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Prova

Derbi Mulhacén 125


Avatar Redazionale, il 17/08/07

17 anni fa - Scrambler formato tascabile

Look personale, dimensioni compatte e guida facile e divertente. Sono questi i punti di forza della moto che porta al debutto il nuovo motore Piaggio raffreddato a liquido. A 3.399 euro franco concessionario basteranno a farne una seria alternativa agli scooter?


BENE, BIS
Ai vertici della Derbi la formula della scrambler è entrata nel cuore. E così, dopo la 695, lo stabilimento di Martorelles è pronto a sfornare la versione in scala ridotta della Mulhacén, spinta dalnuovo motore 125 raffreddato a liquidoScrambler, si diceva, definizione caduta nel tempo nel dimenticatoio e recuperata dalla Derbi nella sua accezione più classica. In pratica quella di mezzo polivalente per eccellenza, stradale ma con una sincera propensione alla scampagnata sullo sterrato, leggero, semplice e maneggevole.

UN PO' FUORI La Mulhacén non fa molto per nascondere quale sia la sua indole. La carrozzeria ha forme ridottissime, vagamente ispirate a quelle delle moto da dirt-track: il serbatoio è piccolo, sistemato sullo stesso piano della sella e fianchetti e codino fanno a gara per il look più minimalista. Di estrazione fuoristradistica sono anche il manubrio largo, lo scarico che esce alto e i pneumatici leggermente tassellati, calzati su cerchi da 18", davanti, e da 17", dietro.


PELLE E OSSA
Proprio guardando le ruote si fa caso ancor di più alle dimensioni compattissime della Mulhacén. L'interasse è di soli 1.326 mm e con un'aria così esile c'è poco da stupirsi che l'ago della bilancia si fermi asoli 110 kg. La strumentazione interamente digitale è a sua volta molto raccolta e gli specchietti hanno steli anoressici. Anche se non è molto in carne, la Mulhacén non è comunque fatta male nel complesso. I dischi, anteriore da 280 mm e posteriore da 218, hanno un gradevole disegno a girandola e non dispiace neppure il lunghissimo forcellone a sezione variabile.

FIORE ALL'OCCHIELLO Proprio la sua notevole lunghezza porta il motore in posizione molto avanzata, all'interno di un telaio tubolare in acciaio. Il propulsore è uno dei cavalli di battaglia del gruppo Piaggio, che lo costruisce in Italia, a Pontedera, e di cui il marchio Derbi fa parte dal 2001. Monocilindrico, dotato di raffreddamento a liquido e di distribuzione bialbero a quattro valvole e cambio a sei marce, è una tra le unità tecnologicamente più raffinate della categoria. I più esigenti potrebbero storcere il naso per l'assenza dell'iniezione elettronica. A rimpiazzarla degnamente c'è comunque un carburatore a sua volta a controllo elettronico che permette di rientrare nei limiti della norma Euro 3 e di avere la potenza massima di 15 cv a 9.250 giri. E' un valore allineato al limite imposto dalla legge per i 125 che vogliano essere guidati dai sedicenni con patente A1 e dai maggiorenni con la patente B.


ABBINAMENTO LIBERO
Le prime consegne della Mulhacén 125 sono in calendario a fine agosto ma questa Derbi è già ordinabile a 3.399 euro franco concessionario. I colori a catalogo sono due: nero e bianco perlato: Entrambi sono abbinabili a piacere a convogliatori del radiatore a loro volta neri, bianchi perlati, arancioni o rossi per confezionarsi la moto quasi su misura.


PICCOLA COSI'
A prima vista la Mulhacén 125 pare cucita addosso a chi ha più il fisico da fantino che non da giocatore di pallacanestro. La moto è corta, con la sella a soli 790 mm da terra e con il manubrio largo e vicino alla seduta. Eppure anche chi supera il metro e 80 e non si sente un pesce fuor d'acqua, se non fa troppo caso a quanto è sottile la sua cavalcatura. Le pedane sono ben centrate e alla fine la posizione di guida che si riesce ad assumere è corretta per ogni occasione.

E' UNA FACILE La taglia XS e il peso piuma fanno sì che la Mulhacén sia facile e rassicurante anche per chi è alle primissime armi. Chi invece è un po' più esperto si ritrova in men che non si dica a sfruttare appieno l'eccellente maneggevolezza, sgusciando negli spazi stretti e producendosi in numeri da funambolo. La distribuzione dei pesi è indovinata e regala un equilibrio notevole a bassa velocità.


LA SLALOMISTA
Quando la velocità aumenta, il bilanciamento non viene meno, per merito soprattutto del lungo forcellone e dell'onesto lavoro svolto dalla forcella con steli da 37 mm, capace di assicurare un sostengno dignitosissimo. La guida nel misto più tortuoso è molto divertente e prodursi in rapidi cambi di direzione è un gioco da ragazzi, anche se l'asfalto non è liscio come il panno verde di un biliardo.

CUORE D'ORO Dal canto suo il motore fa un'ottima figura. Si avvia lesto e con una voce sommessa, non vibra in modo fastidioso e risponde con una certa vivacità alle sgasate. Vinta l'inerzia iniziale, l'erogazione è fluida e regolare. Il mono toscano guadagna giri rapidamente e sfodera un buon allungo, aiutato da un cambio a sei marce ben rapportato. Solo quando la strada inizia a salire accusa un po' di fiatonema alle andature più elevate riesce comunque a mantenere velocità di crociera prossime a quella massima. Quello a largo raggio è però un tipo d'impiego che non è nelle corde della Mulhacén 125, anche perché il comfort è solo discreto. Meglio usarla per quello che è: una vera cittadina modello, agile e svelta, con un'immagine simpatica e ricercata e, perché no, pronta a imboccare senza diventare rossa anche una cattiva strada.


Pubblicato da Paolo Sardi, 17/08/2007
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