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Prova su strada

Aprilia Tuono


Avatar Redazionale, il 20/05/02

22 anni fa - Tuoni e fulmini

Kevlar, carbonio, vestito succinto e ammiccante. Cavalli a manciate da tenere in riga con un manubrio da cross. La sportiva Aprilia RSV-R si trasforma in Tuono, il castiga sportive, il giustiziere dei manubri bassi. Costa un occhio ed è prodotta in tiratura limitata.

COM'E' Dopo accurati studi di marketing, una nota catena di supermercati ha deciso di equipaggiare i propri carrelli della spesa con i mezzi manubri. La stravagante iniziativa punta ovviamente al cuore degli smanettoni nostrani. In effetti l’Italia è la patria delle moto sportive e – di riflesso – dei manubri bassi. All’estero, invece, i manubri alti sembrano godere di molta più stima, anche per le sparate su strada. In Francia sono nate le supermotard, mentre in terra germanica spuntavano già parecchi anni fa le prime streetfighter, perlopiù violente Suzuki GSX-R, spogliate e dotate di manubrio da cross. Due filosofie di cattiveria motociclistica diverse, nate con un unico scopo: bastonare le moto sportive sulle strade di montagna. Alla faccia dei mezzi manubri.

PEZZI BUONI

Aprilia si butta nella mischia dei manubri alti da sparo: la RSV-R Tuono, presentata all’ultimo Motor Show di Bologna, si è fatta carne. Anzi, carbonio e kevlar. A definirla una naked andremmo fuori strada, perché la Tuono è una sportiva a tutti gli effetti. La base tecnica è infatti la stessa della R, la versione prestigiosa della Aprilia RSV Mille. Da questa vengono ripresi il telaio a doppio trave in alluminio, il bombardone bicilindrico da 130 cavalli, i freni Brembo con pinze a quattro pastiglie, attualmente il non plus ultra per fermarsi.

I CERCHI DI OZ Fin qui è tutta bella roba condivisa da tutte le RSV. Dalla R in particolare arrivano le sospensioni Ohlins della serie Racing, pezzi professionali che fanno gola anche ai piloti. Sempre di Ohlins è l’ammortizzatore di sterzo, mentre i leggerissimi cerchi ricavati per forgiatura sono di OZ. Unica differenza tecnica, nel motore, i condotti di aspirazione del bicilindrico a iniezione, modificati per l’evidente assenza della carenatura. Di conseguenza la centralina viene rimappata.

NAKED THUNDER

A questo punto si potrebbe pensare che la Tuono sia una RSV-R spogliata. Ditelo in Aprilia e vi prenderanno a ceffoni, perché lo sanno solo loro quanto ci hanno messo a rendere accattivante quel che nasce per stare nascosto sotto le carene: è dura ammetterlo, ma i motori di oggi non sono più belli come quelli di una volta. Senza alette, con tanti tubicini in giro, con i pezzi sparpagliati per compattare le dimensioni e avvicinare il tutto al baricentro…che importa ai progettisti di motori del look, tanto poi si impacchetta tutto sotto il vestito!
Bene, la Tuono riesce nel difficile compito di attirare gli sguardi proprio nella zona vitale del motore, perché ogni componente è valorizzato da coperchi in fibra di carbonio (neri) e da altri in carbon-kevlar, con la trama ocra-verdognolo. L’effetto finale è esplosivo, con una nota di merito all’opera di occultamento dei radiatori, nemici numero uno in questo genere di trasformazioni.

ORO NERO

Il cupolino è realizzato ex-novo, ma giustamente mantiene il particolare faro della RSV per non creare drammi in famiglia. Il serbatoio è lo stesso della Mille, arricchito da una azzeccata decalco che richiama il kevlar, mentre la coda è una new entry: niente male, si abbina bene ai due fanalini tondi.
Sul codino spiccano le due selle in un raffinato tessuto dalla ricetta segreta, dove comunque non manca il kevlar. Cupolino, codino e parafanghi sono in fibra di carbonio nature, quindi del caratteristico nero che dona alla Tuono un aspetto molto cattivo. Ma non manca una certa eleganza, grazie alla verniciatura color oro del telaio (in alluminio). Dello stesso colore il manubrione, molto largo, montato su lunghi risers.

A ME GLI OCCHI La Tuono parcheggiata richiama occhi concupiscenti. Quelli degli smanettoni, pronti a notare il reparto corse Ohlins, ma anche i tamponi in teflon, per proteggere la moto in caso di malaugurate scivolate. Anche gli automobilisti guardano la Tuono. In Autogrill una volante della Polizia ci fa i complimenti, piuttosto che tirarci le orecchie per la staccatona di ingresso al pit stop autostradale. L’aspetto aggressivo è ad effetto On-Off: o la si ama o la si odia. In ogni caso, la moto è originale e le finiture sono eccelse, quindi tutti gli sguardi sono meritati.

PICCOLE CRITICHE Due soli dettagli non ci convincono: il processo di anodizzazione (e successiva verniciatura in oro di telaio e forcellone) è di un effetto spettacolare, peccato che con il tacco dello stivale si vada a rovinare la verniciatura del forcellone stesso. L’altra piccola critica riguarda la strumentazione, che avrebbe meritato un coperchietto in kevlar o carbonio, a occultare l’ampio uso di plastica. Tutto qui, per il resto, massimo rispetto.

POCHE MA BUONE

La tentazione di etichettare la Tuono come una "special" è forte, ma una cosa è affidare una moto a un preparatore, un’altra è predisporre una realizzazione in serie. Con tutte le rogne che ne conseguono, soprattutto tenendo conto che una serie limitata esemplari fa aumentare i costi di sviluppo. Le Tuono produzione sono solo 200 per tutto il mondo: né una di meno, né una di più. E per ognuna c’è una targhetta numerata sulla piastra della forcella. Il prezzo è di 18.000 Euro, una cifretta impegnativa, giustificata proprio dalla progettazione che ha richiesto ogni singolo pezzo. Ecco perché una Tuono, nonostante l’assenza della carenatura, costa di più di una RSV-R. A parziale consolazione ci sono due sellini di un materiale più convenzionale (il kevlar non è impermeabile), uno scarico non omologato e la relativa eprom.

IN SELLA

All’inizio la posizione di guida lascia un po’ perplessi. Il sedere punta al cielo, il manubrio è alto (18 mm in più rispetto alla RSV-R), così si ha la sensazione di essere poco inseriti nel mezzo. Poi ci si accorge che sgattaiolare da una parte all’altra del sellino è un attimo, che le pedane sono al posto giusto e il braccio di leva del manubrio è molto favorevole per gestire i 181 chili a secco. La perplessità lascia spazio a un delirio di onnipotenza. Due tornanti e con la Tuono ci si sente imbattibili. Sulle strade aperte al traffico, si cavalca a tutti gli effetti un mezzo ad alto potenziale.

MOTORE ABBONDANTE

Gran merito va al manubrione, che regala maneggevolezza e facilita il controllo della moto nei percorsi tortuosi. Ma non basta un timone di lusso a trasformare un gozzo in un offshore: la Tuono va forte perché è stretta parente della RSV-R. I 130 cavalli del bicilindrico a V sono sempre ben presenti. Certe scalpitanti scuderie per strada sono anche controproducenti, ma non in questo caso. I cavalli della Tuono vengono fuori progressivi, con una erogazione piena e godibile. A tutti i regimi c’è sostanza da vendere, in particolare nel range intermedio del contagiri, diciamo da 4 a 8.000 giri. E in uscita di curva sono assicurati i monoruota, anche per chi non è capace, come il sottoscritto. Basta tenere aperto il gas. L’impressione è che la Tuono sia un pelo più pronta della già poderosa RSV.

SI GUIDA COSÌ

La sensazione di onnipotenza della Tuono è frutto di un raro equilibrio. Rispetto a una sportiva con i mezzi manubri (anche la RSV) si riescono infatti a impostare traiettorie più favorevoli. La RSV stessa è una moto che va guidata pulita, privilegiando l’uscita di curva, dove si gode di una invidiabile trazione. La Tuono accentua questa positiva caratteristica. I freni buoni per la staccatona ci sono, la Ohlins rovesciata non teme certo strapazzi, ma comunque è meglio evitare di entrare in curva impiccati: con la Tuono si guadagna alla corda, dove si viaggia più veloci, e soprattutto in uscita, dove si può aprire prima degli altri. L’appoggio sugli eccellenti Pirelli Supercorsa fa il resto.

STRADE DI FUOCO

La Tuono diverte un mondo nei cambi di direzione: con il manubrio alto la si sbatte da una parte e dall’altra, superando il limite fisico di una moto che piccola non è. Oltretutto i leggerissimi cerchi OZ facilitano il compito. E questo lo avevamo già capito provando la RSV-R, più maneggevole della RSV, che monta cerchi "normali". Tutte queste caratteristiche rendono la Tuono la vera sportiva stradale, da guidare in modo intuitivo, magari su strade sconosciute che richiedono improvvisazione e correzioni alle traiettorie impostate, ingressi in curva a volte forzati. Con certe sportive prendere un certo passo può rivelarsi anche pericoloso, con la Tuono è semplicemente divertente. La si guida in scioltezza e lei ripaga con un’efficacia mai vista. È un mezzo pensato e nato per andare forte, ma allo stesso tempo per esaltare il piacere al trotto.

DA CASELLO A CASELLO

Abbiamo provato la Tuono anche in habitat a lei poco consoni. L’autostrada non è il massimo per una streetfighter, ma il cupolino di questa seminuda fa il suo dovere, grazie alla buona bombatura del plex. Si può viaggiare a 160-180 con un riparo dignitoso, senza maledire il giorno in cui si è data la preferenza a una moto senza carena. Ovvio, la protezione non è da turistica e l’aria preme sulle cosce, ma la Tuono non condanna a viaggiare a 130. Gli specchietti non sono il massimo della vita, nel senso che la visuale è abbastanza limitata, senza però toccare i picchi drammatici di altre moto.

TRA I CORDOLI

Dove la Tuono ci ha stupito è in pista. Portata a Imola, ci ha rinnovato la sensazione di onnipotenza. Le Ohlins donano una stabilità invidiabile per una naked, di strisciare con pedane o cavalletti non se ne parla. La Tuono dice la sua anche tra i cordoli, mettendo a proprio agio in quei punti dove le sportive tradizionali vanno "lavorate" di braccia: la Variante Alta, la Variante Bassa o le Acque Minerali. L’assetto di guida "alto" in questi casi aiuta. Nelle pieghe più esagerate e nei curvoni veloci non fa scherzi e rimane precisa, ma rispetto alla RSV, fa "sentire" meno la ruota anteriore.
Qualche sbacchettamento in accelerazione è normale, è l’unico pegno da pagare al manubrione. Per il resto, divertimento assicurato e – di nuovo - sensazione di potere. Mixata a una certa perversione. Infilare in staccata omini ingobbiti sui loro bassi mezzi manubri è un gioco che diverte parecchio.In questo servizio:Casco:Lem Manta RRTuta:Spyke KJ oneGuanti:Alpinestars GP PlusStivali:XPD

Pubblicato da Spartaco Belloni, 20/05/2002
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