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Prova su strada

Ducati 620 Sport


Avatar Redazionale, il 13/12/02

22 anni fa -

La Ducati per tutti: semplice, poco costosa ma appagante e con prestazioni interessanti. Il nuovo motore 620 a iniezione offre il giusto gusto senza essere troppo impegnativo. Una vera Ducati in tutto, tranne che nel prezzo, perché la 620 costa anche poco.

COM’È Più che un rinnovamento, quello della gamma Sport e Supersport di Casa Ducati è stata una vera e propria rivoluzione. L’apparenza, infatti, potrebbe ingannare chi vede nella stessa linea di sempre un certo immobilismo tecnico. Invece gli interventi operati dai Tecnici bolognesi sono stati di quelli tosti. Tre motori completamente nuovi, sospensioni riviste, componentistica migliorata, alleggerimento generale. Insomma la serie a due valvole si è ammodernata per tenersi al passo con i tempi. La piccola del gruppo è ora la Sport 620. Come è già successo per la Monster, il piccolo desmodue ad iniezione sostituisce il vecchio 600 a carburatori.

VENTI IN PIU' La cilindrata passa quindi da 583 a 618 cc ottenuti allungando la corsa da 58 a 61,5 mm. E poi c’è la già citata iniezione elettronica. Le novità per il bicilindrico a "elle" però non si fermano qui: le due valvole in testa sono più grandi, l’albero a camme che ne regola l’apertura ha un’alzata maggiore. E poi, a gestire tutto il comparto alimentazione iniezione c’è la centralina Magneti Marelli IAW 5.9M (la stessa adottata sui costosi modelli Superbike). Rispetto al seicento i polmoni si sono allargati, l’airbox aspira più aria, e c'è sono anche una coppia di scarichi tutti nuovi. Sono catalizzati per rientrare nelle normative ecologiche Euro 2.

RADICI

Rimangono poi invariate tutte le caratteristiche di un motore ancora parente del famoso Pantah progettato dall’Ing. Fabio Taglioni. Da 25 anni a questa parte i piccoli bicilindrici Ducati hanno raffreddamento ad aria, cambio a 5 marce, distribuzione comandata da cinghie e, ovviamente, l’immancabile richiamo delle valvole desmodromico.

NUOVI PARTICOLARI Come tutte le versioni 2003 della famiglia Sport e Supersport, anche la 620 ha ricevuto molte novità a livello di componentistica. Parecchi interventi sono stati eseguiti per levare un po' di ciccia. Così gli ingegneri Ducati a furia di limare cento grammi di qua e trecento grammi di là hanno ottenuto una moto più leggera che in precedenza, anche se con 181 kg, la Sport non è certo un peso piuma.

SIMPLE SPORT

È una sportiva semplice, non è vittima della moda, la 620 pare voler dimostrare che attraverso pochi sani componenti si possono ottenere ottimi risultati dinamici senza far decollare il listino. Semplice, perché semplice deve essere, altrimenti il prezzo non potrebbe essere quello più basso tra le sportive di casa Ducati. Se si esclude la Monster la Sport con suoi 7700 € tondi (8000 per la versione a carena intera), è la Ducati più economica. Certo occorre fare qualche rinuncia rispetto alle sorelle Supersport più "ricche". La 620, ad esempio, non ha il forcellone di alluminio e non offre nessuna regolazione: forcella (a steli rovesciati da 43 mm) e ammortizzatore vanno presi così come sono (l’ammortizzatore si regola solo nel precarico molla).

FRENO LUNGO

Anche la leva del freno non si può regolare e questa a mio parere è una pecca perché la leva è anche un po' troppo lontana per chi ha la mano piccola. In compenso, l’impianto frenante è al top. Il solitario disco anteriore della vecchia versione trova buona compagnia in un gemello anch’esso da 320 mm, entrambi sono frenati da pinze a quattro pistoncini, il tutto per offrire finalmente una potenza frenante significativa. Il disco posteriore da 245 mm, invece, (come per tutte le Supersport) non frena granché.

NONSOLONERA Tutta grigia con il telaio nero (l’altra colorazione disponibile è nera con telaio grigio), la Sport fa la sua figura. Così verniciato il classico traliccio Ducati pare ancora più smilzo, il grigio pare esaltare le linee della semicarenatura e il motore ad aria ci mette del suo per dare un ulteriore tocco di personalità.

COMPRESO NEL PREZZO

Di nuovo c’è il cruscotto (finalmente con una grafica decente e con due piccoli display che segnalano temperatura olio e ora), il faro anteriore e il relativo telaietto sono entrambi più leggeri, il blocchetto chiave con immobilizer, tutto compreso nel prezzo, il che fatti due conti non è malaccio.

COME VA

Un motociclista solitario va in giro tranquillo, due alzano il ritmo. Da tre in su è gara. Non importa cosa si stia guidando, l’embolo scatta appena quello in coda comincia a superare, e vi garantisco che succede sempre. L’ultima volta che io e i miei colleghi ci siamo ritrovati assieme per la presentazione delle Supersport è nato una specie i contest Ducati. Sport e Supersport a scelta: 620, 800, 1000, portate in giro a ritmi, ehm, diciamo un po’ elevati.

SORPRESA

Ovviamente, ironia della sorte, proprio durante la "prova speciale" al sottoscritto è capitata la Sport 620, il che aveva già scatenato le mie lamentele per presunta mancanza di competitività. Invece... la piccolina ha detto la sua e, per inciso, alla fine del giro mi è anche piaciuta un sacco. Non avendo ancora provato il Monster con lo stesso motore, il "pomponcino" (l’altro diminutivo di pompone non mi pare molto appropriato) è stato per me una gradita sorpresa. Tutta un'altra storia rispetto al seicento decisamente più fiacco in ogni frangente.

VENTI CHE VALGONO

Quei soli 20 cc in più fanno molto più di quel che si pensi, anche perché non sono arrivati da soli, ma il motore è stato praticamente rivisto in ogni particolare. Grazie al nuovo desmodue, anche la piccola Sport acquista ragione di esistere. Anzi, a mio parere è forse la più interessante delle tre sorelle, in virtù di prestazioni che ora onorano quel nome scritto sulla carenatura e di una facilità di guida assoluta che la rende adatta davvero a chiunque.

LINEARE

Ottimo motore, il 620, l'arrivo dell'iniezione gli dà una bella regolata, così da trasformare lo scorbutico bicilindrico Ducati in un modello di linearità e pulizia. Una sessantina di cavalli (61 esattamente) possono sembrare pochi per un 620 (Suzuki ne tira fuori una decina in più dal suo seiemmezzo) ma la Sport sfodera prestazioni davvero insospettabili.

TENETELO ALLEGRO

Inutile ovviamente attendersi una coppia stracciagomme: sotto i settemila giri l'erogazione è fluida ma non troppo corposa, poi però il desmodue acquista carattere e spinge con vivacità insospettabile la lancetta fino a oltre 10.000 giri con limitatore a quota 10500 giri. La 620 dà, quindi, il meglio di sé quando il motore è tenuto bello sveglio. Andando in giro tranquilli non occorre certo arrivare a tali livelli, ma se ci scappa la garetta, questo motore va guidato come un due tempi, sempre su di giri, con continue cambiate per tenere il motore nella zona in cui dà il meglio. Quanto a velocità massima non c’è da lamentarsi, con un buon lancio si vedono addirittura i 220 indicati (i 195 dichiarati dovrebbero essere quindi reali) e quanto a prestazioni pure l’800 non è poi così lontano.

CAMBIO MEGLIO

Il cambio (ancora a 5 marce, mentre 800 e 1000 ne hanno sei) mi è piaciuto perché più morbido della media dei cambi Ducati. Peccato che assieme alla potenza arrivino anche copiose vibrazioni, sempre presenti oltre quota 7000 a pedane e manubrio.

SPORTIVA ALL’ITALIANA Sella dura, pedane alte e manubri bassi. Impostata come una vera sportiva, e per questo alla lunga piuttosto stancante, la Sport fa dell'agilità la sua arma migliore: la "gommina" posteriore da 160/60 offre tutta la trazione che serve per domare la bellicosa scuderia del bicilindrico 620, ma, soprattutto, enfatizza la reattività della moto, rendendola molto svelta e piacevole da guidare. Il motorino frulla che è un piacere e su un bel percorso di montagna farsi venire la voglia di giocare ai piloti è un attimo.

ADATTA A TUTTI

 Con la 620 ci giochi, impostando la curva con il ginocchio fuori e stracciando il gas in uscita, certo che non ti metterai mai la moto per cappello. Curve e controcurve (meglio se non troppo strette) si pennellano con precisione, a patto però che l'asfalto sia assolutamente levigato, altrimenti l'assetto rigido e le sospensioni semplificate ne risentono e ci scappa qualche rimbalzone di troppo. Da mettere in conto anche l’angolo di sterzo limitato, per cui invertire la marcia su strade strette può richiedere anche due manovre.

AMA IL LISCIO Non è una sorpresa, le Supersport sono così da sempre, vere sportive all'italiana, dure, e amanti degli asfalti lisci dove, grazie al loro assetto, sanno essere competitive anche con moto con 100 cavalli in più. Il fascino del marchio è indiscutibile, e se c’è il prezzo, come sulla Sport, la cosa si fa molto interessante. Ovviamente la 620 Sport sarà disponibile anche in versione a 34 cv per i neopatentati.

Pubblicato da Stefano Cordara, 13/12/2002
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