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In pista con

KTM 1290 Super Duke R


Avatar Redazionale, il 15/04/14

10 anni fa - Tra i cordoli con la Bestia arancione

Che la KTM 1290 Super Duke R sia praticamente il non plus ultra per la guida in strada l’abbiamo capito. Ma in pista? Beh, dopo qualche turno ho capito che…

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LA BESTIACCIA È arancione l’esemplare che ho in prova, a differenza dell’altra volta. Quasi fluo, per la verità, decisamente poco discreto. Perché dico tutto questo? Perché la Super Duke non è mai stata una moto discreta. E questa KTM 1290 Super Duke R lo è meno che mai, tantomeno così arancione. Sfacciata e indiavolata. Ma dopo averla provata in lungo e in largo per strada, sono giunto alla conclusione che l'aspetto sia secondario. Detto tra noi, non ho mai guidato una moto con prestazioni così pazzesche ma anche così alla portata di chiunque. Forse, a ben vedere, oggi non esiste un'altra moto così. E ora il grande quesito: ma in pista, dove le velocità e le forze in gioco sono ben diverse, come si comporta? Riesce ancora a essere facile e gestibile? Per togliermi il prurito, ho fatto una capatina alla pista di Cremona, San Martino del Lago, dove ho scoperto che…

BEFORE THE STORM Il silenzio prima della tempesta: prima di ingaggiare un corpo a corpo con la KTM 1290 Super Duke R tra i cordoli, mi ripasso mentalmente i numeri della sua scheda tecnica, impressionanti: 180 cavalli su una naked, 144 Nm e soli 189 chili a secco. Sto infilando gli stivali. Traction Control regolabile, mappe motore regolabili, ABS regolabile. Sto indossando il casco. Niente protezione aerodinamica, 0-200 km/h in 7,2 secondi. Sto inforcando i guanti, con le dita vagamente sudate. Giro la chiave, pulsante di avviamento e il bicilindrico si mette in moto. Ha una voce regolare al minimo, fatto che stempera un po’ la mia tensione di fronte al poderoso 1300.

MI RACCOMANDO SCALDA LE GOMME Come sono solito fare, il primo giro lo faccio per scaldare le gomme ancora cerate e prendere confidenza con il mostro sputafuoco che ho sotto le chiappe. Anche se, in realtà, con la KTM 1290 basterebbero un paio di curve. È qualcosa di strano ma, come avveniva in strada, anche in pista c’è subito un gran feeling: scende facile e regolare in piega, il comando del gas è trattabilissimo e la frenata è potente ma modulabile. Molto bene, almeno per cominciare. Unico appunto: se come il sottoscritto siete oltre il metro e ottanta, farete fatica a muovervi in sella. La posizione è piuttosto obbligata, lì sei e lì rimani, soprattutto in senso longitudinale.

MOSTRO NUCLEARE Dolce e dai comandi morbidi, sì, ma il motore della KTM 1290 è tremendo. In strada non ho mai avuto occasione di sfruttarlo a fondo ma quando esco dal tornantone prima del rettilineo (quasi un chilometro) e snocciolo una marcia dopo l’altra, sono esterrefatto. La potenza di questo 1300 è micidiale, sconvolgente, ma è soprattutto come viene sprigionata a fare impressione. Quando si spalanca, anche a bassi regimi, la sensazione è di essere stati agganciati a un Frecciarossa che passava di lì, per caso. È diverso dai motori delle sportive canoniche perché non arriva a regimi stellari: si limita a spararvi come proiettili dal minimo fino alla sua zona rossa, attorno ai 10 mila giri. Un mostro di coppia, un’overdose di ormoni che vi fa appendere al manubrio (letteralmente!) e scivolare con le chiappe in fondo alla sella. Non gira altissimo, ma basta inserire un altro rapporto per essere investiti da un’ulteriore ondata di coppia, indipendentemente dalla marcia. Pazzesco.

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SOFFRO D’altra parte, la ciclistica della KTM 1290 Super Duke R è pensata per un utilizzo sportivo stradale. Ergo, in pista mostra il fianco quando si spinge, soprattutto se non si interviene sui registri. Intendiamoci, il telaio c’è ed è valido. È agile e prende prestissimo la corda, gettandosi verso il cordolo sempre intuitiva. Non è spigolosa o troppo svelta, si limita a scendere in piega naturale, scorrevole, con un avantreno solido come una roccia. L’ottima forcella WP regge bene anche quando si frena tardi, forte e magari in ingresso curva, e se si sente l’esigenza di più sostegno basta agire sui registri. Chi fatica a reggere le bordate di potenza è il mono: la coppia del 1300 è devastante e se maltrattate l’acceleratore il mono comincerà a pompare. Meglio mantenere un minimo di riguardo, cercando di raddrizzare la moto il prima possibile per dare aderenza alla gomma.

PASSA IL TEMPO… Sono incredulo: dopo qualche turno in sella alla KTM 1290 Super Duke R sono parecchio provato. E intendiamoci, lei è facile e intuitiva, nonché bassa di sella e dal manubrio alto. È quel suo motore esagerato: non è facile stargli dietro, soprattutto perché non c’è un cupolino a ripararvi e l’avantreno, in accelerazione, tende a sbacchettare. Quindi? Anche in pista va bene per un verginello?

SÌ E NO La risposta, chiaramente, non è univoca: sì e no. Sì perché anche danzando tra i cordoli, ad andature non proprio da ultima curva del Mondiale, la Super Duke mantiene le qualità che già mi avevano colpito in strada. Rimane facile, intuitiva, con un avantreno super comunicativo. E poi c’è quell’elettronica sopraffina, davvero a punto e super settabile, che consente di osare un po’ di più senza rischiare troppo. Però. Però, quando si fa sul serio, allora il motore mette facilmente in crisi ciclistica e gomme. Urge correre ai ripari, mettendo mano a registri e magari regalarle un bel paio di scarpette nuove, più sportive e adatte alla guida veloce. Proprio come a una bella donna. Quindi neofita sì, ma attenti a quel motore...

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Pubblicato da Alessandro Codognesi, 15/04/2014
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