Abbiamo provato la Z1000SX. Molto più di una naked "vestita", questa moto apre la strada a un concetto di sportiva comoda e poliedrica
COMODITA' ADRENALINICA In un mercato che dà segni di stanchezza un po' in tutti i segmenti tradizionali, le Case motociclistiche cercano di individuare nuovi trend che possano indicare la strada da intraprendere per il futuro, quali moto saranno richieste e "chi" saranno i motociclisti nelle stagioni a venire. Di certo, saranno motociclisti maturi - perché l'età media di chi guida la moto cresce costantemente - e perciò persone probabilmente dotate di una buona esperienza, fatta su diversi tipi di moto e che potrebbero essere alla ricerca di un mezzo che mantenga un tasso adrenalinico alto, ma che non faccia soffrire troppo nell'uso.
TENDENZA AL GRIGIO Si può spiegare così il successo crescente sul mercato di moto dall'indole prestazionale ma dalla dotazione più adatta a un uso prettamente stradale, anche in un'ottica turistica di medio raggio. Ed è proprio in questo segmento che s'inserisce la nuova Kawasaki Z1000SX, versione dotata di carena integrale della streetfighter di Akashi presentata alla fine del 2009. Un segmento che ospita già moto come la Honda CBF 1000, la Suzuki GSX-FA, la Triumph Sprint ST o la Yamaha FZ1 Fazer GT. In pratica, moto dalle prestazioni elevate ma non impegnative e dotate di selle comode e di una buona protezione, perché il vento nei capelli ha la tendenza a perdere il suo fascino con l'ingrigire degli stessi...
EVOLUZIONE COMPLETA Di queste, solo la Yamaha può essere vista come una concorrente diretta della nuova Kawasaki Z1000SX, perché anch'essa deriva da una naked sportiva "moderna", dotata in abbondanza di cavalli e con una ciclistica di impostazione decisamente sportiva. Nel caso della moto di Akashi, tuttavia, l'aggiunta di una carena coincide con uno sviluppo dedicato della base Z1000 "nuda", per un risultato che ha poco della "naked con cupolino" e molto della moto completa e pensata ad hoc.
TUTTI PIU' COMODI La modifica più evidente riguarda la posizione di guida del conducente: il manubrio diventa in due pezzi ed è posizionato 45 mm più in alto. Le manopole sono più vicine di 10 mm, mentre la triangolazione manubrio, pedane sella, cambia in funzione delle modifiche apportate alla seduta. Il "posto di comando" sulla Kawasaki Z1000SX è più spesso di 10 mm rispetto a quello della nuda d'origine e ha un nuovo profilo, dovuto in parte anche a un serbatoio di forma leggermente diversa e di capacità aumentata fino a 19 litri. Nel complesso l'altezza da terra cresce di soli 5 mm (da 815 a 820) stando al dato dichiarato, mentre la zona dedicata al passeggero diventa anch'essa più spessa (+10 mm), più larga e lunga, oltre che dotata di gommini antivibrazioni nella parte a contatto con il telaio.
SOSPENSIONI RIVISTE Il tasso di vibrazioni percepito è stato un punto centrale nell'evoluzione da nuda a carenata per la Kawasaki Z1000SX, sulla quale c'è un nuovo supporto per il motore nella zona della testa e pedane montate con l'interposizione di elementi ammortizzanti, oltre che dotate di rivestimento in gomma sia per il conducente, sia per il passeggero. L'evoluzione in ottica turistica ha poi toccato la ciclistica, con una revisione significativa delle sospensioni e della distribuzione dei pesi. La forcella è completamente diversa nell'idraulica: mantiene il diametro da 41 mm ma ha la regolazione della compressione sul solo fodero destro (sulla nuda è sdoppiato). Il mono invece sfrutta un nuovo link al forcellone, una corsa aumentata di 3 mm (138 totali) e un comando più pratico per la regolazione del precarico.
SULLA BILANCIA Nel complesso la moto pesa dieci chili in più della sorella nuda, per un totale di 228 chili che diventano 231 nel caso sia dotata di ABS. Per contenere la massa, tuttavia, le ruote sono nuove, a sei razze, e più leggere: 300 grammi all'anteriore e ben 800 al posteriore. Le masse non sospese ringraziano e sfruttano anche una corona alleggerita e più piccola di due denti. L'allungamento della finale (da 43/15 a 41/15) è anche la modifica più importante fatta a livello di motore e trasmissione. Il quattro cilindri in linea della Kawasaki Z1000SX è quindi forte di 1.043 cc e 138 cavalli a 9.600 giri e 11,2 kgm a 7.800 giri, mentre piccole modifiche hanno leggermente modificato l'erogazione, per renderla meno brusca e più adatta alla guida turistica.
STRETCHING MINIMO Cambiamenti minimi, infine, riguardano la misura dell'interasse che cresce di 5 mm in relazione al diverso posizionamento della ruota posteriore dovuto alla corona più piccola e a un'avancorsa cresciuta di 1 mm in funzione delle modifiche fatte alla taratura della forcella. Come si vede, quindi, la Kawasaki Z1000SX rappresenta un'evoluzione completa della nuda e in questo senso va vista anche la gamma accessori, che abbina a due diverse varianti di scarichi Akrapovic, il classico tris di borse rigide (prodotte da Givi), oppure la sella al gel e i tamponi paratelaio, o i nottolini per l'uso del cavalletto tipo paddock. La moto sarà poi disponibile in due colorazioni (total black e nero/lime green) e arriverà nelle concessionarie a dicembre, a un prezzo indicativo di 11.800 euro, con l'opzione ABS che farà salire il listino di circa 600 euro.
POSIZIONE ATTIVA Già guardandola da ferma è facile convincersi che la Kawasaki Z1000SX non sia propriamente la classica versione "vestita" di una nuda di successo. La linea della moto, infatti, ha un equilibrio che manca alle dirette concorrenti e un appeal sportivo che viene confermato non appena ci si accomoda sulla sua sella.La seduta, infatti, è alta e "spinge" verso il serbatoio come sulle sportive vere, mentre il manubrio è sì più alto e vicino al busto di quanto non sia sulla Z1000, ma la posizione che se ne ricava rimane comunque piacevolmente caricata sull'anteriore, attiva, e non ci si sente in poltrona come su alcune concorrenti.
TUTTO INTORNO AL "QUATTRO" A volte capita, poi, che le modifiche apportate per rendere meno estrema la ciclistica o il motore di una sportiva tolgano fin troppo carattere alla moto che ne scaturisce, ma non è questo il caso della Kawasaki Z1000SX. Dalla nuda, infatti, l'edizione carenata prende solo il buono, raggiungendo invece un nuovo equilibrio per la destinazione d'uso a cui è votata. Perciò, il suo grosso "quattro in linea" rimane il fulcro intorno al quale gira il divertimento di guida in sella a questa moto, ben sorretto da una ciclistica che vede aumentate - e non di poco - le sue doti di comodità e facilità di guida.
PRECISA E COMODA La ciclistica riprende in toto il telaio della nuda e vi abbina sospensioni riviste ad hoc e capaci di dare quel comfort e quella rotondità di guida che, in parte, non appartengono alla naked che, giustamente, ha (e deve avere) un carattere più "spigoloso. L'evoluzione più evidente è quella del mono ammortizzatore che ora riesce a copiare meglio le asperità dell'asfalto senza "scalciare" o rimandare reazioni nervose al manubrio. La forcella, dal canto suo, sembra non soffrire troppo per il peso in più che le è stato affibbiato dalla carena completa e non dà segni di cedevolezza, nemmeno quando si spinge nella guida meno abbottonata.
PIU' SPORT CHE TURING In effetti, l'assetto scelto per la Kawasaki Z1000SX rimane più rigido che turistico, ma si apprezza ugualmente il gran lavoro fatto sulla scorrevolezza e il controllo idraulico, perché la moto permette ingressi cattivi in curva senza per contro essere troppo rigida quando l'asfalto non è liscio come una tavolo da biliardo. Inoltre, l'agilità e la precisione di guida che avevano impressionato sulla nuda di Akashi nel momento del suo debutto - in relazione alla precedente serie Z1000, ma anche alla concorrenza jap - non sono andate perse nell'operazione di cambio d'identità operato con questa "SX".
CAMBIO DI RITMO Nonostante la massa più importante e la lieve "apertura" delle quote, infatti, la moto rimane agile e intuitiva da guidare e sempre pronta a cambiare ritmo semplicemente girando un po' di più la manopola del gas. La stabilità in frenata è ottima e gli ingressi che ne seguono sono sempre sufficientemente veloci. Il riferimento è fatto, per il momento, solo a memoria, ma la velocità d'azione e nei cambi di direzione sembra realmente vicina a quella della nuda, anche se un minimo di rotondità in più è avvertibile, ma anche decisamente adeguata al tipo di moto che vuole essere questa Kawasaki Z1000SX.
PRESTAZIONI DA ESPERTI Una minima differenza potrebbe farla anche il manubrio leggermente più stretto, più alto e vicino al busto del pilota. La nuova impostazione, in teoria, può aver sacrificato una parte del feeling con l'avantreno in virtù di un comfort decisamente più elevato. D'altro canto, però, le nuove ruote alleggerite dovrebbero contribuire non poco al recupero dell'agilità persa con l'aggravio di peso, mentre di sicuro hanno il loro influsso (positivo) sul lavoro delle sospensioni. Il risultato è una moto comunque affilata, divertente e affidabile, nonostante rimanga comunque una moto per utenti esperti, anche in relazione alle prestazioni che è in grado di offrire.
DAL TROTTO AL GALOPPO Il quattro cilindri in linea di Akashi, infatti, è la componente caratterizzante di una moto capace di trotterellare tranquilla in sesta per poi schizzare a velocità da ritiro patente solo ruotando di qualche decina di gradi la manopola del gas. La spinta è sempre perentoria e gasante e, francamente, che il rapporto finale sia stato allungato o meno ho fatto fatica ad accorgermene. Le marce vengono divorate una dopo l'altra senza interruzione nella progressione e solo il comando della frizione poco progressivo non permette partenze fulminanti. Una volta messo l'ultimo rapporto, poi, la Kawasaki Z1000SX può essere tranquillamente usata come un monomarcia anche su un misto di montagna, senza che batta ciglio.
PROTEGGE IL GIUSTOLe prestazioni sono perciò sovrabbondanti e limpidamente sportive, il che porta chi guida a valutare le capacità turistiche della moto con parametri particolari. La carena, infatti, permette di viaggiare in tranquillità fino a velocità codice e di superarla tranquillamente a patto che si regoli il cupolino sulla posizione più alta (ne ha tre, selezionabili con un comando manuale sotto la strumentazione). Così facendo la pressione sul busto è bassa per qualche decina di chilometri orari in più, ma il rumore dell'aria si fa più evidente e, comunque, le turbolenze che si generarno ricordano che non si è a bordo di una vera e propria tourer.
GRANDE STRADISTA Poco male, perché anche in autostrada l'attenzione viene catturata dalla precisione della moto nei curvoni e dalla fame di velocità del motore, che va tenuta a bada per non vedere sfumare con altrettanta rapidità i punti sulla patente. Un buon segnale che si sta esagerando arriva dal tasso di vibrazioni. Pedane e sella cominciano a vibrare solo oltre i 7.000 giri, in corrispondenza di un evidente cambio di carattere del motore: a quel regime, però, si sta già viaggiando molto forte, per cui è da prendere come un "alert" per la nostra propensione alle infrazioni del Codice...
L'ABS E' UN DOVERE Purtroppo alla presentazione non c'erano moto equipaggiate di ABS, un complemento perfetto - e doveroso - per moto come la Kawasaki Z1000SX (ma anche in assoluto su una moto); l'impianto di serie ha però mostrato buone doti di potenza e modulabilità, salvo mancare di un po' di mordente alla prima pinzata. Così configurata al frenata è perfetta per un uso tranquillo o turistico, ma date le capacità nel misto della moto, in qualche occasione avrei preferito poter contare su un "morso" più cattivo subito invece di dover indugiare per più tempo sulle leve. Questo vale per il comando anteriore, ma anche per il pedale, che ha una corsa abbastanza lunga da gestire prima di sentirne l'effetto sulla dinamica di guida.