Pratico e maneggevole, rinnova il look e i contenuti. Ma il piatto forte del Kymco People 125i é il rapporto dotazioni-prezzo
CAPITOLO TRE E con questo siamo tre. Tre generazioni per uno scooter, il Kymco People, che pur perpetuando la sua carriera di modello globale si rinnova accostandosi sempre più ai gusti europei. Ai gusti ma anche alle esigenze visto che, in tempi di magra, prezzo basso e costi d’esercizio contenuti – oltre ad agevolazioni come il finanziamento a tasso zero – favoriscono le larghe intese. E fanno cadere i pregiudizi sui prodotti cosiddetti low-cost.
ACCOMODANTE Snello, compatto (135 cm di interasse), leggero (120 kg a secco): anche in quest’ultima versione – nata a Taiwan ed assmblata in Cina- il Kymco People One 125i è innanzitutto uno scooter pratico, attento ai neofiti e al pubblico femminili, favoriti da soluzioni come la pedana piatta e la sella bassa.
OCCHIO VISPO Poi c’è lo stile, che, rispetto al passato, fa un bel passo in avanti. I neologisti del marketing lo definirebbero urban-chic, per dire che il Kymco People One 125i non sconfina nello sportivo adattandosi a tutti i contesti di utilizzo cittadino (casa-ufficio come casa-scuola) e a tutte le utenze (dal teenager al colletto bianco). Più filante e più curato nelle finiture, impreziosice i gruppi ottici con l’innesto di luci diurne a LED e dà una bella rinfrescata alla strumentazione, ben raccolta e completa. Nel complesso un vestito sobrio, unisex, disponibile in quattro varianti cromatiche: bianco, blu, rosso e verde inglese.
ALL INCLUSIVE Piaccia o non piaccia il look, su un punto non si discute: il rapporto dotazione-prezzi. In un unico allestimento venduto al prezzo di 2.100 euro f.c. il People One include portapacchi, bauletto, parabrezza alto, pedane-passeggero e cavalletto laterale. E pazienza, a questo punto, se il reparto tecnico non si produce in acuti, con il classico telaio in tubi d’acciaio, forcella telescopica e doppio ammoritzzatore come sospensioni e freno a disco (da 226 mm di diamentro) solo all’anteriore. Le ruote sono “spaiate”: misurano 14’’ al posteriore e 16’’ all’anteriore.
IN NUMERI Nella norma è anche il motore del People One, un monocilindrico quattro tempi raffreddato ad aria da 125 centimetri cubi. Se i suoi numeri di potenza e coppia massima, rispettivamente 9,5 cv e 9,5 Nm, non fanno gridare al miracolo, promettono invece bene i dati di consumo dichiarati: 48 km/l. Il serbatoio contiene fino a 6 litri di carburante.
SLALOMISTA Il vestito è da considerarsi unisex, ma bastano pochi minuti per capire come il People One 125i strizzi l’occhio soprattutto alle signorine. Peso contenuto, tanta maneggevolezza, sia da fermi sia in movimento. E’ soprattutto negli slalom che lo scooter taiwanese dà il meglio di sé, forte di un fisico smilzo, un buon bilanciamento dei pesi e un’estrema facilità di sterzo.
TAGLIA S E poi la seduta della sella è comoda, bassa: da fermi si stabilizzano toccando con i piedi a terra praticamente tutti, lillipuziani compresi. Di contro, sul People One soffrono un po’ gli scooteristi dalla taglia media in su, perché dietro lo scudo lo spazio non abbonda, malgrado la pratica pedana piatta. In questo caso, trovare la posizione di guida ideale potrebbe richiedere qualche compromesso, spingendo ad arretrare sulla sella.
COMFORT, PLEASE Il resto è tutto facile e intuitivo. Anche perché, oltre ad essere estremamente maneggevole, il People One è un tranquillone, sempre prevedibile. Sullo sconnesso, dagli ammortizzatori non arrivano colpi proibiti alla schiena e morbide sono pure le risposte della forcella; solo con gli ostacoli più secchi, se presi un po’ in velocità, lo scooterino taiwanese tende leggermente a scomporsi.
POCO POLSO E tranquillo è suprattutto il motore del People One 125i. Non che dai suoi nove cavalli e mezzo ci si possa aspettare una tempra felina, ma ad addolcirlo ulteriormente ci pensano un’erogazione piatta e una spinta molto diluita. Pure troppo. Un po’ più di ripresa e di spunto da fermo non avrebbero guastato, considerando la vocazione cittadina del People. Ma le prestazioni in senso stretto non sono il suo forte (velocità max: 90 km/h) e la frenata sembra tenerne conto: il disco anteriore si apprezza più per la modulabilità che per il mordente, mentre il tamburo posteriore, quando è chiamato in causa, si rivela fin troppo tenero.