E’ la prima Ducati ibrida, spinta da un motore elettrico e dalla forza dei muscoli chi le pedala in sella
COLORS È disponibile anche in bianco e in antracite ma la Ducati City King iTorq porta particolarmente bene il rosso. Anche perché è un bel rosso, un poco aranciato, quasi un rosso Ferrari, che sul telaio snello in alluminio sta un gran bene. D’altronde è una Ducati e, seppur non desmodromica, il rosso le dona.
VEDO NON VEDO È una bella bici che risolve con stile il problema di tutte le bici a pedalata assistita: dove metto il pacco batterie? Nel caso della City King il problema è un poco più facile che per altre bici, con un pacco batterie agli ioni di litio che pesa poco, 2,3 kg, ed è anche piuttosto sottile, tanto da mimetizzarsi bene nel portapacchi posteriore.
A BISACCIA Quello che sembra un portapacchi non è un vero portapacchi, con la plastica lucida che riporta la scritta opaca Ducati pronta a rigarsi: se volete caricare sulla Ducati City King iTorq è disponibile un vero portapacchino in alluminio (a piastra, non un capolavoro di stile, predisposto per fare da base per borse a bisaccia) che si installa nei quattro buchi predisposti a lato della batteria.
PACCHETTO Telaio in alluminio, manubrio in alluminio con pipa regolabile, sella in gel, cambio interno Shimano Nexus a sette velocità, bloccaruota posteriore, luci LED alimentate dal sistema. Completano la dotazione della Ducati City King iTorq freni Tektro, forcella ammortizzata SR Suntour SF11-NVX-HE-P-700C con escursione da 63mm regolabile nel precarico e i cerchi in alluminio da 28 pollici gommati Kenda Kwick Roller.
ITORQ Sul fronte elettrico, oltre alle batterie li-ion rimuovibili da 36 Volt e 9Ah, la dotazione della Ducati City King offre un motore da 250 Watt brushlessinserito nel mozzo anteriore e, pezzo forte della tecnologia elettrica della Ducati City King, è il sistema iTorq. Il sensore di pedalata senza parti in movimento è incorporato nel forcellone posteriore per sentire la tensione della catena e lavorare in abbinata a un software di gestione che si impegna a dosare nel modo più naturale possibile l’assistenza elettrica.
SOTTO CONTROLLO Il cruscottino sul manubrio informa sulla velocità istantanea, sui chilometri percorsi (parziale e totale) e sulla velocità media, selezionabili dal superiore dei tre pulsanti. Gli altri pulsanti consentono l’uno di accendere luci e illuminazione del display e l’altro di selezionare uno dei quattro livelli di assistenza disponibili.
IL PREZZO La Ducati City King, prodotta da Italwin, costa 2.200 euro. Non è una bici economica ma nemmeno delle più costose, abbina a una dotazione media un’elettronica sofisticata ed efficace. Esiste anche una versione meno costosa, la City King Speed, che al posto del sistema iTorq monta un sensore meno sofisticato per 1.690 euro.
BIG IS BETTER La Ducati City King è una bici grande, con ruote da 28", che sembra grande anche se in sella pedala un ciclista oltre l'uno e novanta. Ma in sella la sua taglia non crea il minimo imbarazzo se si supera l'uno e settanta.
A TESTA ALTA Il manubrio che sembra a corna di bue dimostra poi una ottima ergonomia nella inclinazione delle manopole e nella forma delle manopole stesse, con la parte piatta su cui appoggiare i palmi delle mani. La sella in gel non è una piazza d'armi ma è comoda e ammortizza piuttosto bene. La posizione in sella è piacevolmente eretta.
BLACK OUT A motore spento la Ducati City King è una bici che scorre bene, nemmeno troppo pesante partendo da fermi e l'ottimo cambio Nexus a sette velocità inseribili anche da fermi (dotazione che tutte le bici cittadine dovrebbero avere) aiuta sempre ad ottenere il giusto peso nella pedalata.
FIAT LUX A motore acceso la Ducati City King si lascia apprezzare, ovviamente, ancora di più. Quattro sono i livelli di assistenza tra cui scegliere, ben tarati tra loro. Più progressivi nell'aiuto i primi tre, low, med e high, più imperioso (e ovviamente il mio preferito...) il quarto livello, che, volendo, fa sgommare la ruota anteriore. A governare tutti i livelli l'ottimo sistema iTorq, molto sensibile nel capire l'intensità della pedalata umana e nel dosare l'aiuto.
SUPERMUSCOLIL’assistenza è davvero molto naturale, a passo d’uomo come avvicinandosi alla massima velocità tanto che a volte mi sembra che il sistema abbia smesso di funzionare. Il motore è molto silenzioso, l’assistenza è molto dolce e arrivo a illudermi di avere muscoli più potenti di quanto siano in realtà.
IL TRIANGOLOSI’ Il telaio è piuttosto rigido e preciso e si abbina bene con il comfort delle gomme Kenda, con la forcella ammortizzata che tengo su una regolazione morbida, per essere efficace sulle piccole buche e sul pavé, dove però non c'è forcella che tenga, forse quella della Honda Goldwing.
FRENI SEI MENO La dotazione che mi convince meno della City King sono i freni Tektro. Sono potenti quanto serve ma non mi piace il contatto del pattino sul cerchio, un poco gommoso, poco fluido con il freno anteriore che innesca sul cannotto qualche vibrazione.
VELOCEEE Alla fine della prova la mia velocità media è di 21,8 km/h, una media veloce considerati i miei percorsi abituali caratterizzati da molti stop&go e da percorsi pedonali. L'autonomia delle batterie, poi, non mi ha mai tradito: con assistenza sempre massima i 40/50 km sono una media accessibile e più che accettabile, anche se, quando spariscono tre tacche di carica e rimane l'ultima, l'assistenza inizia a essere più debole. Per la ricarica completa servono sei ore.