudio “Caio” Pellizzon, in veste di collaudatore, e l’ingegner Mariano Fioravanzo, anche lui ex-Aprilia.

…POI I FATTI Dall’unione di questi tre personaggi è nata la Ohvale GP-0, una moto diversa da quanto già presente sul mercato. Si rivolge infatti a tutti gli ex-smanettoni, quelli che fino a qualche tempo fa avevano voglia, tempo e soprattutto i soldi per permettersi la moto da pista ma che ora, per mancanza di uno di questi fattori, non possono più farlo. Dopotutto, con la Ohvale bastano 10 euro di benzina circa per girare 4 ore a cannone, si gira anche con il freddo e la moto si carica agilmente nel bagagliaio di una Fiat Punto. Ma non è tutto: la Ohvale si propone anche come nave scuola (soprattutto la versione a marce) per gli sbarbatelli o anche per chi è alle prime armi in pista ed è intimorito dalle strapotenze delle odierne 2 ruote. Una piccola-grande moto sportiva, anche perché alla Ohvale, di sportivo, non manca proprio nulla.

UN PO’ DI TECNICA Scendendo nei dettagli tecnici, la Ohvale GP-0 ha una meccanica da far invidia a molte moto odierne. Il telaio è un perimetrale a traliccio in acciaio realizzato ad hoc. Si sono studiati i baricentri, la posizione pignone, il tiro catena, l’avancorsa, la posizione del cannotto e l’offset delle piastre, tutto per arrivare a una distribuzione dei pesi ritenuta ottimale sulle sportive moderne, 53/47 rispettivamente tra anteriore e posteriore. Il forcellone posteriore è in lega di alluminio con bracci a sezione variabile. Anche nel comparto sospensioni non sono state fatte scelte in economia: la forcella è un upside down da 33 mm, mentre al retrotreno c’è un monoammortizzatore completamente regolabile. Da notare anche le piastre di sterzo ricavate dal pieno.

TO BE CONTINUED Si continua con l’impianto frenante, con singolo disco anteriore da 180 mm, pinza monoblocco radiale e pastiglie sinterizzate. Interessante anche la scelta delle ruote da 10”: con questa misura infatti, si può entrare praticamente in ogni pista, perché mentre per molte è il limite superiore per girare (per esempio, molti kartodromi), per quelle un po’ più ampie (come Castelleto di Branduzzo, nei dintorni di Pavia) è il limite inferiore. Insomma, con la Ohvale ci giri un po’ ovunque e senza troppi sbattimenti, anche perché un set di gomme (sviluppate su specifiche dell’azienda) alla fine viene a costare meno di 100 euro e, a detta loro, con la posteriore (uso estremo) ci percorri circa 10 ore, con quella davanti più o meno il doppio.

CUORI PULSANTI Passando ai motori, si può scegliere: per i neofiti e in generale chi è ancora in fase di crescita, c’è il monomarcia, 110 cc 4 tempi, 2 valvole monoalbero e 8 cavalli di potenza. Per chi invece desidera un po’ più brio c’è il quattro marce, 160 cc 4 tempi, sempre 2 valvole monoalbero e 16 cavalli di potenza massima. Da notare che entrambi sono motori giapponesi iper-collaudati, volendo intercambiabili (stessi supporti, stessa ciclistica e componentistica) e a prova di bomba: a detta dello stesso Valerio Da Lio, la manutenzione è esigua, inferiore a quella di un qualunque motore 2 tempi da utilizzo agonistico. Per fare un esempio, oltre a cambiare l’olio ogni 20 ore (15 se si è scrupolosi) non c’è molto altro da fare, se non tenerla in ordine con catena e controllo valvole. Per entrambe, infine, c’è uno scarico Arrow studiato ad hoc, che consente di rimanere entro i 92 dB. Entrambe, comunque, pesano 65 chili a secco.

BELLA DENTRO E FUORI Può sembrare scontato, ma essendo comunque un oggetto raffinato, anche l’estetica della Ohvale non è stata lasciata al caso. Ovviamente, qui il concetto di bello segue la funzione, ma bisogna ammettere che il risultato finale è proprio di buon gusto. Merito delle esperti mani di Valerio, che ha spremuto le proprie capacità al servizio di una moto che, dopotutto, deve piacere anche da ferma. Stupenda è anche la componentistica, come le pedane in alluminio fisse, o il forcellone; si percepisce la cura nella ricerca del dettaglio, proprio come su una costosa moto moderna.

QUANDO DOVE E COME Capitolo più difficile da digerire, il prezzo: 3.680 euro per la versione monomarcia, 3.980 euro quella a marce. Non poco, certo, ma considerato quello che offre di serie la Ohvale e quello che vi farà risparmiare, nemmeno poi troppo. Lunghissima anche la lista degli accessori, tra cui ci sentiamo di segnalare il carburatore Mikuni da 26, le termocoperte, particolari in carbonio ed ergal e via discorrendo. Per maggiori informazioni, comunque, potete visitare il sito ufficiale, mentre se farete tappa a EICMA, fate un salto al padiglione 18, stand D98: potrete incontrare direttamente Valerio e tutto lo staff di Ohvale.

In questo servizio:

Tuta: Gimoto

Guanti: Dainese

Stivali: Spyke

VEDI ANCHE

Casco: Nolan X-Lite X-802R

PICCOLA RACING A guardarle così, con le termocoperte, sui cavalletti, le Ohvale GP-0 fanno quasi sorridere, tutto sembra un po’ una caricatura. Ma ben presto il sorriso ironico passa: in sella si sta piuttosto bene, la triangolazione è praticamente identica a quella di una supersportiva vera. Certo, un pennellone come il sottoscritto difficilmente starà comodo come in poltrona (soprattutto a livello di gambe, un po’ troppo a ranocchio), ma per il resto sembra di essere su una sportiva; solamente un po’ più in basso.

SCOPPIETTANTE Il primo turno nella pista di Castelletto di Branduzzo mi tocca la Ohvale GP-0 monomarcia, quella più adatta ai neofiti. Il motore romba e scoppietta a mo’ di scooter preparato, e la spinta è quantomai simile. C’è poco da fare, 8 cavalli non permettono certo prestazioni al fulmicotone. Tuttavia, già durante il primo turno, non posso non notare quanto la Ohvale somigli, nella guida, a una moto fatta e finita: la posizione da mantenere in sella, l’avantreno granitico, la frenata, tutto ricorda una vera supersportiva. Il motore con così poca potenza, poi, obbliga a traiettorie praticamente perfette, pena il trovarsi piantati in uscita di curva.

BELLA DAVANTI In particolare mi piace come parla l’avantreno: sembra di avere in mano direttamente il mozzo ruota tanto è comunicativo. Ogni spostamento, qualunque seppur minimo input da parte del pilota ha un effetto sulla dinamica di guida, sempre intuitiva per il neofita, rigorosa quando chi guida ha più esperienza. Un applauso va ai freni: con la versione monomarcia non si usano spesso in una pista come Castelletto, ma quando serve sanno essere molto modulabili e con potenza in abbondanza.

BELLO MA VOGLIO DI PIÙ Finisce il turno previsto, rientro per il cambio moto. E non vedevo l’ora: bello curare le traiettorie, con il gas sempre aperto, ma francamente fuori dai tornanti in salita mi serve più motore. Detto fatto: la versione a marce ha esattamente il doppio dei cavalli, che sullo stesso peso (65 chili) vogliono dire tanto.

LET’S FUN! Ora sì che si ragiona: pastoso e regolare, aiutato anche dalle marce (su 4 totali, a Castelletto si usano la terza e la quarta) il motore è ben contento di frullare e tirarvi fuori dalle curve sempre allegro. E qui, se si esagera con il gas a metà curva, ci si può anche mettere la moto per cappello.

ORA SI GUIDA La moto va così bene ed è così intuitiva che il ritmo si alza giro dopo giro, curva dopo curva: ti ritrovi a spostare i limiti sempre più in là, a frenare un po’ più tardi, a dare gas un po’ prima. E con i colleghi è subito bagarre: fuori la chiappa, proprio come sulle moto sportive, ci si ritrova a battagliare con il coltello tra i denti. Dopotutto, quando il progetto è sano e le potenze modeste, ci si sente tutti un po’ come se fosse l’ultima di campionato. Manco fossimo piloti della superbike.

BELLA VERA Bella per davvero questa Ohvale. Ha tutti gli elementi per far divertire ma non solo: è professionale, economica e insegna tanto, tantissimo sulla guida in pista. Spostamenti del corpo, posizione in sella, gestione del gas, tutto è a misura di moto e di uomo, solo in scala ridotta. La vedo bene, anzi benissimo, come possibile alternativa alla solita kartata tra amici: quattro moto, una pista dietro casa (nell’hinterland milanese ce ne sono già parecchie papabili) e vai di gran premio! Cosa c’è di meglio per tornare bambini?

In questo servizio:

Tuta: Gimoto

Guanti: Dainese

Stivali: Spyke

Casco: Nolan X-Lite X-802R


Pubblicato da Alessandro Codognesi, 18/10/2013
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