Il look è tutto nuovo, la verstatilità e il piacere di guida quelli di sempre. La Versys si conferma come una delle migliori medie tuttofare sul mercato.
DAI CLIENTI PER I CLIENTI Come è accaduto per tutti gli ultimi modelli presentati dalla Casa di Akashi, anche la nuova Versys nasce ascoltando soprattutto le richieste dei clienti. Che non sono state molte, a dire il vero, più che altro indirizzate verso la protezione aerodinamica e il setting delle sospensioni, un po' troppo rigido in certe situazioni (ma già con il modello 2009 Kawasaki era intervenuta ammorbidendo leggermente la taratura di base).
UN OCCHIO AL TURISMO Visto che il turismo è uno degli scenari in cui la Versys si trova ad operare, la linea più moderna e piacevole nasconde in realtà anche una protezione aerodinamica migliorata. In Kawasaki hanno cercato poi di migliorare il comfort dinamico della moto. Il cupolino, ad esempio, è più alto, ha una nuova conformazione più protettiva e mantiene la possibilità di essere regolato su tre posizioni meccanicamente.
Alla ricerca di una maggiore funzionalità della moto sono nuovi gli specchietti, arrivano dei ganci sotto il codino (che tra l‘altro incorpora un nuovo faro posteriore a LED), utili per fissare un bagaglio "volante" sulla sella e gli indicatori di direzione anteriori sono più alti e visibili.
TECNICA CONFERMATA Se gli interventi su estetica e funzionalità sono stati profondi, la tecnica è invece del tutto invariata. Nessuna novità per il compatto motore bicilindrico frontemarcia da 654 cc, caratterizzato dal cambio estraibile e capace di 64 cv a 8.000 giri. Così come non cambiano materiali, andamento e misure del telaio (1.415 mm di interasse, 25° inclinazione cannotto). L'ammortizzatore è ancora laterale (regolabile nel precarico e nel ritorno idraulico) e la forcella a steli rovesciati da 41 mm (una chicca nel segmento) permette di regolare il precarico molla e il ritorno idraulico sullo stelo destro. Invariati anche i freni (dischi a margherita da 300 mm anteriormente e 220 mm posteriormente) su richiesta (e con un sovrapprezzo di 500 ?) dotati di ABS.
PREZZI E ACCESSORI I prezzi erano e restano interessanti, l'aumento del listino è di circa 300 ? per entrambi i modelli che adesso si attestano sui 7.290 ? e 7.790 ? rispettivamente senza e con ABS. La lista degli optional in chiave turistica si amplia ancora, disponibili paramani (consigliabili), top case (con apposito attacco e non utilizzabile con le borse) borse laterali in tinta, presa ausiliaria a 12 V supporto per navigatore GPS, borsa da serbatoio. In ottica turistica, peccato che tra gli optional manchi il cavalletto centrale, del resto con lo scarico sotto al motore sarebbe impossibile utilizzarlo.
CROSSOVER Il termine crossover (che ci vantiamo di aver usato per primi parlando di moto) é quindi perfetto per moto come la Versys, che stanno a cavallo di varie categorie. Il mix sospensioni lunghe, manubrio largo e ruote da 17” appare in effetti al momento la miglior ricetta per coniugare comfort di marcia, guida divertente e attitudine al turismo. Tutte cose che alla nuova Versys riescono particolarmente bene.
COME A CASA Le differenze con la precedente versione sono di dettaglio per cui una volta in sella le sensazioni sono più o meno le stesse, ci si accorge di una imbottitura sella azzeccatissima e di una conformazione snella nella parte centrale che assicura di poter poggiare bene i piedi a terra in ogni situazione. La sella del resto è a 835 mm, ma se proprio volete ce n'è anche una in gel 50 mm più bassa e 20 mm più stretta.
DUE CILINDRI DI MORBIDEZZA Il motore non è una novità ma una conferma: questo bicilindrico in linea funziona davvero bene, è elastico (si può scendere a 2000 giri in sesta senza alcun problema), morbidissimo nell'erogare la potenza, che dà il meglio dai 4 agli 8.000 giri. La rapportatura finale piuttosto corta e la disponibilità di coppia del motore fanno sì che non sia indispensabile un continuo uso del cambio (non eccezionale negli innesti) per viaggiare spediti. Un vero peccato che anche il rumore non sia molto appagante (con una fasatura a 270° sarebe stata tutta un'altra musica), la colonna sonora offerta da questo motore non è il massimo in effetti.
BUSTO DENTRO, SPALLE FUORI Anche la protezione non è assolutamente male, il nuovo cupolino compie egregiamente il suo dovere praticamente fino alla velocità massima, togliendo l'aria dal busto e dalla parte bassa del casco senza causare alcuna turbolenza (lo abbiamo provato nella posizione più bassa). Gli specchietti, poi, danno una mano alle spalle, che comunque in velocità avvertono un po' la pressione dell'aria. A patto di non superare il metro e 75 non si avverte l'esigenza di avere qualcosa in più, e se così fosse, la Versys tiene fede al nome che porta anche per la versatilità della posizione di guida, visto che sono disponibili 3 selle (standard, più bassa di 50 mm, più alta di 30) e tre differenti plexiglass (standard, rialzato, rialzato con doppio profilo), per cui davvero ci si può adattare la moto come meglio si crede. La versatilità del nome, sta anche nel fatto che la Versys si adatta veramente a differenti stili di guida.
DIVERTENTE SE SI VUOLE La facilità di guida e il suo essere eclettica, dunque, sono due assi nella manica della Versys, ma anche il suo lato "fun" non è trascurabile, perchè la ciclistica è sana, e l'assetto è ottimo. Non ha una mandria di cavalli da domare, l'erogazione è sempre piuttosto morbida, ma alla fine è una moto che risulta anche molto efficace e divertente da condurre. Perché ha le gambe lunghe (150 mm di escursione all'anteriore, 145 al posteriore) ma non "molli". L'assetto deliberato da Kawasaki di fatto non mostra il fianco a critiche, la Versys è confortevole ma non flaccida, assorbe ma non dondola.
INSOSPETTABILE Un ottimo compromesso davvero, che alla fine fa divertire nella guida e rende questa moto più efficace di qualche blasonata motard bicilindrica dall'aspetto ben più sportivo. Se qualche vibrazione era stata segnalata sulla versione precedente, la 2010 sembra essere migliorata da questo punto di vista, qualcosina si avverte in rilascio al manubrio, ma davvero ormai siamo al pelo nell'uovo e a velocità costante (a 130 siamo a 6.000 giri indicati) si viaggia sul velluto.
FRENO MA NON ESALTO I freni non sono cambiati per cui è rimasta anche la frenata molto modulabile (soprattutto al posteriore), ma dai comandi un po' "spugnosi" (la moto in prova aveva l'ABS) e che richiede una trazione alla leva decisa per essere efficace.