Operazione nostalgia a Mandello, Guzzi ripropone la V7. Motore 750 ed estetica d'antan per una moto che gioca buone carte e vuole farsi largo nel segmento delle modern classic. Facilissima e compatta è perfetta per chi vuole una moto "stress free" con cui muoversi in città e non solo.
COM'È Il segmento delle "modern classic" non farà numeri da strapparsi i capelli ma ormai rappresenta ben più di una semplice nicchia. Moto come la Triumph Bonneville o la Harley-Davidson 883 (che non è un rifacimento moderno di una moto vecchia ma un modello sempre aggiornato negli anni), vendono sempre piuttosto bene e sono molto apprezzate da chi non insegue le prestazioni ad ogni costo e ad una moto chiede emozione (visiva e di carattere in questo caso) ma che sia anche poco impegnativa, da mantenere e condurre. Insomma è un segmento da tenere d'occhio e in cui un marchio come Guzzi che fa della sua storia il punto di richiamo principale non può proprio mancare.
RICETTA ITALIANA Lo hanno capito in fretta a Mandello, e visto che una piattaforma ce l'avevano già bell'e pronta (quella della Nevada nello specifico) ecco che al salone di Milano è apparsa l'interpretazione moderna di un modello entrato nella storia. Il nome V7 certamente farà battere il cuore a più di un Guzzista doc. Con il suo V2 da 703 cc fu quella moto a segnare nel 1967 l'ingresso dell'Italia nel segmento delle maxi moto (fu anche la prima italiana a sbarcare in america); allora era una motona, sogno proibito di chi al massimo poteva permettersi un treemmezzo. Oggi che un bicilindrico 700 (e anche di più) ce l'hanno anche gli scooter, la nuova V7 con il suo look classico è invece è un prodotto destinato a chi vuole una moto semplice e poco impegnativa ma con un vestito davvero ammaliante.
ENTRY LEVEL Nelle intenzioni della Guzzi la V7 è destinata a diventare il vero modello di accesso alla gammadell'Aquila (certo fa un po' specie pensare che ormai una 750 è un modello da neofita), e sarà venduta ad un prezzo di lancio di 7.990 € (che diventeranno 8.300 a Giugno). Quello che è sicuro è che al momento la V7 è il prodotto più azzeccato nato sulla piattaforma "piccola" che fino ad oggi ha proposto la Nevada e la Breva.
CLASSICA DENTRO Una piattaforma che prevede un classico telaio a doppia culla in cui è incastonato il bicilindrico a V di 90° da 750 cc ad iniezione e raffreddato ad aria, capace di 48,8 cv a 6.800 giri, e di una coppia di 54,7 Nm il cui picco massimo è a soli 3.600 giri, ovviamente omologato Euro 3. Classica anche l'adozione dei due ammortizzatori posteriori come la scelta delsingolo disco da 320 all'anteriore, accompagnato da un altro disco da 260 mm al posteriore. La scelta del cerchio anteriore da 18 pollici rientra anch'essa nei canoni di una moto di impostazione classica e pone la V7 a metà strada tra le Bonneville e 883 (che hanno un 19 anteriore) e la Ducati GT che invece usa un cerchio da 17".
NEL RISPETTO DEL PASSATO Dove in Guzzi hanno lavorato davvero bene è sul design. Il centro stile di Mandello ha regalato alla V7 la linea forse più bella da parecchi anni a questa parte, ispirandosi senza mezzi termini alla V7 Special del 1969, e non solo per quanto riguarda le grafiche. Il serbatoio, ad esempio, ha lo stesso identico disegno della V7 Sport, con tanto di scritta di allora che rimpiazza la classica aquila, scelta per restare più fedeli all'originale. Bella la colorazione bianco perlato, azzeccato l'uso del nero e delle cromature dosate con sapienza che non diventano eccessivamente invasive, insomma un lavoro fatto bene. Azzeccata anche la grafica degli strumenti, due classici "orologi" che incorporano anche due display lcd per le informazioni di servizio.
COMPATTA Il risultato è una bella motoretta, caratterizzata da dimensioni piuttosto compatte che sembrano fatte apposta per attirare chi con la moto non ha molta esperienza, lo scooterista pentito o il pubblico femminile. Il prezzo è azzeccato, il fascino c'è.
COME VA Una giornata milanese di pioggia non è il massimo per provare una moto, ma tant'è questo abbiamo e questo cerchiamo di sfruttare al meglio, ripromettendoci di riprovare al più presto la V7 in modo più approfondito e su percorsi più variegati.
CAVALLI URBANI Del resto la presentazione "urbana" scelta dal gruppo Piaggio per lanciare la V7 ha, una volta tanto, un suo perché. La V7 nelle idee degli uomini marketing di Mandello è una moto tipicamente urbana, una soluzione elegante per affrontare il percorso casa-ufficio-aperitivo-casa.Certo viene un po' da sorridere se si pensa che al giorno d'oggi una moto da 50 cavalli e quasi 200 all'ora venga considerata cittadina, mentre c'è gente che con moto molto meno performanti ci ha fatto il giro del mondo...
BELL'IMPATTO Ad ogni modo la Guzzi si presenta bene, lo stile è curato e come ho già detto nella parte del com'è il design è parte fondamentale dell'emozionalità che trasmette questa moto. Che vi dico subito è compatta, bassa di sella (805 mm), facilissima da guidare e davvero gestibile da chiunque, anche dalle ragazze che non necessariamente devono essere pallavoliste per governarla. Una moto che ovviamente va presa per quello che può dare e che comunque si allinea a quello che offre la concorrenza già presente sul mercato.
NATURALE In sella si assume una posizione naturale, con le ginocchia (almeno le mie) che non interferiscono con i cilindri, una sella ampia e piuttosto sostenuta nell'imbottitura e con un manubrio dalla piega azzeccata ma che, fosse per me ruoterei un pelo più in avanti (così è fin troppo vicino, anche per le mie braccia corte), così si vedrebbe meglio anche dagli specchietti.
Peccato che le pedane siano piazzate proprio dove passano le gambe quando si poggiano i piedi a terra infastidendo un po' e che la leva del freno non sia regolabile nella distanza, un "accessorio" che ormai giudico indispensabile anche sulle moto entry level come questa Guzzi (e che manca anche sulle concorrenti...).
GESTI DI ALLORA Guidare la V7 significa assaporare il passato anche per certi gesti che ormai paiono desueti ma che per qualcuno hanno un certo fascino. Come quello di "tirare l'aria" per l'avviamento a freddo. La V7 ha l'iniezione, è vero, ma non lo starter automatico, per cui non dimenticatevi il manettino al manubrio quando la temperatura scende. Il bicilindrico di Mandello è una vecchia conoscenza, e su questa moto il suo modo di comportarsi è più che adeguato.
ANTISTRESS Alla faccia dei soli 50 cv la Guzzi (che pesa 182 kg a secco) ha un'erogazione azzeccata perché il V2 dà il suo meglio proprio ai bassi regimi, con una curva di coppia piuttosto favorevole ai bassi e che perde d'incisività man mano che la lancetta scala il contagiri. Una moto che certo non invoglia a tirare le marce, perché assieme ai giri salgono anche vibrazioni e rumorosità meccanica (su quella di scarico secondo me si poteva far meglio). Meglio quindi usarla come un antistress e guidarla in relax, appoggiando le marce una dietro l'altra (il cambio della serie piccola non è mai stato il massimo) e sfruttando i buoni bassi del motore. In questo modo si scivola nel traffico senza problemi.
FACILE FACILE La facilità di guida è senza dubbio il punto di forza della "Guzzina" che offre una buona maneggevolezza data soprattutto da pneumatici che hanno sezioni cui francamente non siamo più abituati. Il posteriore da 130 oggi lo montano gli scooter 50 e pur essendo più che adeguato alla potenza della V7 offre un profilo che tende a far cadere la moto all'interno della curva per cui all'inizio si resta un po' spiazzati. Ma è solo questione di qualche metro di assuefazione poi ci si fa l'abitudine.
FRENI NUOVI Buoni invece i freni, con l'anteriore che richiede di essere spremuto a dovere per offrire una decelerazione consistente e il posteriore che fa da valida spalla giungendo al bloccaggio solo se costretto a farlo. Considerato lo scarso chilometraggio delle moto in prova (solo 50 km) le prestazioni dei freni possono solo migliorare.