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Prova su strada

MBK Mach-G 50


Avatar Redazionale, il 21/02/02

22 anni fa - Il punto G

Quale sarà il "punto G" di uno scooterino? Forse il musetto ammiccante, forse il codino aggressivo. Il Mach-G in ogni caso è messo bene. Arriva per risvegliare nel pubblico più giovane la voglia di due ruote a motore. È dinamico, svelto, sportivo senza sconfinare nel racing. Motore adeguato, prestazioni ok e dotazione completa.

COM’E

Tutto iniziò quando gli innocenti Qui, Quo e Qua presero il vizio di scorrazzare per Paperopoli sui loro monopattini. Ora il fenomeno monopattino dilaga. E in un futuro molto prossimo potremmo ritrovarci in una metropoli da incubo: interminabili file di questi aggeggi parcheggiati davanti alle scuole, ingorghi di skate board al semaforo, indisciplinati rolleristi pronti a saltare da un marciapiede all’altro. I teen ager danno fuori di matto per la mobilità su cuscinetti a sfera e il caro vecchio "motorino", celebrato da Nino D’Angelo nell’omonimo cult movie, sembra ormai destinato al dimenticatoio. Sicuri? Noi non ne siamo troppo convinti. E nemmeno MBK, la mamma del leggendario Booster. La Casa francese crede ancora nei cinquantini, anzi, addirittura rilancia con il nuovo Mach-G.

SPORTIVO CON GUSTO

E’ lui l’alternativa al monopattino. Più comodo e veloce di qualsiasi mezzo a propulsione umana, arriva a dar manforte allo zio Booster. La missione è sempre la stessa, spostare orde di pischelli nel tradizionale percorso casa-scuola-campo da basket… L’aspetto è sveglio e dinamico, sportivo senza sconfinare nel racing. Niente colorazioni da GP, niente grafiche da pugno nell’occhio. E così potrebbe succedere che papà sottragga il Mach-G parcheggiato nel box, senza per questo doversene vergognare. Insomma, niente di rivoluzionario: la coda filante e il musetto aggressivo fanno del Mach-G un mezzo simpatico, senza gli eccessi da shock a prima vista. A non convincere è solo il parafango anteriore, un po’ troppo voluminoso.

CATALIZZATO

Il motore è un moderno due tempi, ovviamente catalizzato, privo di diavolerie da pista o di scarichi race replica. È raffreddato ad aria, per evitare complicazioni, ma allo stesso tempo è dotato di tutto punto: starter automatico, avviamento elettrico, miscelatore separato, trasmissione automatica. Stessa filosofia per sospensioni e freni: una forcella che fa il suo dovere, un bel monoammortizzatore, un freno a disco davanti, un tamburo dietro. E due ruote da 12", né piccine né troppo grandi. Il telaio è in tubi di acciaio, ben nascosto dalle plastiche della carrozzeria.

C’È TUTTO

Niente male la dotazione di accessori: il vano sottosella è ampio, il comando di apertura è integrato con quello del blocchetto di accensione. Una bella comodità. Una lode alla strumentazione: grande e chiaro il tachimetro con la sua lancetta precisa, mentre tutto il resto è affidato ai cristalli liquidi, come sulle supersportive: orologio, livello benzina, contakm totale e parziale. Ci sembra non manchi davvero nulla. Le spie sono grandi, ma nelle giornate di sole accecante non sono proprio visibilissime. Alla fine manca solo un vano dietro lo scudo, per i piccoli oggetti, ma non ci sembra un dramma. Il Mach-G 50 guarda e propone una sella comoda per due, con tanto di pedane retrattili per il passeggero. In attesa che la legge consenta di viaggiare in coppia anche sui cinquantini.

EURODUBBI

A proposito di norme, il Mach-G rispetta le direttive anti-inquinamento Euro 1. È catalizzato e può quindi circolare anche nei giorni di blocco parziale del traffico. Però in questi giorni è scoppiato il pandemonio degli incentivi per gli Euro 2. Purtroppo questo clima di terrorismo psicologico sui cinquantini rischia di creare confusione nel pubblico. In MBK dicono di non preoccuparsi, sono già pronti con la modifica per rientrare nella nuova normativa e lanciano tranquilli il loro Mach-G. Disponibilità quindi fra pochi giorni, a marzo, due le colorazioni disponibili (giallo metallizzato e nero), prezzo allineato alla diretta concorrenza: 1.890 Euro. Tanti gli accessori disponibili per personalizzare il Mach-G: bauletto e parabrezza alto per gli amanti del comfort, cupolino aggressivo, ammortizzatore racing, sella sportiva e parti carbon look per chi vuole un tocco di grinta.

COME VA

Mach-G è un mezzo leggero e nato per guizzare nel traffico. Uno scooter compatto che comunque offre lo spazio necessario: un pilota di 180 cm non picchia contro lo scudo con le ginocchia, la sella è morbida, la posizione di guida ok. Apprezzabile l’assenza di un tunnel centrale: sulla pedana ci sta anche un piede 45, ovviamente senza tutta quella libertà di movimento da maxi scooter. Di vibrazioni neanche l’ombra, il motore parte con un tocco all’avviamento elettrico e gira subito pulito. È un due tempi decisamente vivace, che permette di affrontare accelerazioni e partenze in salita lasciandosi dietro i nemici automobilisti. La risposta al gas è pronta a tutti i regimi, il motore gira bene e senza i vuoti che si verificano su altri cinquantini catalizzati. Superiore alla media invece il fumo allo scarico.

CARATTERE FORTE

Il temperamento è sportivo, complice la trasmissione automatica davvero a punto. Niente strappi in partenza, il Mach-G sfoggia una rapportatura che fa andare d’amore e d’accordo il monocilindrico a due tempi con il variatore automatico. In questo lo scooter MBK è avanti rispetto ad altri cinquantini un po’ duri di comprendonio, quelli che prima di muoversi svelti devono pensarci tre giorni…Tutto questo si abbina a una guida sicura: le sospensioni lavorano bene anche sui fondi più malmessi, grazie anche alle ruote da 12", gommate più che adeguatamente.

DA FIDARSI

I pneumatici non sono troppo ribassati e questo aiuta molto ad affrontare pavé e rotaie. Oltretutto si sente un avantreno solido, sicuro. Insomma, se siete orientati alle prime pieghe il Mach-G potrebbe fare per voi. Il freno anteriore a disco è potente quel che basta, il tamburo dietro invece non è un portento. Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Abbiamo provato il Mach-G sotto la pioggia, senza mai bloccare il posteriore, se non volontariamente. Azzerare il rischio di testacoda in frenata non è male, vuol dire viaggiare tranquilli. Altro che "motorino" di Nino D’Angelo, quello sì che era un vero pericolo. Peggio del monopattino.

Pubblicato da Spartaco Belloni, 21/02/2002
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