Nella collezione 2012 di Mandello del Lario ci sono tre versioni della Moto Guzzi V7: Stone, Special e Racer. Hanno in comune un nuovo motore e ciascuna interpreta in modo diverso il tema della moto facile e versatile.
RICOMINCIO DA TRE Sull’onda di un successo che non accusa flessioni e che l’ha portata fino a ora a essere venduta in oltre 7.000 esemplari, per il 2012 la Moto Guzzi V7 ricomincia da tre. Tante sono infatti le versioni che compongono la gamma del nuovo model year e che la portano a puntare ancora più in alto, strizzando l’occhio a un pubblico più ampio e variegato che in passato, forte di numerose migliorie e di un motore praticamente nuovo di zecca.
UNA E TRINA La principale primizia di questa primavera è la Moto Guzzi V7 Stone, allestimento che fa del minimalismo e dell’essenzialità la sua filosofia. La sua livrea è semplice, con una veste all-black e una seconda con il serbatoio bianco. Proprio il serbatoio è una grossa novità per tutte le V7 2012, visto che è ora realizzato in metallo e vede la capacità salire a ben 22 litri, a vantaggio anche dell’autonomia, che sfiora i 500 km. Altri segni particolari della Stone sono i soffietti sugli steli della forcella e le ruote in lega, che, così come quelle a raggi delle due sorelle, garantiscono un risparmio di peso importante rispetto ai cerchi della V7 Classic uscente, pari a 1.440 g all’anteriore e a 860 g al posteriore. Le misure sono quelle di sempre, 18” davanti e 17” dietro, con pneumatici rispettivamente 100/90 e 130/80.
GUSTO CLASSICO La Moto Guzzi V7 Special resta invece più nel solco della tradizione di Mandello del Lario, con una raffinata verniciatura bicolore bianco-rossa o giallo-nera che certo piacerà agli appassionati più nostalgici. Quanto ad aspetto rétro è però difficile eguagliarela Moto Guzzi V7 Racer, una versione che i vertici della Casa pensavano inizialmente di tirare in soli 150 pezzi e che è invece già arrivata a dieci volte tanto. E’ lei quella che intona la voce più furi dal coro, con lo spettacolare serbatoio cromato, il telaio, il forcellone e i mozzi delle ruote verniciati di rosso, i mezzi manubri sportivi e le tabelle portanumero, che ne fanno una café racer in perfetto stile anni settanta, assieme agli scarichi rialzati e alla sella a una piazza e mezzo. A renderla un oggetto piacevole da rimirare contribuiscono anche la cinghia in pelle sopra il serbatoio e i molti dettagli in alluminio spazzolato, che fanno una gran scena e rendono notevole la qualità percepita. A livello di finiture, tutte le Moto Guzzi V7 fanno la loro onesta figura e sono pochi i dettagli che fanno storcere la bocca, come i blocchetti elettrici un po’ cheap.
DENOIMINATORE COMUNE A fare da denominatore comune a queste tre versioni della Moto Guzzi V7 2012 c’è il noto telaio a doppia culla in tubi d’acciaio, immutato nelle quote, con il cannotto di sterzo inclinato dunque di 27°5’. A quest’ultimo è fissata una forcella con steli da 40 mm rivista nella taratura, così come gli ammortizzatori posteriori, abbinati a molle progressive. Al loro posto, la sola Moto Guzzi V7 Racer sfoggia una coppia di Bitubo a gas, completamente regolabili, non solo nel precarico (come quelli della Stone e della Special, che possono comunque montare Bitubo come optional) ma anche nel freno idraulico, in compressione e in estensione. Entrambi i freni sono a disco singolo, da 320 mm quello anteriore e da 260 quello posteriore e l’impianto non può essere completato dall’Abs neppure a pagamento.
EVOLUZIONE DELLA SPECIE Il motore mantiene a sua volta la tipica architettura Moto Guzzi, con i due cilindri che disegnano una V di 90°, ma fermarsi alle apparenze sarebbe un errore clamoroso. A conti fatti cambia in oltre il 70% dei componenti e la meccanica merita pertanto un discorso tecnico un po’ più approfondito. Che ci siano novità importanti, a ben vedere, si può cogliere anche a prima vista, con una nuova alettatura dei cilindri più arrotondata, che garantisce un maggior raffreddamento ed è ben raccordata agli inediti coperchi delle valvole in alluminio. All’interno le teste sono piatte, con la camera di scoppio ricavata nel cielo dei nuovi pistoni, che fanno salire il rapporto di compressione di circa un punto, a 10,2:1. Gli ingegneri hanno lavorato molto sull’efficienza della combustione, adottando una candela di ultima generazione e piazzandola in posizione più centrale.
UNO PER TUTTI Sul fronte alimentazione spicca la scelta di un corpo farfallato singolo, a monte del lungo condotto a Y che porta poi l’aria ai due cilindri, dotati di un iniettore ciascuno. Sul lato dello scarico due sono anche le sonde lambda, che danno alla nuova centralina le informazioni necessarie a calibrare al meglio la miscela di aria e benzina. Al banco questo motore fa registrare una potenza massima di 50 cv tondi a 6.200 giri, mentre il picco di coppia di 60 Nm si ha a 2.800 giri. Questa potenza viene scaricata attraverso un cambio a cinque marce, ottimizzato per offrire innesti più dolci e silenziosi, mentre la trasmissione finale – e non potrebbe essere diversamente – è a cardano.
UN MENU’ RICCO Quanto poi ai prezzi della famiglia Moto Guzzi V7 2012 la versione d’accesso è la Stone, che viene 7.890 euro. La Special costa 500 euro in più, 8.390, mentre la componentistica di pregio fa lievitare il prezzo della Racer fino a 9.350 euro. Queste cifre posso però lievitare se ci fa tentare del lungo elenco degli accessori disponibili. In particolare la Special si presta a una trasformazione in chiave turistica, con borse, portapacchi, sella in gel e parabrezza, mentre per la Racer si segnala il kit Record, con cupolino a campana e codino dal taglio squadrato con sella monoposto.
IN QUESTO SERVIZIO
Casco X-Lite X-702 Hawk
Giacca Alpinestars Interceptor
Pantaloni Draggin Jeans
Guanti Alpinestars Arctic Drystar
Stivali Alpinestars Ridge Waterproof
IL PREGIUDIZIO Alla prova della Moto Guzzi V7 sono arrivato francamente piuttosto prevenuto. Vista così, sul cavalletto, la settemmezzo di Mandello sembra infatti piuttosto piccina e temevo che mi calzasse terribilmente stretta, alla luce del mio metro e ottanta abbondante e della mia novantina di chili. Invece non mi sono mai sentito come Yoghi sul triciclo di Bubu.
ONE SIZE FITSALL La sella a 805 mm da terra mette d'accordo un po' tutti. Da una parte permette agli spilungoni di non piegare troppo le ginocchia nella guida, neppure con la Racer, che pur ha le pedane sportive, rialzate e arretrate. Dall'altra assicura un solido appoggio a terra anche a chi è di zampa corta, dando una bella sicurezza ai neofiti (e volendo c’è tra gli accessori anche una sella ribassata a 785 mm). Il manubrio, dal canto suo, nel caso della Stone e della Special, si trova alla giusta distanza e, con la sua angolazione, offre facile controllo e buon comfort. Non va molto peggio con la Racer, che dà, sì, un minor braccio di leva ma non impone comunque sacrifici, visto che i suoi semimanubri non sono né particolarmente bassi né chiusi.
INIZIAMO BENE Quando ci si mette in strada, arrivano subito le prime note positive. Il cambio ha per esempio innesti dolci e silenziosi e fa buon gioco di squadra con la frizione, che ha l'unico torto di avere la leva non regolabile e un pelo lontana dalla manopola per dita femminili. L'asso di briscola la Molto Guzzi V7 lo cala però con la sua grande maneggevolezza. Complice un raggio di sterzata contenuto, si muove bene negli spazi stretti, mettendo a proprio agio anche chi alla moto dà ancora del lei.
LE SMILZE La manovrabilità rimane un cavallo di battaglia della Moto Guzzi V7 anche con il salire della velocità, grazie alla scelta di continuare a montare pneumatici di sezione ridotta, che non danno il massimo della tenuta nelle pieghe più accentuate ma rendono l'Aquilotta di Mandello rapida e docile. Certo non bisogna chiederle di tenere il passo delle naked più moderne e sportive ma se si evita di ingarellarsi e si viaggia del proprio passo ci si può divertire in tutta sicurezza, pennellando le traiettorie.
UN CUORE GENEROSO Il motore viaggia esattamente sulla stessa lunghezza d’onda. Si avvia dando uno scrollone come un cane uscito dall’acqua e gira poi tondo, con una voce molto urbana. La sua qualità migliore è senza dubbio la regolarità, che permette di viaggiare in quinta anche a 50 all’ora, senza che ci siano strappi fastidiosi. In pratica il V2 accetta che si spalanchi il gas già dai 1.500 giri, sfoggiando una notevole elasticità. Il meglio lo dà ai regimi intermedi, con una progressione che conferma l’andamento piatto della curva di coppia esibito nei grafici dai tecnici. Volendo, si può anche tirare il collo a qualche marcia e vedere la lancetta del contagiri superare il regime di potenza massima. Usare violenza a un motore pacifico non è però mai carino e in questo caso non dà nemmeno grandi frutti: man mano che ci si avvicina ai 6.000 giri il motore perde smalto ed è molto più logico cambiare qualche migliaio di giri prima, rientrando nella marcia superiore nella parte più favorevole della curva di erogazione.
FACTOTUM In definitiva la Moto Guzzi V7 2012 si conferma una piacevole factotum per chi cerca una moto leggera (179 kg in ordine di marcia), facilee poco impegnativa, nella guida così come dal punto dei costi di gestione. Cittadina modello, all’occorrenza può vestire anche i panni della giramondo, facendosi apprezzare soprattutto per i consumi contenuti (in Guzzi si parla di medie addirittura di 23 km/litro). Viaggiando alle velocità limite autostradali c’è qualche vibrazione ma la loro frequenza non sembra fastidiosa e riducendo di poco l’andatura la loro entità cala di molto.