Arriva dalla Cina, ma non temete: la Zontes 310V offre molto, soprattutto come dotazioni, per una moto che costa come una 125
STRANA COINCIDENZA Inutile negarlo: ovunque si parla del Coronavirus e delle misure prese dallo Stato per arginare questa situazione. Ho fatto due più due: il casco copre il viso, i guanti proteggono le mani, dunque farsi un bel giro in moto è un ottimo modo per allontanarsi – mentalmente e fisicamente – dal Coronavirus e soprattutto per godermi a pieno le primaverili giornate di febbraio (Greta, ti sento che ti stai lamentando…). Scendo in box per mettermi in sella alla Zontes 310V, probabilmente il modello più particolare – esteticamente parlando – di tutta la gamma della casa cinese. Insomma: io, residente nella zona di Milano, guido una moto cinese nel pieno di questa crisi epidemica.
Zontes 310V: vista 3/4 anteriore destra
CI CONOSCIAMO? Battute a parte, la Zontes è un marchio che abbiamo già avuto modo di trattare nei mesi scorsi quando Danilo ha provato la 310X e la 310T, rispettivamente una crossover e una sport tourer che hanno molto in comune, a partire dal monocilindrico da 311 cc, 35 CV e 30 Nm. Adesso tocca a me guidarne una, più precisamente quella dal design più “caratteristico” della gamma: la 310V, che differisce dalle sorelle per un telaio a traliccio con geometrie diverse. L'estetica di questa piccola cruiser può piacere o meno, ma sta di fatto che nel traffico tutti la notano e si girano a guardarla incuriositi. Forse anche perché la sua linea – i fianchetti del radiatore di dimensioni generose, la firma luminosa del faro anteriore e quella del codone posteriore – riprende quella di modelli già visti altrove.
Il piccolo
COLPO DI GENIO Prima di guidarla, la Zontes merita di essere osservata con cura per via dei suoi dettagli davvero curiosi: lo scarico per esempio è mascherato da una copertura in plastica, mentre il forcellone con nervature di rinforzo a vista ha un “oblò” nella zona in cui si attacca al telaio. Le finiture non sono di alta gamma, ma più che all’altezza di una moto da 5.390 euro. Ci sono anche dettagli da moto “adulta” come l’avviamento keyless, il display TFT a colori, i tamponi paratelaio di serie e una piastra rossa sulla parte sinistra che serve a fissare il bloccadisco. Geniale! Tuttavia, devo fare qualche appunto: il display è ricco di informazioni, ma non è immediato nella lettura, infatti mi è capitato di non vedere la spia della riserva accendersi perché “mimetizzata” tra i vari dati. Inoltre, i blocchetti illuminati di rosso fanno una gran scena di notte, ma non illuminano la scritta sul comando, risultando più estetici che funzionali. Infine, il comando degli abbaglianti è posto molto vicino a dove impugno la frizione con l'indice: quando indosso guanti spessi - come quelli invernali - mi capita di “abbagliare” le macchine ogni volta che schiaccio la frizione.
Dai blocchetti retroilluminati della Zontes 310V si può aprire il serbatoio o inserire il bloccasterzo
CRUISER DA CITTÀ Reduce da una full immersion nel mondo Harley-Davidson, ammetto che la posizione in sella è da vera cruiser. Se non si è pratici con la sella bassa, le pedane là davanti e il manubrio alto e largo, ci vuole un po’ di pratica prima di trovarsi a proprio agio. Nei movimenti da fermo le pedane avanzate mi intralciano i movimenti delle gambe, il manubrio largo mi permette di essere agile nel traffico, ma i grandi specchietti sono un po’ d’impaccio. Fortunatamente la frizione morbida e ben modulabile mi permette di sgusciare tra le macchine senza problemi. Trovare la folle non è sempre facile, e quando dalla folle cerco di mettere la prima sembra che il cambio non trovi la marcia. Questo mi trae in inganno perché, quando lascio gradualmente la frizione, la marcia invece si innesta e talvolta mi capita di spegnere la moto al semaforo. Sta di fatto che, in movimento, il cambio mi piace perché è morbido ma preciso quando la guida si fa più aggressiva.
Ampia la luce a terra offerta dalle pedane della Zontes 310V
CRUISER DA CAMPAGNA La Zontes 310V mi stupisce per il brioso spunto ai bassi regimi, con una coppia (35 Nm) che raggiunge il suo picco a 7.500 giri/min, e lo fa con estrema linearità fino ad arrivare a quota 9.500 giri/min, ovvero quando il motore esprime tutti i 35 CV dichiarati. Peccato per le vibrazioni davvero fastidiose a partire dagli 8.000 giri/min, trasmesse soprattutto sulle gambe dal serbatoio da 15 litri. Visti i 175 kg, reputo le prestazioni adeguate alla moto che sacrifica le mere prestazioni sull’altare della facilità di guida e delle limitazioni per la guida con patente A2. L’allungo non è dei migliori, infatti nei sorpassi in autostrada o nelle strade extraurbane non posso fare affidamento soltanto alla potenza. In questa occasione, e nei trasferimenti extraurbani, la 310V tira fuori il suo vero animo cruiser: apprezzo la comodità della posizione in sella, ben imbottita e che offre un po’ di supporto lombare al guidatore. Quella del passeggero risulta altrettanto imbottita e comoda grazie anche allo schienalino, peccato per le pedane un po’ vicine alla seduta che portano a una posizione troppo rannicchiata per chi siede dietro. Sebbene l’assenza di protezione aerodinamica, il manubrio alto mi permette di tenere la schiena eretta mentre la posizione avanzata delle pedane non affatica per nulla le gambe.
Zontes 310V
TRA LE CURVE Per scoprire le doti dinamiche della Zontes decido di farmi una strada tutte curve, dove do libero sfogo al piccolo monocilindrico. Sarò onesto: da una cruiser di piccola cilindrata, il cui prezzo è in linea con il mercato delle 125, non avevo grandi aspettative. Sotto certi aspetti mi sono ricreduto, ma su altri le mie impressioni “a freddo” si sono riconfermate. L’impianto frenante, per esempio, è un po’ spugnoso all’anteriore mentre al posteriore mi è piaciuto perché è ben modulabile. L’assetto invece è tendenzialmente morbido, ma è coerente con il carattere da cruiser della 310V: la forcella affonda nelle frenate più decise per tornare lentamente in posizione neutrale, dietro invece gli ammortizzatori sono un po’ cedevoli per me che non sono un peso piuma (75 kg), probabilmente andando a modificare il precarico le molle mi avrebbero sostenuto di più in percorrenza. Nei cambi di direzione la 310V è agile per via del suo peso contenuto ma, vista la triangolazione, devo sfruttare a pieno la leva offerta dal largo manubrio. Le gomme CST di primo equipaggiamento offrono un buon grip quando portate in temperatura, personalmente avrei preferito uno pneumatico anteriore con sezione da 120 anziché da 110 così da regalarmi più fiducia in piega.
Buona la stabilità offerta dalla Zontes 310V
IN CONCLUSIONE La Zontes 310V mi è piaciuta molto per il suo motore vivace ai bassi/medi regimi e parco nei consumi (oltre i 25 km/l registrati sul display nel ciclo misto), per la posizione da cruiser adulta e dal suo equipaggiamento ricco (avviamento keyless, luci a LED, schermo TFT a colori) se si considera il prezzo di appena 5.390 euro. La ciclistica è in linea con quello di una cruiser “entry level” che arriva dall’Oriente: assetto morbido e uno pneumatico anteriore un po’ troppo stretto, mentre l’assetto morbido lo si apprezza in città e alle andature con un ritmo blando.
Il freno a disco singolo anteriore della Zontes 310V
SCHEDA TECNICA ZONTES V310
- Motore: monocilindrico da 311,7 cc, 4 tempi
- Raffreddamento: a liquido
- Trasmissione: finale a catena
- Cambio: cambio manuale a 6 marce, frizione multidisco
- Potenza: 35 CV (26 kW) a 9.500 giri/min
- Coppia: 30 Nm (3 kgm) a 7.500 giri/min
- Telaio: tubi in acciaio con telaietto posteriore
- Sospensioneant: forcella a steli rovesciati
- Sospensionepost: forcellone bibraccio
- Pneumatici: ant. 110/70 “17, post. 180/55 “17
- Freni: a disco
- Serbatoio: 15 litri
- Peso: 175 kg
- Prezzo: 5.390 euro
ABBIGLIAMENTO DELLA PROVA
- Casco: Caberg Ghost
- Giacca: Tucano Urbano Pol-Ice
- Guanti: Tucano Urbano Hub 2G
- Pantaloni: Tucano Urbano Leocargo
- Scarpe: TCX Rook Waterproof