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Tempo di vacanze, tempo per dedicarsi alla propria passione, ovvero la moto. Nella moltitudine delle due ruote con borse ci sono anche la Ducati Hyperstrada e la BMW F 800 R, due moto che interpretano il turismo in un modo tutto loro
PRONTI VIA! Arriva agosto ed è finalmente tempo di dedicarsi un po’ a sé stessi. Dimenticare le rogne al lavoro, in casa, in famiglia o semplicemente cercare lo svago. Prendere e partire, anche solo per il gusto di farlo senza una meta precisa. E oggi come oggi le proposte a due ruote per soddisfare la voglia di viaggiare non mancano di certo. Due di queste, la Ducati Hyperstrada e la BMW F 800 R, sono interpreti del turismo a medio raggio ma in maniera molto particolare, a livello estetico e dinamico.
DIVERSE DENTRO D’altra parte, il confronto tra la Ducati Hyperstrada e la BMW F 800 R è quantomai azzardato già solo guardandole lì, parcheggiate davanti alla redazione. L’italiana è la new school, per quelli che anche se si fa un po’ di turismo non vogliono rinunciare al DNA sportivo. Linee taglienti, sguardo minaccioso, tutto fa pensare a una guida d’attacco. Il fatto che ci siano appese un paio di borse, da 25 litri ciascuna, e un parabrezza rialzato sembra quasi uno sbaglio. La tedesca, invece, è molto più pacata: le borse e il cupolino, più estetico che funzionale, si integrano perfettamente nelle sue linee armoniose anche se ormai non più fresche di giornata.
ITALIAN STYLE I primi giorni di prova li passo in sella alla Ducati Hyperstrada, la più sportiva delle due. E per non essere frainteso, lo dico subito: in Ducati, almeno nei prodotti stradali, hanno preso la direzione giusta, riuscendo ad ammorbidire il carattere troppo irruento e difficile dei propri modelli mantenendo però vivo il cuore di Borgo Panigale. Cosa intendo? La frizione è di burro, il motore è in grado di scendere a regimi bassi senza strattonare come un torello e la posizione di guida è quasi naturale, almeno più di quella della precedente Hypermotard. Rimangono però il sound del desmo, la frenata aggressiva e tutte quelle cosine che i ducatisti tanto amano.
TURISMO? CI PENSO Se però mi chiedessero così, al volo, che moto sceglierei per un viaggio, molto difficilmente opterei per la Ducati Hyperstrada. È vero, la posizione è più naturale e comoda che in passato e c’è anche un bel parabrezza ma si rimane comunque parecchio esposti al vento. Busto eretto e braccia tese e larghe non sono certo un bel biglietto da visita per una macinachilometri. Tuttavia, a dispetto della sua indole sportiva, il motore sa essere un vero agnellino: tolto il Riding Mode Race, nelle altre mappe risponde al comando del gas con precisione chirurgica e, soprattutto, non strappa e vibra pochissimo. Probabilmente, in questo senso è uno tra i migliori bicilindrici mai usciti dai capannoni di Borgo Panigale.
“STRADA”, NEW CONCEPT Il concetto Strada per gli uomini Ducati è abbastanza chiaro: prendere un modello sportivo ed emozionante e renderlo buono anche per qualche scampagnata fuori porta, senza ambire a improbabili tappe marathon da globetrotter. E molti dettagli dell’Hyperstrada lo confermano: le borse non sono particolarmente capienti ma soprattutto non si possono chiudere se non con un lucchettino ad hoc. L’eventuale passeggero inoltre non sarà mai troppo rilassato, essendo parecchio alto e appollaiato.
GUSTO ITALICO In compenso, quando la strada s’arriccia l’Hyperstrada è un attrezzo davvero accordato: il motore, potente ma fluido, tira sempre fuori dalle curve, in qualunque marcia, non venendo però a mancare anche quando si allunga fino all'ultimo dei giri. Anche la ciclistica è molto a punto, sia a livello di taratura delle sospensioni sia come quote ciclistiche. L’Hyper, infatti, scorre bene in curva, stabile e precisa, e l’avantreno corre rapido a prendere la corda. Questo forse sarà causa di qualche rossore per i meno scafati, quelli che dalla moto cercano anche facilità e che potrebbero scambiare la sua voglia di scendere in curva come un eccesso di nervosismo. Non è così, con l’Hyper bisogna solo entrare in confidenza, capire dove poggiare le terga (anche se la sella obbliga un po’ la posizione), come utilizzare il corpo in curva e tutto diventa magico ed emozionante, oltre che efficace.
TEDESCHIA CASA MIA Dopo una settimana di guida ignorante ma con le valigie e il parabrezza, è il momento di passare alla BMW F 800 R. Tutto è subito più pacato: l’inclinazione del busto, il rumore allo scarico, la sella larga, tutti i componenti fanno sì che siate rilassati, sciolti, nulla è pensato per emozionare al primo sguardo/tocco. In compenso, le valigie laterali sono simili all’italiana: poco spazio ma comunque utile a caricarci lo stretto indispensabile per una gitarella. Qui ci sono anche un pratico soffietto per ampliare la capacità all'occorrenza e una serratura per tenere il contenuto al sicuro. Non è poco, specie se pensa a un uso anche quotidiano.
TENERINA Il comportamento in strada non potrebbe essere più diverso tra le due moto: la BMW infatti non emoziona per il sound o per l’erogazione gasante, ma tutto è ben accordato e regolare. Sembra voler esaltare più le vostre doti di motociclista piuttosto che emozionarvi con effetti speciali. Il motore ha parecchia birra in meno della bolognese (circa 30 cavalli), ma è campione di regolarità di erogazione. La ciclistica non è così svelta ma è più intuitiva, fai qualche metro in sella e te la senti subito in mano. È proprio questa la differenza tra le due “turistiche”: mentre l’italiana tenta in tutti i modi di stupirvi, di farvi scendere gasati e ingorilliti, la naked di Monaco rimane pacata come uno studente modello, senza particolari gingilli - come le mappe motore - ma offrendo comunque controllo anche nella guida spigliata. Con il surplus di una sella comoda per davvero, di borse rigide e di un posto vero per l’eventuale passeggero. Da notare, invece, i consumi particolarmente buoni per entrambe: con la BMW soprattutto ma anche con la Ducati non è difficile percorrere 20 km/litro.
TURISMO? MMM Alla fine, entrambe le moto mi hanno lasciato perplesso sul farci del vero turismo. Alla Ducati non mancano il motore e lo spazio per lo stretto indispensabile, oltre a un cupolino che protegge a sufficienza. Ma la sella un po’ scomoda, la posizione così particolare e altri piccoli dettagli la rendono un po’ troppo fun per pensare a lei come compagna ideale in lunghe tratte autostradali. La BMW si avvicina di più al concetto di mid-tourer: comoda, rilassante, le manca giusto un po’ di colore e di carattere per essere davvero completa. Cuore o cervello, insomma? A voi la scelta.