Sappiamo a cosa state pensando: la solita Monster, vista e rivista, provata, analizzata, smontata al punto da non poterne quasi più. Eppure, una Monster all'anno ha un suo senso logico. Per il 2002, quatta quatta, cambia anche la 750 che segue le orme della piccola peste 620 ie. Motore ad iniezione, nuovo telaio, nuove sospensioni. È sempre Monster ma ancora più precisa e guidabile. E con la sella bassa è amica anche delle donne.
COM’È Apparentemente è sempre lei, sempre uguale a se stessa ormai da quasi dieci anni. Ma la Monster è un oggetto in continua evoluzione. Ogni anno è affinata, curata, modificata in qualche dettaglio, a volte in così tanti particolari da meritarsi persino una nuova prova. E, infatti, nel 2002 la gamma Monster registra l’ennesimo pieno di novità, soprattutto tecniche.
MEZZO MOSTRO La 750 è la Monster di mezzo, schiacciata tra l’arrembante 620 e la poderosa 900. Della famiglia dei mostri Ducati, questo è il modello forse meno conosciuto. Dedicata a chi non ama sentirsi dire che ha comprato il modello d’accesso, ma non se la sente di gestire la cavalleria della 900. E anche la 750 per il 2002 ha seguito la strada tracciata dalla piccola 620.
TUTTA NUOVA Rinnovamento totale, quindi, ben più di quel che lasci immaginare lo sguardo di un osservatore distratto. Il look del "mostro sacro" di Miguel Galluzzi non è mutato di una virgola e pare non sentire il peso degli anni, è cambiata però la sostanza. Eccome. La guardi è sembra sempre la stessa, poi leggi la scheda tecnica e trovi novità da leccarsi i baffi. Cominciamo dalle più evidenti. Scrutando il mostro, l’occhio non può che cadere sulla scritta "ie", piazzata discretamente sulle fiancatine. È il segno della conversione definitiva alla religione dell’iniezione elettronica.
INIEZIONE DI NOVITÀ Ebbene sì, con l’arrivo degli iniettori, anche sulla 750 si chiude un'epoca, quella delle Ducati a carburatori. Ma per meritarsi una prova ci vuole ben altro. Ecco allora arrivare un nuovo airbox, un impianto di scarico completamente rinnovato (collettori e silenziatori), una centralina elettronica più compatta ed evoluta. Tutta roba derivata dalla punta di diamante della famiglia Monster, la S4, che, già che c’era, ha messo a disposizione anche il suo telaio a traliccio (più rigido del 30 % del precedente), mentre lo schema della sospensione posteriore arriva dritto dritto dalle superbike 998.
IMMOBILIZZATA Non bastasse, la Monster aggiunge al carnet l’immobilizer e la strumentazione elettronica, molto più completa di un tempo. Nei piccoli display LCD spazio anche per informazioni supplementari alle solite spie. Contakm totale, due parziali, temperatura olio e persino l’orologio. Abituato com’era al suo triste tachimetro abbandonato a se stesso, il "vecchio" monsterista andrà in visibilio davanti a tale ricchezza.
LEVE FISSE, SELLA BASSA Tanta roba, dunque, ma a noi viziosi (o incontentabili?) sarebbe piaciuto trovare anche un bel paio di leve al manubrio regolabili, a completare una dotazione che ormai non invidia più nessuno. Invece le regolazioni non ci sono, in compenso anche la 750 può sfoggiare il nuovo assetto "ribassato", ottenuto grazie alla rivista geometria della sospensione e alla nuova sella leggermente più scavata. Un occhio di riguardo, quest'ultimo, per il sempre maggior numero di donne che s’innamorano del mostro Ducati e che oggi possono contare su questa soluzione sia con la 620 sia con la 750.
PREZZO ALTO Tutte queste novità ovviamente incidono sul pezzo che fa segnare la bella cifretta di 9200 € chiavi in mano. Non pochissimo, anche considerata l’abbondanza di novità che la nuda Ducati propone, ma se volete risparmiare qualcosa, c'è sempre la versione Dark.
COME VA È una Monster più "urbana" quella con cui abbiamo a che fare. Educata, civile e utilizzabile davvero da tutti. Con la sella a soli 770 mm, gestire i suoi 177 kg è un gioco da ragazzi.
PROGREDITA OVUNQUE I progressi si apprezzano un po’ ovunque, il motore non pare nemmeno più lui: silenzioso di meccanica, ovattato di scarico e aspirazione (ma non per questo senza il tipico carattere Ducati), finalmente amico anche dei bassi regimi. L’iniezione elettronica è riuscita nel miracolo di regolarizzare il funzionamento di un motore che ai bassi è recalcitrante per natura.
A PASSEGGIO SENZA STRAPPI Così adesso con la Monster si può passeggiare in città, con il motore che frulla a 2500 giri, senza recalcitrare. L’arco d’erogazione utile si è quindi allargato verso il basso, perché per il resto il carattere del bicilindrico bolognese è rimasto immutato.
FORTE AI MEDI Il suo forte sono ancora i medi regimi, quelli dove il 750 Ducati sciorina in scioltezza 64 cavalli che danno il meglio dai 4 agli 8000 giri. Poi, come tutti i desmodue, va un po’ in apnea, consigliando un saggio cambio marcia a chi guida (a proposito il cambio resta un po’ duretto). In quel range, però, di gusto ce n’è a sufficienza. Non sono prestazioni da strapparsi i capelli, ma comunque gustose e crediamo che 200 all’ora di velocità massima siano più che sufficienti per una naked.
RASOIO BI… CILINDRICO La nuova ciclistica ha portato a progressi notevoli anche sul fronte della guidabilità. Più precisa, più rigorosa, sempre ottimamente frenata da dischi addirittura esuberanti per il suo peso. Le sensazioni che si ricevono buttandosi in curva con la Monsterina sono proprio queste. Il telaio più rigido mostra, infatti, di lavorare in sintonia con sospensioni dalla taratura rivista, ma sempre tendente al rigido.
SACRIFICI Appena la strada si agita un po’, con questa moto vien subito voglia di aggredire l’asfalto, complice una posizione di guida che ti fa sentire la moto in mano, una delle più sportive tra le naked. Certo, a costo dei "soliti" sacrifici da Monster, più evidenti che su altre naked. Qui l’aria addosso te la prendi tutta, la sella è duretta, le sospensioni anche, insomma il comfort va messo un po’ in disparte. Ma per chi ama questa moto, tutto questo evidentemente non conta.
IN QUESTO SERVIZIO
Casco: Project
Giacca: Spyke Genius
Guanti: Spyke Ice
Stivali: Alpinestars Mk1