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Prova

Malaguti Madison 3 250


Avatar Redazionale, il 08/05/06

18 anni fa - Ora è più compatto e sportivo.

Del vecchio modello è rimasto soltanto il nome. Più compatto nelle dimensioni e più sportivo nel look, fa della guidabilità il suo punto di forza. E' già nelle concessionarie a un prezzo di 4.145 euro fc e presto sarà affiancato dalla versione 125.

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TAGLIO NETTO Altro che bisturi, botulino e lifting. Per dar vita alla terza generazione del Madison, a San Lazzaro di Savena stavolta hanno preso le cesoie e hanno dato un taglio netto con il passato, ripartendo da zero, con un progetto interamente nuovo. Dopo aver venduto oltre 75.000 esemplari con le due serie precedenti, la svolta è dunque di quelle epocali. Non sono soltanto diversi il telaio, la meccanica e le sovrastrutture: a evolversi è la filosofia dello scooter con facilità e piacere di guida a fare da parole d'ordine.

SCOLLO A V

Il frontale presenta uno scollo a V e ha un'aria più filante che mai. I nuovi e più efficienti proiettori hanno un disegno molto allungato si contendono la scena con le grintosissime prese d'aria, che si protendono decise in avanti. Lo scudo ha un andamento frastagliato, complici le "orecchie" che incorporano gli indicatori di direzione, mentre sul lato opposto la coda ha forme molto più esili e pulite.

DIETA FERREA

Non è un caso che sin dal primo colpo d'occhio il Madison 3 appaia compatto, neanche fosse una sorta di concentrato del vecchio modello. Metro alla mano, la differenza tra le due generazioni c'è, eccome. L'interasse si accorcia di 80 mm e misura ora 1.410 mm, mentre la sella si abbassa di 40 e adesso è a soli 795 mm da terra. La Malaguti ha imposto al suo scooter anche una dieta ferrea, che dà i suoi frutti. L'ago della bilancia si ferma a quota 158 kg, 5 meno che in passato.

CITAZIONI DOTTE

La riduzione dei volumi e dei pesi non ha impedito ai designer di studiare forme anche ricercate, in taluni casi con citazioni dotte al mondo dell'auto. I cerchi, entrambi da 14 pollici e con pneumatici 120/70 all'anteriore e 140/60 al posteriore, hanno un disegno a cinque razze che richiama alla memoria la Ferrari Enzo. Il cruscotto, invece, s'ispira a quello della Porsche 911, con una serie d'indicatori circolari che si sovrappongono. Così come sulla sportiva tedesca, un display digitale affianca gli strumenti analogici e replica l'indicazione del tachimetro. Lo stesso display integra un computer di bordo che può informare, tra le altre cose, anche sul regime del motore e sulla temperatura ambientale.

ALLE STRETTE

La scelta di Malaguti di rinunciare a una taglia XL pone invece qualche limite sul fronte della capacità di carico. Stando alle dichiarazioni della Casa, il vano sottosella dovrebbe contenere due caschi jet ma l'affermazione pare molto ottimistica. Finché il casco da inserire è un demi-jet, con un taglio vagamente a scodella, non ci sono problemi. Per i modelli più paffuti e per quelli che si estendono di più verso le guance, invece, il vano si dimostra troppo poco profondo, anche se il casco da stivare è uno solo. Per chi è un integralista convinto (nel senso del casco...), non resta invece che montare il bauletto sul portapacchi. Completano il quadro due cassettini dietro lo scudo, il più grande dei quali è chiuso da una serratura e dotato di presa 12V.

UN ITALIANO VERO

Il Madison 3 ha finiture piuttosto curate e impiega componenti di buona qualità, per la stragrande maggioranza di produzione nazionale. Anche il motore è made in Italy, ultima evoluzione della stirpe Piaggio Quasar. Monocilindrico a quattro tempi, con testa a quattro valvole e raffreddamento a liquido, è dotato d'iniezione elettronica e di marmitta catalitica che lo portano dritto e filato nei limiti della normativa Euro 3. La potenza massima è di 22,4 cv a 8.500 giri e la coppia massima è di 21,5 Nm a 6.750 giri. Lo schema della trasmissione è un classico del genere, con la frizione centrifuga, il cambio a variazione continua e la finale a ingranaggi.

SOLUZIONI COLLAUDATE

Anche la ciclistica, a parte l'adozione di quote molto agili, non esce dal seminato. Il telaio è costituito da un traliccio di tubi d'acciaio. Davanti, la forcella è idraulica, con steli da 36 mm e una corsa di 90 mm. Dietro invece il motore è oscillante e lavora supportato da due ammortizzatori regolabili nel precarico molla che assicurano un'escursione di 100 mm alla ruota. I freni anteriore e posteriore sono entrambi a disco da 240 mm, il primo con pinza a doppio pistoncino, il secondo con pistoncino singolo. Manca invece un freno di stazionamento, che farebbe ogni tanto comodo nelle fermate in pendenza o a supporto della stampella laterale, comunque affiancata anche da un solido cavalletto centrale.

OFFERTA LANCIO

Il Madison 3 è già nelle vetrine delle concessionarie a 4.145 euro fc, compresi due anni di garanzia e uno di assistenza stradale Aci Global. I colori previsti sono per il momento tre: argento metallizzato, arancione e nero opaco. Una quarta tinta, il blu, si aggiungerà alla tavolozza Malaguti tra circa un mese, quando vedrà la luce anche la versione 125. La lista degli optional è composta da un parabrezza maggiorato, dall'antifurto elettronico, dal bauletto da 37 litri e dello schienalino. Questi ultimi due accessori sono però offerti in omaggio a chi ordina lo scooter entro la fine di questo mese di maggio.

BUONI APPOGGI

Salendo sul Madison 3 si apprezzano subito le differenze rispetto al passato. Sul vecchio modello la sella era sistemata in alta quota e solo chi aveva il physique du rôle del cestista aveva modo di mettere bene entrambi i piedi a terra. Con la nuova generazione non è più così: anche chi ha una corporatura media è stabile al suolo come un soldatino suo sul piedistallo, complice la pedana che si strige nel punto giusto per non interferire con i polpacci.

IN POLTRONA

Il posto di guida è ampio e i centimetri non mancano né per le ginocchia dietro lo scudo né per le terga, quando si desidera arretrare un po' per cambiare posizione nei lunghi viaggi. Pure le gambe si possono distendere per bene, mettendo i piedi nella parte più avanzata della pedana, anche se qui la superficie d'appoggio si restringe un po'. L'abitabilità è dunque ottima, specie se pensa a quanto sono diminuiti gl'ingombri del Madison, che ora è tra gli scooter più compatti della sua classe.

CONFIDENZA IMMEDIATA

Le ridotte dimensioni si traducono in una grandissima agilità. E' quasi automatico trovarsi sin dai primi metri a dare del tu al Madison, che si dimostra quindi un partner ideale per i neofiti e per i motociclisti di ritorno, quelli che riscoprono le due ruote magari dopo molti anni d'inattività. Ben pochi rivali nella categoria medio-massimi sanno danzare con uguale maestria sul ring dei centri cittadini.

DUBBI INFONDATI

Qualche piccola perplessità emerge invece inizialmente uscendo fuoriporta, anche se si tratta di un disagio lieve e, soprattutto, passeggero. La bella sforbiciata data dai tecnici all'interasse fa sembrare sulle prime il Madison 3 un po' cortino e la conseguente rapidità dell'avantreno fa sorgere qualche dubbio sulle sue doti di tenuta. Tali dubbi si rivelano però presto infondati: questo Malaguti ha semplicemente un'indole più sportiva della media. Curva dopo curva si scopre che ci si può fidare tranquillamente della ruota davanti. Forzando un po' il passo emerge così anche che il Madison 3 ha un'ottima luce a terra e che per arrivare a grattare l'asfalto con il cavalletto si deve piegare davvero molto.

INFATICABILE

Dal canto suo, il motore si rivela in ottima forma. Quest'ultima versione Euro 3 del Piaggio Quasar ha come pregio principale la spinta regolare e costante. Lo scatto da fermo avviene senza esitazioni e in ripresa lo spunto permette di completare d'un fiato i sorpassi. Il Madison 3 è perfettamente a suo agio anche sulle arterie più veloci e mantiene con disinvoltura andature prossime alla velocità massima, senza che le vibrazioni si facciano mai fastidiose.

DURO CON GIUDIZIO

Solo il parabrezza lamenta una leggera risonanza alle andature più elevate ma si fa perdonare offrendo una buona protezione dall'aria e lasciando scoperta solo la parte alta del casco. Anche lo scudo vanta una buona efficienza aerodinamica e tiene i vortici d'aria lontani dagli arti inferiori. Se questo Malaguti si può definire un buon fondista il merito va in parte diviso con le sospensioni. La taratura dell'assetto è sostenuta, studiata per esaltare soprattutto il piacere di guida, eppure, quando si affronta lo sconnesso, i colpi sono filtrati abbastanza bene.

CON IL CONTAGOCCE

Quanto infine ai freni, l'anteriore merita un plauso per la sua modulabilità, che permette di centellinare la potenza neanche la leva destra fosse un contagocce. Una qualità, questa, che mette d'accordo i piloti più smaliziati e chi ha meno esperienza. Il disco posteriore è invece più esuberante e se si strizza la leva sinistra con forza la ruota può arrivare a bloccarsi.

Pubblicato da Paolo Sardi, 08/05/2006
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