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Prova su strada

Aprilia Tuono Fighter


Avatar Redazionale, il 13/09/02

22 anni fa - Combattente da strada

Promessa mantenuta. Dopo la "R" ecco la Fighter, versione "umana" della Nuda Aprilia. Meno materali pregiati, meno Euro da spendere. Ma il carattere focoso è rimasto invariato e la Tuono non ha perso il vizio di bastonare i manubri bassi. E' una delle novità di Monaco, l'abbiamo già provata.

COM'E' Forse per tenere tranquille le orde di motard, che dopo aver visto la Tuono "R" avevano promesso un'insurrezione se non fosse arrivata una versione più abbordabile, Aprilia si è affrettata mettere in produzione la versione semplificata della sua Iper Naked.
Semplificata perché la base di partenza da cui è stata ricavata non è più quella prelibata della "R" ma quella, comunque d’alto livello, della RSV standard. Una sportiva da leccarsi i baffi che, una volta svestiti i panni della pistaiola e indossato un succinto cupolino e un largo manubrio, arriva a dar manforte alla preziosa sorella ormai introvabile (le 200 costruite sono sparite in un attimo).    

NUDA PER TUTTI Ecco la Tuono per tutti dunque, pronta ad offrire lo stesso appeal e lo stesso comportamento focoso della "R" a prezzi più "umani". L’evoluzione era quasi scontata. Poiché la Tuono "R" è piaciuta un sacco, la versione "normale" non potrà che avere successo. E allora andiamo a vedere dove cambia la Fighter.

PIACE IL PREZZO Innanzi tutto è diversa nel prezzo, che se per la "R" (con i suoi 18000 €) era uno dei possibili freni all’acquisto per la Fighter invece è molto più convincente. Ora bastano 11.830 € per entrare in possesso della Street Fighter Aprilia.

SI PARTE DALLA RSV Chiaramente occorre fare qualche "rinuncia". Prima fra tutte quella alle sospensioni. Non ci vuol molto a capire che se la base di partenza è quella della RSV normale, sulla Fighter non ci sarà traccia delle Ohlins che brillano sulla "R". Al loro posto, la stessa forcella Showa e lo stesso ammortizzatore Sachs che equipaggiano la RSV, e chi conosce la sportiva Aprilia sa che è comunque roba di gran qualità. In realtà, prestigio a parte, si tratta di una rinuncia meno importante di quel che si creda, nessuna intenzione di sminuire le sospensioni svedesi, per carità, ma va anche considerato che, pur non sfigurando affatto nella guida in pista, l’habitat ideale della Tuono Fighter è senz’altro la strada, luogo dove la differenza tra una sospensione eccellente e una semplicemente buona si avverte certamente meno. Anche perché le sospensioni della Fighter sono tutt’altro che semplificate offrendo tutte le regolazioni possibili e immaginabili, compresa quella dell’altezza del retrotreno. Stesso discorso per i cerchi, dove gli OZ forgiati lasciano il posto ai più canonici cerchi fusi della RSV. Insomma avrete capito che la Tuono è una RSV in tutto e per tutto… tranne che nell’impianto frenante.

BASTANO DUE PASTIGLIE Per la Fighter Aprilia ha deciso di rinunciare all’aggressività delle pinze a quattro pastiglie (giudicate da molti fin troppo "cattive" nella frenata su strada) e ha preferito far mordere i dischi da 320 alle tradizionali pinze Brembo serie oro che di pastiglie ne hanno solo due. Invariati invece i tubi in treccia metallica che annullano l’effetto polmone. Non è un passo indietro, è semplicemente un modo diverso di frenare, perché su strada, dove il fondo non sempre è ottimale come in pista, la frenata più malleabile della Fighter spesso può portare solo a vantaggi.

CICLISTICA DI CLASSE Per il resto cambia poco, anzi nulla. Stesso telaio, stesso splendido forcellone (tutto in alluminio e tutto ricoperto da una vernice color bronzo), stesso serbatoio in nylon, stesso affilato codino. La differenza la fanno i materiali, carbonio e kevlar lasciano, infatti, spazio a più prammatiche resine plastiche. In più, rispetto alla RSV da cui deriva, la Fighter aggiunge un ammortizzatore di sterzo che diventa indispensabile a causa del minor carico sull’avantreno dovuto alla nuova posizione di guida.

NAKED FIGHTER

A questo punto viene fin troppo facile pensare (sbagliando) che la Tuono sia semplicemente una RSV spogliata. Pochi sanno invece quanto è stato il lavoro dei tecnici Aprilia per rendere piacevole allo sguardo quello che è nato per stare nascosto sotto la plastica. L’operazione ci pare riuscita, con una nota di merito all’opera d’occultamento dei radiatori, nemici numero uno in questo genere di trasformazioni. In un accattivante gioco di vedo non vedo tra carterini e reti metalliche la Tuono riesce nel difficile compito di attirare gli sguardi proprio nella zona vitale del motore, unico particolare un po’ esposto alla vista il serbatoio dell’olio, protetto però dagli urti da un tampone in teflon che fa tanto racing.

FACCIA NOTA

Sebbene lo sguardo a tre fari porti la firma indelebile della RSV, il cupolino è un particolare completamente made in Tuono. Pare appoggiato nel nulla, e ingloba anche gi attacchi per gli indicatori di direzione anteriori.

A ME GLI OCCHI

Non sarà la "R" ma certo la Tuono Fighter non manca di attirare su di sé sguardi dovunque si parcheggi. Non c’è più il carbonio e nemmeno la verniciatura opaca ma l’aggressività dell’aspetto resta intatta e l’impatto estetico notevole, con le conseguenza del caso.

4 IN MENO Lasciamo per ultimo il motore, perché il bicilindrico a V di 60° è senz’altro il punto di forza di questa Iper Naked. La cura Tuono è consistita in una semplice, diversa taratura della Eprom. Ciò si è reso necessario per adeguare la carburazione ai nuovi e più corti cornetti (rispetto alla RSV) che spuntano dal telaio e fungono da narici, mandando aria all’airbox.
Già che dovevano ritarare il tutto, i tecnici Aprilia hanno avuto un occhio di riguardo per l’erogazione ai medi regimi rendendola ancora più piena e gustosa. Così la Tuono lascia scappare qualche cavallino dalla sua scuderia che passa da 130 a 126 cv. Una potenza comunque sufficiente a issare la Fighter Aprilia sul trono di Naked bicilindrica più potente sul mercato.

IN SELLA

Le radici sportive della Tuono non mancano di farsi sentire, basta salirci in sella per capirlo. Il sedere punta al cielo, ma il manubrio è alto (18 mm in più rispetto alla RSV), così si ha più la sensazione di essere "sopra" alla moto, che "nella" moto insomma ci si sente poco inseriti nel mezzo. Poi però ci si accorge che è rimasta immutata anche la facilità di movimento in sella, che le pedane sono al posto giusto e con quel manubrione si ha a disposizione un braccio di leva esagerato, il che porta a giocare con la moto come se fosse una bicicletta. Pochi metri e scatta il delirio di onnipotenza. Due tornanti e con la Tuono ci si sente imbattibili. Sulle strade aperte al traffico, si cavalca a tutti gli effetti un mezzo dal potenziale tremendo.

MOTORE A GO GO

Merito, ovvio, della nuova posizione in sella e del manubrione, che fa sì che il controllo della moto sia ottimale in ogni situazione. Ma la Tuono va forte anche e soprattutto perché ha un cuore che pompa come un matto. 126 o 130 cavalli cambia poco. Impossibile avvertire differenze con il bicilindrico della RSV perché ogni volta che si da il gas arriva la risposta, vivace, appagante. I cavalli arrivano tutti, uno dietro l’altro progressivi, con una erogazione piena e godibile. A tutti i regimi c’è sostanza da vendere, in particolare nel range intermedio del contagiri, che poi è quello più utilizzato nella guida su strada. E non occorre certo essere degli stuntman per esibirsi in spettacolari monoruota. Basta tenere aperto il gas.

LA REGINA DELL’IMPORVVISAZIONE

La sensazione d’onnipotenza della Tuono è frutto di un raro equilibrio che permette di guidare in modo intuitivo, di improvvisare senza difficoltà le traiettorie. E questo su strada significa essere efficaci e tremendamente veloci. Non occorre nessuno scenografico spostamento di sella, basta spostare un po’ il peso e si è già in piega, la rapidità nel rispondere ai comandi impartiti è disarmante e mentre il mangia manubri di turno sta ancora imitando Haga per toccare con il ginocchio la Tuono è già lontana… Niente quattro pastiglie, abbiamo detto, ma i freni buoni per la staccare ci sono lo stesso, e in più è anche meglio gestibile quando il fondo non è perfetto. La Showa, poi, funziona a dovere. Staccata e messa in piega sono tutt’uno poi, la Tuono scende svelta alla corda, e guadagna metri in uscita, dove si può aprire prima degli altri anche perché la trazione è un altro dei punti di forza della famiglia RSV

HA FAME DI CURVE

Il misto è il suo pane, qui la Tuono mette in mostra tutte le sue doti funamboliche, e, detto sinceramente, non si avverte proprio la presenza di quei grammi in più (comunque non pochi) dei cerchi standard rispetto agli OZ, il manubrione appiana tutto. La si guida in scioltezza e lei ripaga con un’efficacia notevole. È un mezzo pensato e nato per andare forte, ma allo stesso tempo per esaltare il piacere al trotto.

IL VENTO SULLE GAMBE

Parlare di protezione aerodinamica per una moto nuda può far sorridere ma la Tuono tutto sommato non delude perché in fondo proprio tutta nuda non è. Il cupolino di questa seminuda fa il suo dovere grazie alla buona bombatura del plex. Fino a circa 170 il riparo è dignitoso, si viaggia bene. Ovvio, la protezione non è da turistica e l’assenza di carenatura si fa sentire più sulle gambe che sul busto costringendo in velocità ad aprire le cosce quello che conta è comunque che la Tuono non condanna a viaggiare in autostrada a 130. Gli specchietti non sono il massimo della vita, nel senso che potrebbero essere più belli, e la visuale potrebbe essere migliore, c’è comunque chi sta peggio.

Pubblicato da Stefano Cordara, 13/09/2002
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