Difficile resistere al richiamo della mobilità sostenibile, al fascino di una e-bike o di un monopattino, anche se il tuo lavoro è costruire auto, oppure moto. Vale per Ducati, per Harley-Davidson, Lamborghini... e anche Lancia, che qualche mese fa ha presentato la sua gamma di biciclette a pedalata assistita, realizzate in collaborazione con lo specialista Platum, ex MT Distribution. Visto anche il prezzo particolarmente interessante, non mi sono lasciato sfuggire l’occasione di pedalarci sopra per qualche settimana.
COME È FATTA
Lancia Genio: visuale laterale
Presentata come una mountain bike, la Genio è in realtà una trekking da città, con un telaio in alluminio dalle linee pulite ed eleganti, impreziosito dallo stemma Lancia sul piantone dello sterzo e da una decorazione azzurra sul tubo della sella. Nel complesso la qualità costruttiva non è male: alterna alcuni elementi di buona fattura (la protezione per il deragliatore, il portapacchi robusto e ben studiato o il cavalletto posteriore regolabile in altezza) ad altri più economici, come i parafanghi fissati alle forcelle con sottili aste di metallo o i cavi dei freni legati al telaio con le fascette.
Lancia Genio: particolare della forcella anteriore
DOTAZIONE DA CITTÀ Oltre ai già citati portapacchi e cavalletto, la Genio offre di serie tutto ciò che serve per muoversi in sicurezza in città, dalle luci anteriore e posteriore (non molto potenti) ai parafanghi. Peccato per l’assenza di un copricatena utile a non sporcare i pantaloni. Bene anche la presenza del doppio freno a disco, davanti e dietro, per gestire al meglio le frenate più brusche.
COME VA SU STRADA
Lancia Genio: 70 km di autonomia con una sola carica
Il pregio principale di Lancia Genio sta in quello che, a bordo di un’automobile, definiremmo comfort di guida: la posizione di guida è comoda e rilassata, con il manubrio largo che permette di tenere le braccia ben distese e la sella sportiva con incavo centrale, imbottita il giusto senza risultare troppo soffice. Unica nota stonata le manopole di plastica morbida, che alla lunga tendono ad affaticare le mani.
Lancia Genio: il largo manubrio
SI VIAGGIA IN SOUPLESSE Muoversi in città con la Genio, tra buche e pavè, marciapiedi e asfalto genericamente dissestato, è un vero piacere: la sospensione anteriore da 50 mm assorbe bene le asperità, aiutata dalle generose ruote da 27,5” x 2,1”. Non è una gazzella, ma risulta comunque sufficientemente agile per muoversi bene nel traffico delle città.
Lancia Genio: grande e ben leggibile il display
SCHERMO COMPLETO Il display di buone dimensioni è ben leggibile, e restituisce tutte le informazioni che servono: livello di carica della batteria e di assistenza, potenza erogata dal motore, velocità istantanea e odometro che alterna i diversi dati di marcia (complessiva, corrente, velocità massima e media). Quattro i pulsanti sul piccolo telecomando, che comandano anche l’accensione delle luci e la selezione della modalità walk (per accompagnare la bici a bassa velocità quando ci si sposta a piedi): i tasti sono abbastanza vicini tra loro, e non sempre reattivi alla pressione, in particolare indossando guanti invernali.
MOTORE E BATTERIA
Lancia Genio: il motore Bafang nel mozzo posteriore
Il motore è nel mozzo della ruota posteriore, soluzione che permette di contenere pesi e costi, ma che fa arretrare il baricentro della bicicletta: questo obbliga a prestare un po’ di attenzione in più quando ci si muove in velocità, soprattutto in discesa. Al tempo stesso, però, ne beneficia la naturalezza della pedalata, e soprattutto la durata della catena di trasmissione, che non viene sollecitata come nel caso di un motore centrale. Il cambio è uno Shimano Tourney a 7 rapporti studiato per l’uso cittadino, con un pulsante per salire rapidamente di marcia e una leva per scalare, con un comodo indicatore del rapporto in uso: molto preciso e impeccabile nel funzionamento, confermando la bontà dei prodotti del costruttore giapponese.
Lancia Genio: la batteria estraibile
EROGAZIONE BALLERINA L’aspetto che mi ha convinto meno della Lancia Genio è nell’erogazione del motore Bafang, che risulta poco naturale: il sensore di spinta rileva l’inizio della pedalata e fa entrare l’assistenza del motore in maniera abbastanza secca, dando la fastidiosa sensazione che la bicicletta venga “spinta”, piuttosto che mossa dai pedali. Se l’assistenza è impostata ai livelli più alti l’accelerazione iniziale risulta un po’ brusca: attenzione alle ripartenze, in particolare con il manubrio inclinato o mentre si svicola nel traffico. Il motore però ha tanta potenza, e quando spinge permette di affrontare salite e cavalcavia senza spillare una goccia di sudore.
Lancia Genio: visuale di 3/4 anteriore
NON UN PESO PIUMA Ho trovato poco immediato il funzionamento dei cinque livelli di assistenza disponibili: più che regalare una percentuale variabile di spinta extra, ho avuto l’impressione che la spinta del motore non cambi più di tanto, e che si attenui raggiunta una certa velocità, oltre la quale il motore non spinge più, o comunque lavora molto meno. Il risultato è che per raggiungere i fatidici 25 km/h di velocità massima concessi dalla legge è di fatto indispensabile utilizzare il livello di assistenza massimo, chiamato “Turbo”, che è anche quello che fa durare meno la batteria. Ai livelli più bassi, semplicemente, si va meno veloce. Anche perché il peso non irrilevante della bicicletta (quasi 25 kg) rende discretamente faticosa la sola pedalata muscolare.
KM GIUSTI La batteria, integrata nell’obliquo, estraibile e protetta da una cover con serratura, ha una capacità di 374 Wh: l’autonomia oscilla tra i 40 km e i 70 km in base al livello di assistenza utilizzato, le condizioni della strada e del tempo, del peso del ciclista. Un valore in linea con quanto misurato nella mia prova.
CONCLUSIONI
Lancia Genio: lo stemma sul piantone
La Lancia Genio non è la bicicletta elettrica più leggera o agile che abbia mai avuto modo di guidare, e anche le finiture hanno qualche ombra su cui è difficile sorvolare. Nonostante questo, la prima e-bike della casa torinese è complessivamente ben fatta, robusta e affidabile, con tanti componenti di qualità (cambio e freni su tutti). Il suo principale punto di forza, però, rimane la comodità con cui permette di affrontare la giungla urbana, le cui strade sono molto meno piatte e accoglienti di quanto sembri. La posizione di guida è ben impostata, ruote e forcella anteriore aiutano ad assorbire le tante (troppe) asperità dell’asfalto, e il motore spinge quanto basta per affrontare il casa ufficio in tutta serenità. Il prezzo, infine, la rende una tra le offerte più interessanti sul mercato per chi ha un budget di spesa limitato.
SCHEDA TECNICA
Telaio | Alluminio |
Motore | Bafang 250 W nel mozzo posteriore |
Batteria | 374 Wh |
Cambio | Shimano Tourney 7 rapporti |
Freni | Disco, anteriore e posteriore |
Ruote | 27.5” x 2.1” su cerchi in alluminio |
Forcella | Zoom 50 mm |
Autonomia | 40 – 70 km |
Peso | 24,6 kg |
Prezzo | 1.499 euro |