Secondo step evolutivo per la piccola motard Toscana che lasciando invariata la tecnica conquista una maggiore personalità. Ottima per un utilizzo quotidiano senza trascurare il divertimento.
SEMPLICEMENTE MOTARD Giustamente in Beta la chiamano Motard. L'appellativo Super in effetti può apparire un po' esagerato per questa moto soprattutto pratica, nata da una costola della Alp e che con la versione 2006 ha passato l'esame di maturità riproponendosi con un look molto più personale e distinto dalla sorella da cui deriva. In effetti la cura M4 ha fatto bene alla Motard toscana, se prima sembrava semplicemente una Alp con le ruote basse, oggi ha una sua personalità e una linea moderna e aggressiva. Poche plastiche rifatte (molto bene), qualche ritocco al trucco con un paio di alette in alluminio piazzate nei punti strategici, e un poco alla volta questa Beta si sta ritagliando spazio in un segmento dove svettano supermotard che sembrano scappate direttamente da un paddock.
ALPINA Quasi fosse la versione Alp a fare un dispetto alla sorella a gomme lisce, da quando l'ho avuta in prova a Milano c'è stata la più grossa nevicata dagli anni 80 a questa parte. Non volevo certo fare un Elefantentreffen meneghino, ma il peso ridotto della M4, una buona agilità e un motore che non ti assale con un branco di cavalli, mi hanno consentito di divertirmi comunque anche sulle strade viscide e sporche di questo inverno.
BASSO IMPATTO CELEBRALE Finalmente, appena il disgelo mi ha concesso qualche chilometro con le strade in una condizione almeno decente ho potuto godermi curve e tornanti come non capitava da tempo. Ultimamente, infatti, si fatica a trovare una moto da guidare che non richieda riflessi felini e attenzione costante. Non che in strada il traffico conceda di andare con una guida mononeuronica, però non avere sempre oltre 100 cavalli sotto la sella aiuta a guidare nel giusto relax. Le ultime belve che ho provato le avrei potute guidare in canottiera anche a dicembre tanto impegnavano nella guida mentre con questa 4.0 tornavo sicuramente più infreddolito, ma rilassato.
NON SERVE LA SCALA Snella è snella. A prima vista non intimidisce, neppure chi è un novizio delle moto. La sella è altina (870mm) ma è strettissima il che aiuta vantaggio della stabilità e della facilità nelle manovre. Questa scelta però non ha intaccato la linea che risulta piacevolmente slanciata anche nella vista laterale. Solo i più alti, una volta in sella, non sono proprio uno spettacolo da vedere ma del resto occorre ricordare che siamo sempre di fronte a una 350cc.
STESSA TECNICA Rispetto alla versione precedente, già oggetto di un day by day, il motore non cambia. Sempre Suzuki sempre 350 i centimetri cubi e 29 i cavalli. Eppure nella sua semplicità questo mono ormai storico si presenta bene, chiuso nel telaio in acciaio a doppia culla chiusa, diventando il vero protagonista della vista laterale. Ben raccolto e razionale risulta piacevole anche grazie all'alettatura fitta per il raffreddamento ad aria del cilindro.
SENZA PAURA L'erogazione è molto fluida, il piccolo treemmezzo fa il suo dovere e anche in modo brillante, complici anche i rapporti piuttosto corti. Per provare qualche brivido in più non serve tirare le marce. L'utente più esperto, magari, si aspetta qualcosa di più che poi non arriva perché i cavalli sono quelli che sono, anche se erogati con verve. Meglio quindi non tirargli il collo e cambiare marcia in anticipo, godendosi la spinta del propulsore senza andare a cercare il limitatore. D'altro canto il vantaggio è che con lei non si va troppo per il sottile senza spalancando il gas senza troppi riguardi.
AUTOLIMITATA Chiaramente il limite di questa Beta non è irraggiungibile.L'M4 però è molto ben bilanciata e la ciclistica comuncia molto con il pilota avvisando con largo anticipo del sui limite. In particolare la forcella da 46mm è un po' morbida e soprattutto in frenata affonda abbondantemente. Lo stesso dicasi del mono, morbido come taratura, ma tutto sommato ben controllato lungo tutta la sua escursione. Il tutto è dovuto più che altro a sospensioni non sofisticate ma più che adatte all'uso per cui è stata progettata la Motard. Il vantaggio è che in città (alla fine il suo ambiente ideale) vengono assorbiti bene tutti buchi e i tratti in pavè.
URBAN ANGUILLA Ed è proprio tra le macchine ferme sulla circonvallazione cittadina che ci si diverte di più. In questi frangenti il motore è più che sufficiente non si sente la necessità di avere più cavalli, e si scivola via tra le colonne con grande divertimento. L'unica cosa a cui dovete stare attenti è il manubrio che comunque è largo paragonato a quello di uno scooter.
CEDE AL DIGITALE Migliorata la strumentazione ora adeguata alle concorrenti . Abbandonati gli strumenti analogici si è adottata una soluzione tutta digitale, meno invasiva sul cruscotto e più bella da vedere. Addirittura si può navigare tra le varie funzioni per mezzo di un pulsante giallo posto sul manubrio sinistro, peccato che sulla nostra moto sia andata in black out dopo poco tempo, lasciandoci al buio di informazioni.
GUSTOSA la M4 non ha un prezzo invitante e adesso si è fatta anche più bella, non mancano particolari curati come le pedane rivestite in gomma o i tanti particolari in alluminio spazzolato, certo la dotazione resta sempre piuttosto spartana, da motard vera, anche se l'unica reale mancanza che mi sento di annotare è quella della leva del freno regolabile nella distanza, una cosa che a mio parere non dovrebbe mancare in nessuna moto.
PARCA La M4 è quindi una perfetta urban motard, ottima per chi vuole divertirsi ne casa ufficio e perché no cedere alla tentazione di qualche glisse.A meno di 5.000 € una moto vera oggi te la scordi, e non ti mette neppure nella condizione di dover scendere a troppi compromessi. Certo non potete pretendere di fare lunghi viaggi in autostrada in due belli comodi, o di arrivare asciutti in ufficio (basta la strada abbastanza bagnata per sporcarvi abbondantemente) ma le soddisfazioni non mancano, compresa quella di vedere il vostro conto in banca senza nuove voragini.