Prova su strada della Honda CBR1000RR Fireblade: opinioni, caratteristiche, pregi e difetti della supersportiva cattiva ma facile
PROVA SU STRADA Rinnovata nel 2017, la Honda CBR1000RR Fireblade da molto tempo non è più solo la sportiva più amichevole sul mercato: infatti è proposta in tre versioni distinte. La standard – che proviamo oggi – è destinata all'uso prevalentemente stradale ed è l'unica omologata per il passeggero. Poi ci sono le versioni SP e SP2: step che la avvicinano alla moto che corre in Superbike.
GUIDA SPORTIVA Aggressiva e spigolosa, la Fireblade ha telaio massiccio, che fa tanto MotoGP. La posizione di guida favorisce gli spostamenti del busto, con la sella a 832 mm da terra parecchio rialzata rispetto al manubrio che, da parte sua, è ben aperto. Un po' avanzate le pedane. Questa posizione mi fa sentire in alto, sopra la moto invece che parte di essa: più che su altre supersportive.
PIEGA DA SOLA Una caratteristica della Fireblade che mi piace da matti è la leggerezza e l'omogeneità con cui scende in piega, fino a stabilizzarsi magicamente all'angolo di inclinazione perfetto. Un tratto tipico del DNA Honda. Al manubrio, su cui agisce un ammortizzatore di sterzo elettronico, non sento mai forze parassite, per una neutralità perfetta.
AGILISSIMA E visto che ormai stiamo parlando di guida, la Honda CBR1000RRnon è tra le sportive più feroci ad aggredire la corda, ma è davvero svelta ed efficace nei cambi di direzione: aiutata dall'interasse di appena 1.405 mm e dal peso di 196 kg col pieno di benzina, il record della categoria.
BEL TIRO! Esaltante la progressione del motore, che ha 192 cavalli, 114 Nm di coppia massima e un bel tiro ai medi regimi. E complice lo scarico opzionale Akrapovic (1.586 euro) appaga l'orecchio con timbriche molto variegate. Molto precisa e godibile è la risposta gas, grazie all’acceleratore by-wire derivato da quello della RC213V-S: nientemeno che la replica stradale della MotoGP.
CONTROLLI ELETTRONICI Il Throttle by wire, come lo chiama Honda, apre la porta all'ormai consueta dotazione di controlli elettronici e riding mode personalizzabili: efficaci nella guida sportiva, segnalo solo che l'ABS è a volte un po' invasivo e il controllo dell'impennata è parte del controllo di trazione, dunque è impossibile regolare queste due funzioni separatamente.
UN OPTIONAL DA CONSIDERARE Esemplare il quickshifter, che per la Fireblade standard è opzionale (781,15 euro): ha un funzionamento dolce, preciso ed efficace a qualunque andatura, persino alle più basse. Il cambio, d'altra parte, è un gioiellino, con innesti impeccabili e una manovrabilità facilissima: tanto con le scarpe quanto con gli stivali da pista.
BENE ANCHE IN CITTÀ Ottimo il lavoro delle sospensioni Showa completamente regolabili e delle pinze freno Tokico, tanto sulle strade di collina quanto – addirittura – sul pavé cittadino: un terreno che la CBR conoscerà di rado, ma dove sfoggia comunque alcune doti insospettabili. Infatti ha un diametro di sterzo abbastanza contenuto, che rende la vita facile quando si cerca di svicolare nel traffico. E pure pavé e tombini non fanno paura, visto che la Fireblade ci passa sopra con buona elasticità.
I CONSUMI Nell'uso quotidiano sento la mancanza di un indicatore di livello del carburante: qui, come su molte supersportive c'è solo la spia della riserva. A proposito, i consumi nel traffico sono attorno ai 7,5 l/100 km, dice il computer di bordo.
GIOCO DI SPECCHI L'unica critica riguarda gli specchi retrovisori, che offrono regolazioni limitate e, nel campo visivo, hanno una vera passione per i miei gomiti. Lo prendo come un complimento. Disponibile nella sola livrea rosso/nero che vedete qui, la Fireblade standard costa 18.890 euro.
ABBIGLIAMENTO
CASCO CABERG DRIFT CARBON Il design è molto aggressivo, degno di un prodotto racing, ma l'integrale Caberg Drift Carbon è pensato per l'uso turistico sportivo e lo si capisce dal visierino parasole antigraffio integrato. Le prese d’aria sono tre, dai meccanismi di regolazione particolarmente stabili, mentre la visiera trasparente è di tipo Pinlock Max Vision e resiste molto bene all'appannamento. La calzata è confortevole, amche grazie al sistema di chiusiìura a doppio anello, e indossato il Carbon dà una piacevole sensazione di leggerezza, pesando appena 1.290 g. Comoda poi l'apertura della visiera anche indossando guanti pesanti, grazie agli ampi risalti laterali – ambidestri – dal profilo aerodinamico.
GIACCA DAINESE SUPER RIDER D-DRY JACKET Ispirata alle giacche più sportive, la Dainese Super Rider D-Dry ha aggressive protezioni sulle spalle, rinforzate con placche di alluminio, robuste protezioni per gomiti e avambracci e una gobba aerodinamica integrata sul dorso. Ampi gli inserti in pelle bovina, ma sono suprattutto il tessuto Mugello bi-elastico e gli ampi inserti in Mesh a caratterizzarla, visto che nei mesi caldi la sua struttura a rete garantisce una ventilazione eccezionale e una vestibilità perfetta. Internamente ci sono due tasche molto ampie, la predisposizione per il paraschiena e una fodera impermeabile D-Dry removibile, che la rende più versatile (ma sempre poco indicata con la pioggia).
GUANTI DAINESE 4 STROKE EVO È un guanto corto dallo spiccato carattere sportivo. Comodo da indossare, ha però una struttura un po' rigida e richiede un po' di rodaggio per ammorbidirsi a dovere. A dispetto del look non è un guanto particolarmente caldo, quindi si porta volentieri nelle stagioni temperate. Ha inserti compositi in acciaio inox e TPR su nocche e dorso per un look tecnico ed aggressivo, e il mignolo è rinforzato, con inserti in resina termoplastica sulle giunture delle dita. Il senso di protezione che regalano è davvero elevato: all'altezza dei guanti da pista. Rispetto alla versione precedente anche il grip del palmo è maggiore così come la resistenza all’usura.
PANTALONI TUCANO URBANO GINS Hanno tasche per le protezioni su ginocchia e anca ma anche senza di esse fanno sentire protetti grazie al maggior spessore del tessuto in queste aree critiche. Eppure risultano comodi e non rigidi e le cuciture aggiuntive per le tasche di cui sopra non si sentono. E la sensazione di libertà non viene meno neppure con le protezioni! Sono fatti in denim di cotone con trattamento idrorepellente, non di meno non fanno sudare e anzi danno sempre una piacevole sensazione di traspirazione. Le bandelle ad alta visibilità? Ci sono ma non danno nell'occhio: una buona notizia per chi non ama indossare capi dal look troppo tecnico.
SCARPE STYLMARTIN MARSHALL Le nuove Marshall di Stylmartin sono scarpe strutturate, vale a dire che la tomaia, in pelle idrorepellente color tortora, il sottopiede, anatomico e traspirante e la suola in gomma sono fissati insieme all’interno di una forma, per garantire il miglior sostegno possibile del piede. Hanno una calzata comoda e trasmettono un gran senso di protezione alla caviglia, pur lasciando una libertà di movimento paragonabile alle sneaker basse. A confermare la loro qualifica di capo tecnico ci pensano, invece, la fodera impermeabile interna, le protezioni sui malleoli e il paracambio.