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Tutto dipende da cosa ti aspetti, da cosa ti comunica una moto. Per questo non mi aspettavo granchè dalla Diavel, che invece mi ha stupito.
Nonostante le dichiarazioni degli uomini Ducati (che alla prima conferenza stampa suscitavano risolini ilari), cosa ti potrai mai aspettare da una motona con le ruote distanti un metro e sessanta una dall'altra e lo sterzo divaricato come le gambe di una ballerina? Bene, lo ammetto, la Diavel mi ha spiazzato, così come ha spiazzato molti dei miei colleghi presenti alla prova. Perché è vero, dobbiamo ammetterlo, questa moto si guida e si guida bene.
Collocarla mi riesce difficile. Troppo leggera e piccola (come motore intendo) per essere una vera power cruiser, troppo grossa e lunga per essere una naked. Se ne sta li, a metà tra una e l'altra categoria con il suo passo lungo, il suo gommone da duequaranta e il suo motore incavolato. Si perché il 1200 Testastretta 11 montato sulla Diavel è l'anima diabolica di questa moto. Tanti cavalli ma soprattutto tanta cattiveria ogni volta che si solletica l'acceleratore e ci si sente schiacciare sullo schienalino che impedisce che ti si allunghino le braccia. Un motore che su questa moto trova la sua perfetta collocazione. Se su altre moto della gamma ducati le sue reazioni mi sembravano esagerate, sulla Diavel viaggiavo sempre in mappa “sport”, quella più cattiva, quella che ti gasa. È una moto multisensoriale, la Diavel, una moto che “senti” con tutto il corpo. Il rumore, la spinta, il fremito che scuote la moto a ogni accelerazione provocano pulsioni quasi erotiche nel pilota.
E il bello è che la Diavel si guida bene, meglio di qualsiasi power cruiser che io abbia mai guidato. L'agilità e la reattività sono più vicine a quelle di una naked che a quelle di una power cruiser. Alla fine non è una show bike buona solo per il semaforo semaforo o per farsi vedere al bar ma una moto che si guida meglio di quel che si pensi. In questo senso Ducati ha fatto centro e se la Diavel non piace ai ducatisti forse è anche meglio, la sua terra di conquista è infatti al di fuori dei confini in cui Ducati si trova normalmente ad operare. Se riuscirà ad avvicinare al marchio nuovi motociclisti che mai prima d'ora avevano pensato a comprare una Ducati avrà colpito nel segno.