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Prova su strada

Ducati ST4S


Avatar Redazionale, il 17/04/01

23 anni fa -

Terzo tassello della famiglia ST, la "4S" incarna alla perfezione l'anima sportiva delle Sport Touring Ducati. La componentistica è di alto livello e il motore più potente e trattabile è ideale per viaggiare veloci, ma anche per concedersi qualche sfuriata in pista. Tutto senza rinunciare al comfort.

COM’ÈChe tra le sport touring la ST Ducati fosse una delle moto dall'indole più sportiva lo si sapeva già. Ma, se qualcuno poteva ancora avere dei dubbi in merito, a fugarli ci ha pensato la Ducati stessa, introducendo sul mercato la ST4S, in pratica l’ultimo step evolutivo, in senso sportivo, della famiglia ST.

L’HA CHIESTA IL MERCATO

Quella di dare più pepe alla ST non è una mossa casuale: la Ducati sta seguendo alcune precise richieste del mercato, con il settore delle Sport touring ad alte prestazioni in forte espansione (rappresenta il 48,7 percento dell’intero mercato sport touring). L’arrivo di nuovi vivaci concorrenti ha poi imposto alla Ducati di rintuzzarne gli attacchi.

CUORE SPORTIVO

Non è stato certo difficile farlo, avendo in casa un cuore generoso come il desmoquattro 996 che era lì,  pronto da incastonare nel nobile traliccio d’acciaio; una struttura che da sempre costituisce la spina dorsale della serie ST. Così oggi la sigla ST identifica una vera e propria famiglia di moto in grado di soddisfare le esigenza di ogni "sporturista": la ST2, dedicata a un utilizzo tranquillo di chi sta attento anche ai consumi; la ST4 come moto intermedia, adatta a chi vuole togliersi qualche soddisfazione in più quanto a guida sportiva; la ST4S che incarna il vero spirito sportivo Ducati, con un motore tra i più potenti della categoria, prestazioni da sportiva vera e una ciclistica evoluta, per non sfigurare nemmeno in pista

CAMBIA TUTTO?

No, però cambia tanto, perché se è vero che telaio e sovrastrutture sono assolutamente identiche alle altre ST, sulla ST4S arriva il motore 996 che in questa configurazione offre 117 cavalli a 8750 giri (appena 6 meno della 996 S n.d.r) ma, soprattutto, una coppia di 10 kgm a 7000 giri. Rispetto alla ST4 aumenta quindi il valore della coppia massima ottenuta per di più ad un minor numero di giri.

80 CC CON TANTA DOTE

Quegli 80 cc in più rispetto alla ST4 portano in dote valvole più grandi (36/30 mm in luogo di 33/29 mm), ma soprattutto un’erogazione completamente cambiata. Il 996 guadagna da subito una manciata di cavalli rispetto all’ST4, la cui curva di potenza ai bassi regimi è in pratica sovrapposta a quella dell’ST2. Maggior spinta a tutti i regimi dunque. Poi, in alto, la "S" prende il largo guadagnando 12 cavalli, che non sono bruscolini. Rispetto alla ST4 cede un filo di rabbia in allungo ma, nel complesso, la promessa è quella di un motore ben più godibile.

CICLISTICA SPORTIVA

Roba buona per le sospensioni, la forcella è una Showa a steli rovesciati pluriregolabile come sulla ST4, ma qui c’è il rivestimento in nitruro di titanio, soluzione vista finora solo sulle supersportive doc. L’ammortizzatore Sachs cede invece il posto ad un Ohlins con pomello per la regolazione remota. Si può dunque regolare comodamente il precarico senza l’ausilio di alcun attrezzo. Regolabili, ovviamente, anche il freno idraulico in compressione e in estensione. Chiudono il cerchio i pneumatici. Mentre le altre ST hanno pneumatici che privilegiano la resa chilometrica la ST4S intende sfruttare al massimo il suo potenziale sportivo calzando delle performanti Michelin Pilot Sport.

FRENO SPESSO

Cambia, in parte, anche l’impianto frenante. Considerate le aumentate prestazioni della moto sono stati irrobustiti i dischi anteriori, ora più spessi (da 4,5 a 5 mm) per meglio resistere agli stress termici. Già che c’erano i tecnici Ducati hanno utilizzato flange d’alluminio, guadagnando così qualche etto su un componente importantissimo come la ruota anteriore.

CURA DIMAGRANTE

E già che siamo in tema di pesi, sappiate che la ST4S è dimagrita anche in altri particolari: il forcellone, ora d’alluminio ha consentito di risparmiare 1,3 kg, mentre il cerchio anteriore a cinque razze pesa quasi un chilogrammo in meno del precedente. Nel complesso, quindi, la ST4S si è alleggerita di 3 kg rispetto alla ST4 (da 215 a 212). Può sembrare poco ma va notato che il peso è calato soprattutto in zone molto influenti sul comportamento dinamico.

A PROVA DI TURISTA

Alleggerimenti, leghe pregiate; sembra di sparlare di una supersportiva, invece la ST4S non rinnega nulla della sua vocazione turistica, riproponendo tutte le soluzioni che avevamo già trovato sulle precedenti ST. Ci sono ancora la presa di corrente e la comoda maniglia per issare la moto sul centrale, in più sono stati aggiunti un portaoggetti supplementare nel sottosella e l’immobilizer, lo stesso già adottato dalla Monster S4, con chiave codificata elettronicamente che impedisce l’avviamento della moto. Il codice cambia ogni volta che si inserisce la chiave rendendo, di fatto, quasi impossibile la sua identificazione.

PREZZO EUROPEO

Se l’estetica non è cambiata per nulla, basta il colore a donare alla "S" una maggiore grinta. Il nuovo grigio opaco metallizzato, che affianca i tradizionali giallo e rosso, piace davvero molto. Crediamo sarà lui il colore preferito da chi vorrà per sé una ST4S, che costa circa due milioni in più della ST4, circa 1000 Euro in più. Giacché ci dovremo abituare ad utilizzare la moneta europea, tanto vale cominciare subito. Ducati lo ha già fatto, unificando (prima casa al mondo) il listino in tutta Europa ed assorbendo così le differenze IVA tra i vari paesi Europei. La ST4S costa 12.972 Euro chiavi in mano dappertutto, cosa che di fatto consente di eliminare il fenomeno del grey market e dell’importazione parallela.

PER FARLA PIÙ VOSTRA

C’è da perdersi in un tripudio di accessori in carbonio e parti speciali per il motore che possono trasformare la ST4S quasi in una supersportiva, solo molto più comoda. Ma anche per i turisti c'è una bella coppia di borse laterali (1.200.000 IVA compresa), portapacchi, bauletti borse da serbatoio e quant’altro. Per farsi venire la voglia è sufficiente sfogliare il catalogo Ducati Performance, di cui una parte è dedicata appositamente alla serie ST.

COME VA 

Comoda lo è sempre stata la ST, comoda ma con quell’impostazione sportiva che piace tanto a chi la moto la vuole guidare davvero. La "S" non fa differenza in questo è uguale in tutto e per tutto alle sorelle che l’hanno preceduta. Abbiamo provato la ST4S sul tracciato di Handling di Vairano di Vidigulfo, un susseguirsi continuo di esse sempre più veloci, con un paio di staccate secche a moto ancora inclinata e due tornantoni da piega vera. Non è una pista perché la carreggiata è stretta, non ci sono cordoli, non ci sono riferimenti, è in pratica una strada chiusa al traffico (c’è anche il simpatico rappezzo di pece proprio sulla mezzeria così sembra tutto più vero!) ideale per far emergere le doti di una moto stradale senza prendersi rischi inutili.

PIÙ SPINTA, SEMPRE

La ST4 ha passato l’esame a pieni voti. Quello che di differente c’è e si avverte immediatamente è il comportamento del motore. C’era da aspettarselo guardando i numeri, ma in sella si capisce come i tecnici Ducati abbiano lavorato non solo in senso sportivo. Il 996 spinge regolare fin dai 2500 giri, la spinta è da subito più consistente, porta fuori dalle curve con maggior vigore, come se sotto ci fossero ben più dei soli 80 cc di cui è aumentata la cilindrata. L’erogazione è corposa e regolare, così i sensi sono ingannati e il motore sembra addirittura essere meno cattivo.

VINCE IL CONFRONTO

Abbiamo chiesto di poter fare un paio di giri con la ST4 per avere conferma sul campo delle nostre impressioni e siamo stati accontentati. La ST4 ti gasa con un deciso cambio di carattere a 7000 giri, cambia rumore, cambia la spinta, sembra di andare di più, ma alla fine la ST4S prende vantaggio in ogni situazione. Non solo maggiore grinta e maggior sportività, quindi, ma soprattutto un’erogazione decisamente più vigorosa a tutti i regimi, che si esaurisce solo perché il limitatore la tronca a 10.200 giri.

PIEGA CON FRESATA

Bene, benissimo, soprattutto perché la maggior grinta della "S" è gestita alla perfezione da un reparto ciclistico perfettamente all’altezza. Del resto come pensare il contrario visto il livello dei componenti. Così com’è la ST4S è già perfetta per un utilizzo stradale, anche spinto. L'inserimento in curva è rapido e preciso e le Pilot offrono un appoggio superlativo, si piega forte e presto comincia il circo. I ritmi che si possono tenere sono quelli di una vera sportiva, a cui la ST4 invidia solo la luce a terra che, per forza di cose, su questa moto deve essere più limitata. Così si arriva in fretta a fresare il cavalletto centrale a sinistra e lo scarico a destra.

SOSPENSIONI SENSIBILI

Poco male perché tra i pregi delle sue sospensioni (da lode la forcella per scorrevolezza) c’è anche quello di essere sensibili alle regolazioni; sono bastati 3 mm di precarico molla sull’ammortizzatore e tre tacche in compressione sulla forcella per avere un assetto decisamente più controllato e meno "dondoloso". Nemmeno dando pieno gas a moto molto inclinata si avvertono scompensi e i limiti di piega si innalzano ancora…

LONTANA LA LEVA

Dove invece la ST4S non conquista è nell’impianto frenante, chi è di mano corta potrebbe avere poco feeling con una leva troppo distante dal manubrio (non ci sono possibilità di regolazione). Confrontata ancora una volta con la ST4, la "S" frena meglio, ma la corsa della leva è un po’ troppo corta. Occorre, insomma, abituarsi ad un freno che dà tutto subito, ma è solo questione di tempo.

Pubblicato da Stefano Cordara, 17/04/2001
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