E se il tre fosse il numero perfetto anche quando si parla di ruote? La domanda me la sono posta più volte durante il breve ma intenso periodo di convivenza con l'Mp3, che ho utilizzato da pendolare Doc. Autostrada, statale, misto e città: insomma, non mi sono fatto mancare niente.
UN TIPO Il tre ruote Piaggio non ha un look da colpo di fulmine, da amore a prima vista: più che bello, chiudendo un occhio, lo posso al massimo definire un tipo. Non credo sia solo un fatto di gusti: l'avantreno, con la sua geometria, ha un'aria pesantina. Nulla di sgraziato ma le linee che si possono chiamare mozzafiato sono fatte in modo diverso.
SALTO DI QUALITÀ Se la coppia di ruote condiziona un po' l'estetica, l'effetto che ha sulla guida è a mio avviso stravolgente. Il salto di qualità assicurato dalle due ruote anteriori è epocale, in termini di solidità dell'appoggio e di sicurezza in genere. Il periodo di assuefazione richiesto dal raddoppio delle ruote è minimo. Ciò vale non solo per chi ha una certa esperienza ma anche per i neofiti più assoluti. La prova empirica l'ha fornita mia moglie, fatta salire quasi controvoglia per un giro dell'isolato e che alla fine non voleva più scendere, con un sorriso a 32 denti stampato in faccia. E, per la cronaca, la mia signora di moto ne mastica più o meno quanto io di fisica dei quanti...
DRITTO COME UN FUSO D'altro canto, il primo pregio dell'Mp3 è l'eccellente rigore direzionale, che fa sentire chiunque immediatamente padrone della situazione. Anche procedendo a passo d'uomo, la tipica instabilità dei mezzi a due ruote, che tirano ora a destra ora a manca, è quasi azzerata. Con il salire della velocità i vantaggi restano. Il passaggio alle tre ruote mette per esempio la parola fine ai problemi di sensibilità al vento laterale. Sorpassare o incrociare un Tir non è più causa di sudori freddi: l'Mp3 segue sempre la sua traiettoria come un proiettile nella canna di un fucile. E quando si parcheggia, il fatto di non dover tirare per forza giù il cavalletto è un altro punto di forza. Forse non capiterà tutti i giorni di dover sostare sulla terra umida, sull'asfalto cedevole o su pendenze strane ma sapere di poterlo fare fa comunque piacere.
FERMI TUTTI! Lo stesso senso di solidità si ha anche nelle frenate d'emergenza. A parte il fatto che gli spazi di arresto si accorciano sensibilmente perché c'è più gomma a far presa sull'asfalto, l'appoggio di cui si gode consente di strizzare la leva senza remore. Il rischio di cadere perché l'anteriore blocca e prende sotto, magari a causa delle strisce bianche che fanno da rallentatori ottici - parlo per esperienza personale, sigh! - qui è scongiurato. Idem con patate se per terra c'è un po' di brecciolino, come purtroppo spesso accade ai bordi delle strade (pulirle no, eh?): in ogni caso la prontezza con cui si può frenare è impareggiabile.
OCCHI SGRANATI L'"effetto colla" delle due gomme sul terreno si sente anche in curva, dove con l'Mp3 si sperimenta un appoggio granitico e ci si può esibire in pieghe da MotoGP quasi a ogni svolta. Non dimenticherò facilmente la faccia stupita e gli occhi sgranati di un motociclista che mi chiedeva lumi sul tre ruote al casello, dopo aver cercato inutilmente di tenere la mia ruota con la sua moto nel curvone di un'uscita autostradale da me affrontata un po'... allegramente. Il bello è che peggiori sono le condizioni del fondo e maggiore è il vantaggio che si ha a guidare questo Piaggio. Pavé, magari anche bagnato, strisce pedonali, binari del tram, tombini e chi più ne ha più ne metta: su ogni superficie infida l'Mp3 sembra aggrappato per terra con ventose da geco e digerisce anche lo sconnesso a meraviglia.
L'OUTSIDER Con tre ruote sono quindi tutte rose e fiori? Non proprio: con un avantreno tanto solido, il rischio che si corre con l'Mp3 è quello di essere portati a esagerare, a compiere manovre azzardate: le tre ruote danno maggior sicurezza ma non sono sinonimo d'invulnerabilità. Inoltre, sgusciare nel traffico non è semplice come un due ruote vulgaris, anche se i passaggi che sono preclusi sono solamente quelli più acrobatici. Il maggior peso penalizza, infine, un po' lo spunto rispetto agli scooter di pari cilindrata e impone manovre un filo più energiche nei cambi di direzione. Neanche fossi da Marzullo, dopo essermi fatto una domanda all'inizio, ora, per chiudere, è il caso che mi risponda. Ebbene il tre non sarà forse il numero perfetto ma è innegabile che l'Mp3 sappia fondere più pregi che non difetti delle due e delle quattro ruote. Al punto che non mi sorprenderei affatto se, alla lunga, la formula si affermasse, alla faccia di un prezzo un po' altino.