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Ducati Monster 1100 EVO


Avatar Redazionale, il 07/04/11

13 anni fa - In sella alla Ducati Monster 1100 evo

La Ducati Monster 1100 evo è l’ennesima evoluzione di un progetto che continua a piacere. Evoluta nel motore nell’elettronica e nel comfort è più comoda da un lato, più sportiva dall’altro resta sempre una Monster nell'anima.

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EVOLUZIONE DARWINIANA L’evoluzione della specie sembra non avere mai fine. I mostri delle Ducati piacciono sempre un sacco e la Casa di Borgo Panigale si impegna a mantenere sempre alta l’attenzione sulla sua naked di riferimento. Ecco perché continua a lavorare sulla gamma aggiornandola anno dopo anno. In effetti non passa salone in cui non ci sia una nuova versione di Monster. La 1100 evo non è che l'ennesimo capitolo di una saga iniziata nel 1993 e che conta quasi 250.000 "copie" vendute.

UN DIAVEL DI SCARICO Non c'è lo stravolgimento che c'è stato quando è arrivata la 696, ma la Ducati Monster 1100 evo presenta comunque parecchie novità e anche un nuovo look che, sinceramente, le dona molto. La prima cosa che si nota è il nuovo scarico: la Monster 1100 Evo abbandona il doppio silenziatore sottosella per adottarne uno, nuovo, sovrapposto sul lato destro. Uno scarico che fa molto… Diavel e snellisce ulteriormente la linea regalando al codino (anche lui ridisegnato) uno slancio che non ha mai avuto. Altra novità estetica è l’arrivo di pedane sdoppiate per pilota e passeggero, queste ultime fissate al telaietto e asportabili per un eventuale utilizzo monoposto.

QUOTA 100 Ma non è tutto, perchè il motore si è evoluto grazie all’arrivo dell’ultima evoluzione del Desmodue già utilizzata sulla Hypermotard evo. Il lavoro di affinamento ha toccato un po’ tutto il motore, ora i carter sono realizzati con il sistema Vacural come per le superbike della Casa, inoltre arriva una nuova frizione in bagno d’olio dotata di antisaltellamento di cui è stata particolarmente studiata la morbidezza alla trazione.

CAMBIA DENTRO Anche la termodinamica si evolve, perché aumentano le alzate delle valvole, la compressione (ora 11,3:1), cambia la conformazione dei condotti di aspirazione e scarico e migliora la circolazione dell’olio attorno alla camera di combustione e di conseguenza il raffreddamento del motore. In questo modo la Monster Evo può togliersi la soddisfazione di stabilire un piccolo primato: è la prima Ducati di serie con motore ad aria a toccare quota 100 cavalli tondi, erogati a 7.500 giri con una coppia di 105 Nm a soli 5.750 giri. Inoltre l’altra soddisfazione per i tecnici Ducati è quella di essere riusciti ad allungare gli intervalli di manutenzione fino a 12.000 km.

CONTROLLO DI TRAZIONE Inoltre, sulla Monster 1100 Evo arriva anche una dotazione elettronica più ricca che in precedenza. Per la prima volta, infatti, arriva il controllo di trazione DTC, come quello utilizzato sulle sportive e sulla Multistrada, ma qui regolabile su 4 livelli anziché 8 e c’è anche l’ABS di ultima generazione realizzato con Brembo e Bosch. Nonostante l’ABS (offerto di serie con il DTC in un pacchetto che Ducati ha battezzato “safety pack”), il peso si ferma comunque a 169 kg, uguale a quello della precedente 1100, merito dell’alleggerimento di alcune componenti come ad esempio i carter motore.

IL MANUBRIO SALE A parte il codino, anche qualche altro componente è stato ridisegnato sulla nuova Monster Evo che in un sol colpo rimpiazza le due Monster 1100 precedenti (normale ed S). Ad esempio i riser che serrano il manubrio che si rialzano di 20 mm (come sulla 796) per offrire una guida più confortevole e anche la sella che mantiene l’altezza della precedente (810 mm) ma è stata rialzata nella parte anteriore per migliorare il raccordo con il serbatoio. Forse servirebbe ancora qualche millimetro in più per poter dire che la Monster è comoda, ma con un manubrio più alto probabilmente non sarebbe nemmeno una Monster. Prezzo? 11.690 € chiavi in mano.

IN QUESTO SERVIZIO
Casco: Arai RX7-XX Haga
Giacca: Alpinestars SM-X
Pantaloni: Alpinestars Helix Denim
Gianti: Alpinestars SM-X2

COME VA Li ho contati; ormai sono al mio diciottesimo articolo su una Monster. Da quando è arrivata nel 1993 le ho praticamente provate tutte, solo che mentre io in questi anni diventavo sempre più vecchio lei evoluzione dopo evoluzione, lifting dopo lifting ha saputo restare sempre giovane.

UNICA NEL SUO GENERE Una volta era l’unica naked realmente sportiva, ora che gli altri hanno alzato parecchio il tiro, la Monster va per la sua strada. Ormai si può definire senza dubbio un classico e la 1100 Evo mantiene intatti tutti i cromosomi della prima versione, solo rivisti in una salsa più moderna.

PIÙ ALTI MA NON TROPPO Basta salirci per capirlo: apprezzabile l’impegno dei progettisti per rialzare leggermente la posizione di guida. Venti millimetri non fanno il miracolo, la Monster Evo non è diventata una naked turistica perché, alla fine, si resta ancora con il busto piuttosto proteso in avanti, allungati a impugnare un manubrio abbastanza largo. "Comoda" è dunque una parola che resta piuttosto lontana quando devi descrivere la posizione di guida della Monster, ma almeno la 1100 Ducati è meno spaccabraccia di prima.

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BRACCIA CARICHEInsomma si guida più rialzati di prima, ma si sta più giù di quanto forse si potrebbe desiderare al giorno d’oggi. Oltretutto sulla Evo la sella è stata alzata ulteriormente nella zona anteriore (già nella 1100 precedente si era rialzata un pochino) con il risultato che si finisce per caricare il peso su braccia e polsi che pur meno stressati di prima restano sempre una zona delicata se si guida la Monster per molti chilometri.

DURA DAVANTI La filosofia costruttiva di Ducati vuole che le moto debbano essere molto reattive e parecchio sostenute di sospensioni. Questo però fa sì che ci voglia sempre qualche chilometro di assuefazione per capire bene come lavora l’avantreno. Devo ammettere che con la nuova forcella Marzocchi di passi avanti ce ne sono stati, l’unità italiana scorre meglio di quanto non facesse la Showa, tuttavia restano sempre quella rigidità intrinseca e quell’assetto piuttosto puntato sul davanti che rendono sì la moto reattiva ma anche poco propensa a copiare le asperità dell’asfalto e a trasmettere fiducia al pilota su ciò che succede sotto la ruota anteriore.

BELLA SE SI SPINGE In Ducati, è innegabile, amano la sportività pura e amano le moto reattive, per questo utilizzano misure piuttosto radicali. Un assetto del genere porta ad avere tanta velocità ma anche reazioni piuttosto spigolose; facile intuire quindi come la Ducati Monster 1100 evo  possa diventare gratificante quando si alza parecchio il ritmo e si guida la moto con piglio deciso. Ma siccome non si guida sempre come se si fosse al TT io preferirei avere una moto un po’ meno puntata e con un comportamento più rotondo e rassicurante.

PIÙ APERTA È MEGLIO È Però bastato aprire liberare registri idraulici della forcella per migliorare sensibilmente il carattere della moto. Più libera di scorrere, di comprimersi ed estendersi nelle varie fasi della guida, e soprattutto con una miglior capacità di assorbire i colpi, la forcella ha migliorato il suo comportamento e la Monster 1100 Evo è diventata subito più sincera, più svelta, rassicurante e anche confortevole. Una regolazione che vi consiglio di provare per avere una Monster decisamente più intuitiva da guidare.

MANGIACURVE Le fantastiche strade che circondano l’Etna sono il banco prova perfetto per far emergere le doti ciclistiche della Monster 1100 Evo, che mette leggerezza e agilità davanti a tutto. Il peso realmente ridotto (meno di 170 kg per un 1100 è roba da record), ottimi freni (l’attacco non è molto aggressivo ma la potenza è più che adeguata e l’ABS a me è piaciuto) e una ciclistica agile in termini assoluti rendono la bicilindrica di Borgo Panigale un vero furetto tra le curve.

POCO SFORZO Con lei si gioca, letteralmente. Lo sforzo fisico per condurla è minimo, e più il percorso si avvita su sé stesso, più i rettilinei tra una curva e l’altra si accorciano, più la sua reattività emerge prepotente.Meglio ancora se c’è un asfalto levigato dove la 1100 Ducati sa scorrere al meglio sfoggiando angoli di piega che quasi nessuna altra naked riesce ad avvicinare. In queste circostanze la Monster 1100 Evo può diventare un brutto cliente per tutti.

SPIGOLATURE Numeri a parte, devo dire che è piuttosto difficile percepire molte differenze tra il nuovo Desmodue a 100 cv e quello precedente da 95. Un paio di differenze sostanziali però ci sono: la prima è la presenza del doppio scarico sovrapposto che, oltre ad offrire un colpo d’occhio di ben altro livello rispetto ai due tromboni rialzati, offre un sound che assomiglia in piccolo a quello rabbioso della Diavel. A mio parere decisamente più gratificante di quello della 1100 in listino fino ad oggi. La seconda differenza riguarda la nuova frizione in bagno d’olio effettivamente parecchio più morbida da utilizzare e con un antisaltellamento piuttosto efficace.

FORTE AI MEDI Di fatto però il carattere del pompone Ducati è rimasto più o meno invariato, la sensazione è quella di un’erogazione appena più “sporca” ai regimi più bassi (sotto i 3.000 per intenderci, che da sempre è la soglia in cui questo motore inizia a spingere) ma un pelo più convinta agli alti regimi, quando il nuovo bicilindrico sembra arrivare con più grinta in zona limitatore. Lo spettro di utilizzo utile resta quindi sempre lo stesso: 3.000-7.000 dove il Desmodue dà il meglio di sé e il pilota gode di una spinta convinta e la risposta all’acceleratore è diretta e vivace. Per avere il meglio dalla Monster 1100 Evo è quindi sempre opportuno restare all’interno di questo range, che significa a volte usare il cambio (preciso rapido ma non morbidissimo) più spesso di quel che ci si aspetta di fare con un motore bicilindrico.

POTENZA GIUSTA QUANDO SERVE A me comunque il due valvole piace sempre molto, è un ottimo motore stradale che ti serve la sua potenza la dove serve e non a regimi siderali spesso irraggiungibili su una strada aperta al traffico. La potenza è quella giusta per divertirsi e questo è un motore che per certi versi inganna, perché “pompa” in modo apparentemente tranquillo, ma la Monster appartiene a quella schiera di moto che con pochi giri fanno tanta strada. Un occhio al tachimetro (le cifre sono un po’ piccoline) è sufficiente per confermare la tesi.

DTC PROMOSSO Positivo il giudizio sul DTC che sulle ruvide strade dell’Etna è stato chiamato poco in causa, almeno nel livello 2 che abbiamo utilizzato in partenza. Scegliendo il livello 4 la spia sul cruscotto si accendeva più spesso ma senza mai arrivare all’intervento violento (a meno di casi davvero particolari come tombini o altro) o fastidioso. Un buon compagno di viaggio che, come l’ABS ci accompagna sempre senza farsi notare, se non quando serve davvero.


Pubblicato da Stefano Cordara, 07/04/2011
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