Grande, comodo, spazioso e facile da guidare: è la ricetta per il maxi scooter perfetto. MBK l'ha seguita alla lettera con il nuovo Skyliner. Ricorda qualcosa? Forse il maxi più venduto di Yamaha, padroni di casa di MBK, che per la seconda release del Majesty hanno deciso di prepararne anche una versione marchiata con il logo MBK. Niente di improvvisato, dunque, ma il perfezionamento di un prodotto di successo. In vendita da gennaio, il prezzo è top secret.
COM’È MBK vuole mantenere la propria identità, ma per lo Skyliner 250 il legame ai cugini Yamaha e al Majesty è d’obbligo ed è un importante biglietto da visita. Il nuovo Majesty-Skyliner 250 è un bello scooterone elegante e massiccio, con un frontale importante come quello di una piccola auto qual'è lo Skyliner, disponibile soltanto in argento e nero metallizzati. Uno scudo ampio, fatto per proteggere al meglio il pilota da freddo e acqua, aiutato nel compito anche da un parabrezzino alto. Il frontale è massiccio ma puntuto, con un bel faro sdoppiato, aggressivo e moderno, carenato da un vetro unico. La coda è tutta nuova, con una ciambella di luci che avvolge tutto il profilo come la gomma di un autoscontro. Scudone a punta da Majesty e coda affilata da Skyliner: così tutti in famiglia sono contenti.
SELLA BIPOSTO La sella è a due piazze, come su tutti gli scooteroni. Pilota e passeggero sono su due livelli, così anche il trasportato si gode il paesaggio e tiene d'occhio il traffico. Grande per tre, la sellona si adatta a tutte le taglie grazie a un sistema di scorrimento che permette di far scivolare longitudinalmente per 5 centimetri il posto anteriore per regolare al millimetro la posizione delle gambe e la distanza dal manubrio. Il sistema è facile, ma richiede una chiave con cui allentare le quattro brugole che fissano il sedile. La sella si apre direttamente senza dover sfilare la chiave dal blocchetto di accensione.
SPAZIO PER TUTTO La conquista dello spazio è una delle gare più avvincenti nel mondo dei maxiscooter. Le rivali iniziano a essere le auto, più che i concorrenti diretti. Per lo Skyliner la disponibilità di spazio per oggetti vari è di 66 litri, record della categoria.Davanti alle ginocchia si hanno a disposizione un piccolo cassetto in cui riporre le chiavi casa, il portafogli, la ricevuta dell'autostrada (una molletta per trattenerlo sarebbe stata opportuna) o il telefono cellulare, e un vano più grande chiuso a chiave, in cui mettere anche l'agenda Filofax o la tuta antipioggia. Quello che sembra un ulteriore cassettino sul tunnel centrale è invece lo sportellino del carburante, per riempire il serbatoio da 12 litri posto sotto la pedana, così il baricentro rimane bello basso. La vera sorpresa sta sotto la sella, che si solleva dolcemente lasciando accesso a un vano capace di 54 litri. Uno spazio anomalo, fatto di una caverna apparentemente senza fondo scavata proprio sotto il posto del passeggero e di un'altra conca ricavata nell'estremità anteriore. Quanto basta per contenere due caschi integrali o una bella spesa al supermercato.
QUALITA’ Lo Skyliner è davvero ben fatto. Le plastiche appagano occhio e tatto, la verniciatura è automobilistica, i dettagli sono curati. Tutto ciò che si tocca sembra destinato a durare nel tempo, a garantire lo stesso funzionamento impeccabile per anni. Per qualche dettaglio si sarebbe potuta trovare una soluzione più elegante, come per le due brugole a vista che trattengono la parte nera dello scudo sopra il faro.
COME VA Grande e regolabile, comoda per tutti, la sella è imbottita al punto giusto. Si può guidare semisdraiati, con le gambe tese in avanti e i piedi appoggiati quasi in verticale con pedane ben sagomate su cui puntare bene i tacchi. Si può anche guidare seduti come su una moto vera e soltanto se si tengono i piedi indietro le ginocchia stanno un po' alte. La schiena si appoggia allo schienalino e si stanca poco anche dopo ore in sella. Il manubrione a V si impugna sempre bene, con il giusto angolo per i polsi e le braccia.
Il passeggero ha una posizione comoda, con una sella non troppo imbottita né troppo alta rispetto al pilota e una posizione delle gambe naturale, con i piedi appoggiati su pedane ben dimensionate.
AUTO A DUE RUOTE Due belle ruote da 12 pollici (anche se c'è chi fa meglio con cerchi da 13 pollici), più grandi di quelli delle prime Mini. Anche la strumentazione è paragonabile a quella di un'auto moderna, con tachimetro, indicatori temperatura acqua e carburante, orologio digitale. È retroilluminata e si legge bene in ogni condizione. E anche il comfort è automobilistico.
UN SOFFIO All'avviamento, il motore a quattro tempi da 21 Cv (15,5 kW) risponde con un soffio, un rumore garbato accompagnato da poche e non fastidiose vibrazioni. È il primo approccio a cui seguono sensazioni morbide, ovattate. Aprendo il gas lo Skyliner si muove veloce ma senza strappi, con una progressione continua e costante. Anche le sospensioni offrono un comfort da berlina di rango, filtrando bene tutte le irregolarità della strada.
POCO PROTETTI Un insieme di buone qualità che consentono di stare in sella per ore senza accusare stanchezza. La protezione all’aria non è eccezionale, ma è comunque di buon livello. La bocchettina di ventilazione inserita nel parabrezza va chiusa probabilmente soltanto se piove: tenendola aperta, diminuisce la turbolenza sul casco e si viaggia più comodi. Le mani sono quasi scoperte e fa piacere sapere che tra gli optional c’è un parabrezzino più alto e più largo che copre anche il manubrio con due baffetti laterali.
FACILE FACILE Ad aumentare ulteriormente il piacere di stare in sella, contribuisce anche la facilità di guida. Il bilanciamento dei pesi è ottimo e lo Skyliner sembra più leggero di quanto sia in realtà, cioè 156 chilogrammi. Maneggevole malgrado gli ingombri (214x78cm) e la stazza, si lascia manovrare bene anche in spazi stretti, grazie anche al buon angolo di sterzo. In velocità, è sempre intuitivo nella guida: si pensa dove si vogliono mettere le ruote e lo Skyliner esegue.
ANCHE PER PRINCIPIANTIFacile anche se si sbaglia a impostare la curva: piegando di più o frenando si recupera facilmente la traiettoria ideale. La tendenza, quando si va veloci, è quella di allargare la curva, ma è un effetto che si dosa senza fatica con gas e piega. Malgrado la sospensione posteriore non adotti uno schema modernissimo, con il doppio ammortizzatore regolabile nel precarico della molla, il comportamento del posteriore non desta mai problemi anche se, messo al limite su un terreno difficile, talvolta perde un poco il controllo. Così come i freni: due dischi che richiedono uno sforzo potente delle mani per azionarli a dovere e che, non potentissimi, tendono a bloccarsi nelle frenate al limite. Non un attrezzo sportivo, ma un’auto a due ruote con cui viaggiare comodi e veloci in tutta sicurezza.