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Kawasaki Versys 2010


Avatar Redazionale, il 19/01/10

14 anni fa - Il look è tutto nuovo, la verstatilità e il piacere di guida quelli di sempre. La Versys si conferma come una delle migliori medie tuttofare sul mercato.

Il look è tutto nuovo, la verstatilità e il piacere di guida quelli di sempre. La Versys si conferma come una delle migliori medie tuttofare sul mercato.

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COM'È Alla fine, giocare la carta del look ardito è stata una mossa vincente. Con quella faccia un po' così, la Kawasaki Versys è, a oggi, un successo commerciale (quasi 10000 pezzi venduti in tre anni) che ha visto l'Italia regina delle vendite. Anche nel 2009 la Crossover Kawasaki è stata una delle top seller del mercato (sedicesima assoluta in classifica con 1394 immatricolazioni). Di questa moto è piaciuta la versatilità (appunto, visto il nome…) che la rende un'ottima compagna per un utilizzo a 360°; una moto facile prima di tutto, ma anche divertente e con un'ottima attitudine ai viaggi.

DAI CLIENTI PER I CLIENTI Come è accaduto per tutti gli ultimi modelli presentati dalla Casa di Akashi, anche la nuova Versys nasce ascoltando soprattutto le richieste dei clienti. Che non sono state molte,  a dire il vero, più che altro indirizzate verso la  protezione aerodinamica e il setting delle sospensioni, un po' troppo rigido in certe situazioni (ma già con il modello 2009 Kawasaki era intervenuta ammorbidendo leggermente la taratura di base).


NUOVO LOOK Quando arrivò sul mercato la Versys aveva un look davvero di "rottura", inutile negare che il faro anteriore non fosse una cosa proprio digeribile da tutti. Il primo intervento di restyling (che a leggere i primi commenti è piaciuto parecchio) è quindi stato dedicato proprio all'"occhio" che ora resta sempre un elemento distintivo della moto ma si fa più gradevole da vedere, soprattutto quando è acceso con la moto in marcia. Insomma la ricetta della Versys era già giusta, (tanto che anche esteticamente ha dato spunto anche a una crossover nostrana molto attesa, guardare la vista laterale per rendersene conto…) e per la nuova edizione sono bastati pochi ritocchi.

UN OCCHIO AL TURISMO Visto che il turismo è uno degli scenari in cui la Versys si trova ad operare, la  linea più moderna e piacevole nasconde in realtà anche una protezione aerodinamica migliorata. In Kawasaki hanno cercato poi di migliorare il comfort dinamico della moto. Il cupolino, ad esempio, è più alto, ha una nuova conformazione più protettiva e mantiene la possibilità di essere regolato su tre posizioni meccanicamente.


SELLA A DUE PIAZZE La sella è stata ridisegnata per migliorare il comfort di pilota e passeggero sulle lunghe distanze e, sempre nell'ottica di un maggior comfort soprattutto sulle lunghe distanze, va visto l'arrivo di un nuovo rivestimento in gomma sulle pedane del pilota e del passeggero. Inoltre, il passeggero ha ora a disposizione due maniglie più comode cui appigliarsi durante la guida.

Alla ricerca di una maggiore funzionalità della moto sono nuovi gli specchietti, arrivano dei ganci sotto il codino (che tra l‘altro incorpora un nuovo faro posteriore a LED), utili per fissare un bagaglio "volante" sulla sella e gli indicatori di direzione anteriori sono più alti e visibili.

TECNICA CONFERMATA Se gli interventi su estetica e funzionalità sono stati profondi, la tecnica è invece del tutto invariata. Nessuna novità per il compatto motore bicilindrico frontemarcia da 654 cc, caratterizzato dal cambio estraibile e capace di 64 cv a 8.000 giri. Così come non cambiano materiali, andamento e misure del telaio (1.415 mm di interasse, 25° inclinazione cannotto). L'ammortizzatore è ancora laterale (regolabile nel precarico e nel ritorno idraulico) e la forcella a steli rovesciati da 41 mm (una chicca nel segmento) permette di regolare il precarico molla e il ritorno idraulico sullo stelo destro. Invariati anche i freni (dischi a margherita da 300 mm anteriormente e 220 mm posteriormente) su richiesta (e con un sovrapprezzo di 500 ?) dotati di ABS.


ATTACCO ELASTICO La novità riguarda invece il fissaggio del motore all'interno del telaio stesso. Come già accaduto sulla ER-6n e F anche la Versys 2010 adotta un attacco elastico superiore (sulla attuale è fisso) allo scopo di limitare ulteriormente il tasso di vibrazioni trasmesse a pilota e passeggero.

PREZZI E ACCESSORI I prezzi erano e restano interessanti, l'aumento del listino è di circa 300 ? per entrambi i modelli che adesso si attestano sui 7.290 ? e 7.790 ? rispettivamente senza e con ABS. La lista degli optional in chiave turistica si amplia ancora, disponibili paramani (consigliabili), top case (con apposito attacco e non utilizzabile con le borse) borse laterali in tinta, presa ausiliaria a 12 V supporto per navigatore GPS, borsa da serbatoio. In ottica turistica, peccato che tra gli optional manchi il cavalletto centrale, del resto con lo scarico sotto al motore sarebbe impossibile utilizzarlo.


COME VA Il successo di moto come la Versys è dovuto soprattutto alla loro capacità di accontentare l'utenza praticamente in tutte le situazioni. Sono moto che magari non eccellono in nulla, ma proprio per questo hanno la capacità di andare molto bene un po' in tutto, dal turismo al commuting alle 4 pieghe domenicali sul proprio passo preferito.

CROSSOVER Il termine crossover (che ci vantiamo di aver usato per primi parlando di moto) é quindi perfetto per moto come la Versys, che stanno a cavallo di varie categorie. Il mix sospensioni lunghe, manubrio largo e ruote da 17” appare in effetti al momento la miglior ricetta per coniugare comfort di marcia, guida divertente e attitudine al turismo. Tutte cose che alla nuova Versys riescono particolarmente bene.

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COME A CASA Le differenze con la precedente versione sono di dettaglio per cui una volta in sella le sensazioni sono più o meno le stesse, ci si accorge di una imbottitura sella azzeccatissima e di una conformazione snella nella parte centrale che assicura di poter poggiare bene i piedi a terra in ogni situazione. La sella del resto è a 835 mm, ma se proprio volete ce n'è anche una in gel 50 mm più bassa e 20 mm più stretta.


AMA VIAGGIARE La Versys accoglie il pilota a bordo in modo estremamente confortevole e rilassato; braccia e gambe assumono una angolazione corretta e la postura è ottimale anche per affrontare viaggi di un certo impegno. Visti gli aggiornamenti che ha ricevuto, magari mi sarei aspettato anche un upgrade del cruscotto. Quello che, infatti, le manca per essere una turistica fino in fondo è forse un piccolo computer di bordo che indichi consumi e autonomia e magari la marcia inserita, anche se va detto che su quello attuale ci sono tutte le indicazioni che servono (doppio trip, livello carburante, orologio, spie) e che le concorrenti dirette non offrono di più. Detto questo, la Versys ha il suo punto di forza nella guida, chi l'ha acquistata è nella maggior parte dei casi molto soddisfatto, proprio per la sua capacità di essere facile, poliedrica e divertente.

DUE CILINDRI DI MORBIDEZZA Il motore non è una novità ma una conferma: questo bicilindrico in linea funziona davvero bene, è elastico (si può scendere a 2000 giri in sesta senza alcun problema), morbidissimo nell'erogare la potenza, che dà il meglio dai 4 agli 8.000 giri. La rapportatura finale piuttosto corta e la disponibilità di coppia del motore fanno sì che non sia indispensabile un continuo uso del cambio (non eccezionale negli innesti) per viaggiare spediti. Un vero peccato che anche il rumore non sia molto appagante (con una fasatura a 270° sarebe stata tutta un'altra musica), la colonna sonora offerta da questo motore non è il massimo in effetti.


MEGLIO IN MEZZO Anche la propensione all'allungo non è male, insistere a farlo urlare però non è redditizio, per arrivare ai 10.500 giri della zona rossa occorre proprio volerlo, perchè il regime di cambiata ideale è attorno a 9.000 giri e oltre questa soglia la spinta cala in modo sensibile, anche se va detto che le moto in prova avevano davvero pochi km alle spalle e si dovevano ancora un pò slegare. Le prestazioni comunque sono più che adeguate al genere di moto e il bello è che sono sempre facilmente sfruttabili, la Versys è la classica moto che non mette mai in apprensione, che ti senti in mano dopo pochi metri, una delle moto più facili in assoluto da condurre.

BUSTO DENTRO, SPALLE FUORI Anche la protezione non è assolutamente male, il nuovo cupolino compie egregiamente il suo dovere praticamente fino alla velocità massima, togliendo l'aria dal busto e dalla parte bassa del casco senza causare alcuna turbolenza (lo abbiamo provato nella posizione più bassa). Gli specchietti, poi, danno una mano alle spalle, che comunque in velocità avvertono un po' la pressione dell'aria. A patto di non superare il metro e 75 non si avverte l'esigenza di avere qualcosa in più, e se così fosse, la Versys tiene fede al nome che porta anche per la versatilità della posizione di guida, visto che sono disponibili 3 selle (standard, più bassa di 50 mm, più alta di 30) e tre differenti plexiglass (standard, rialzato, rialzato con doppio profilo), per cui davvero ci si può adattare la moto come meglio si crede. La versatilità del nome, sta anche nel fatto che la Versys si adatta veramente a differenti stili di guida.

DIVERTENTE SE SI VUOLE La facilità di guida e il suo essere eclettica, dunque, sono due assi nella manica della Versys, ma anche il suo lato "fun" non è trascurabile, perchè la ciclistica è sana, e l'assetto è ottimo. Non ha una mandria di cavalli da domare, l'erogazione è sempre piuttosto morbida, ma alla fine è una moto che risulta anche molto efficace e divertente da condurre. Perché ha le gambe lunghe (150 mm di escursione all'anteriore, 145 al posteriore) ma non "molli". L'assetto deliberato da Kawasaki di fatto non mostra il fianco a critiche, la Versys è confortevole ma non flaccida, assorbe ma non dondola.


IDRAULICA CONTROLLATA I trasferimenti di carico dovuti alle escursioni generose sono comunque ben controllati da un'idraulica che funziona molto bene e non vanno in affanno anche quando si alza il ritmo. Anche nei rapidi cambi di direzione (unico frangente dove ci si accorge di un baricentro non bassisismo) la Versys si distende e si riacquatta sulle sospensioni in modo sempre molto equilibrato, senza scomporsi, e sui curvoni affrontati in velocità la stabilità non è mai in discussione.

INSOSPETTABILE Un ottimo compromesso davvero, che alla fine fa divertire nella guida e rende questa moto più efficace di qualche blasonata motard bicilindrica dall'aspetto ben più sportivo. Se qualche vibrazione era stata segnalata sulla versione precedente, la 2010 sembra essere migliorata da questo punto di vista, qualcosina si avverte in rilascio al manubrio, ma davvero ormai siamo al pelo nell'uovo e a velocità costante (a 130 siamo a 6.000 giri indicati) si viaggia sul velluto.

FRENO MA NON ESALTO I freni non sono cambiati per cui è rimasta anche la frenata molto modulabile (soprattutto al posteriore), ma dai comandi un po' "spugnosi" (la moto in prova aveva l'ABS) e che richiede una trazione alla leva decisa per essere efficace.


Pubblicato da Stefano Cordara, 19/01/2010
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