Piccola nelle dimensioni, ma non nel divertimento: come è fatta e come va la Honda CB300R, naked della gamma Neo Sports Café
COMPATTA, MA COMODA Piccola all'occhio, ma fatta come una grande: guardandola distrattamente non ci si accorge delle reali dimensioni della Honda CB300R, che appaiono chiare una volta saliti in sella. Lunga appena più di 2 metri, ha la seduta a 80 cm da terra e il girovita decisamente snello, che permette un facile appoggio a piloti corti di gamba. Nondimeno la posizione di guida è comoda anche per piloti di statura sopra la media e consente una buona adattabilità. Meno soddisfacente è la sistemazione del passeggero: non sta scomodo, ma i centimetri di sella a sua disposizione non sono moltisimi. In compenso sotto lo strapuntino ci sono due appigli piuttosto comodi per tenersi e ben armonizzati dal punto di vista estetico.
FATTA COME UNA GRANDE Degna rappresentante della famiglia delle naked Neo Sports Café, che ha appena dato il benvenuto alla Honda CB650R 2019, la Honda CB300R è ben fatta per materiali e finiture. Ha fari full LED, staffe porta-pedane in alluminio per pilota e passeggero e forcellone asimmetrico (in acciaio, come il telaio). Il motore è un monocilindrico da 286 cc e 31,4 CV e 27,5 Nm: fa sì che questa moto si possa guidare già con la patente A2. Il cambio è a 6 marce, il peso di 143,5 kg con il pieno di benzina e il monoammortizzatore regolabile nel precarico molla su 5 posizioni: collega direttamente il forcellone al telaio, senza leveraggio progressivo.
CI VUOLE OCCHIO La strumentazione è raccolta in un elegante display digitale: perfetto per look e dimensioni se lo valuto dal punto di vista del design. Meno perfetto dal punto di vista... oculistico. Per chi non ha più una vista d'aquila non è leggibilissimo e la posizione bassa e ravvicinata dettata dalle dimensioni della moto lo pongono un po' lontano dallo sguardo durante la guida. Mi coglie in contropiede (ancora, dopo tanti anni) il comando frecce messo in posizione invertita rispetto alle altre marche di moto: sulla maggior parte delle Honda – forse tutte quelle moderne - si trova al centro del blocchetto elettrico e sotto di esso si trova il clacson. Risultato, finisco spesso per suonare invece di indicare la mia prossima svolta. Chissà quante volte mi hanno preso a male parole...
CHE GRINTA! Davvero sorprendente è la grinta del motore. Da un monocilindrico di 300 cc certo non mi aspetto la spinta che quello della Honda CB300R sa sprigionare a partire dai medi regimi, per poi distendersi con incredibile autorevolezza fino al limitatore. Negli stacchi da fermo e nei passaggi prima-seconda la Hondina accenna persino a sollevare la ruota davanti! La voce del piccolo mono, poi, dimostra notevoli ambizioni. Il volume è piuttosto impertinente, quando tiro le marce. Martella con un suono cupo, compatto e gutturale che richiama cilindrate più importanti. Bassi i consumi: 3,3 l/100 km, dichiara Honda, che anche con una guida stradale brillante non salgono oltre i 3,6 misurati con il computer di bordo, per un'autonomia di quasi 280 km con i 10 litri di capacità del serbatoio.
LA GUIDA ENTUSIASMA Forse scontata per una Honda, ma non meno rilevante da notare, è la guidabilità. La maneggevolezza è elevata e la neutralità nella discesa in piega è da riferimento. Nel misto, la CB300R mette anche in mostra precisione e rigore di alto livello. Buona la tenuta di strada, esaltata da pneumatici da 110/70 R17 all’anteriore e 150/60 R17 al posteriore. Me lo conferma il collega Danilo che, in un momento di mia distrazione, me l'ha scippata per una vivace sgroppata sulle colline. Di certo qui non siamo di fronte a un ripiego rispetto a moto di cilindrate superiori, né tantomeno a una motoretta nata come alternativa a uno scooter. Alla guida, la Honda sa far godere per davvero e permette di togliersi belle soddisfazioni ogni volta che le condizioni consentono di guidare sul serio.
IL PELO NELL'UOVO Unica sbavatura a tutta questa soddisfazione è l'assetto sostenuto, che filtra decorosamente il pavé e gli avvallamenti, ma non riesce ad attutire a dovere gli scossoni su certi tombini di città. Altro lato perfettibile della CB300R è il freno anteriore che, nonostante il disco flottante da 296 mm e la pinza radiale a 4 pistoncini, ha una potenza adeguata, ma non esuberante. La modulabilità come il feeling sotto sforzo, poi, non sono perfetti. C'è di buono che a evitare bloccaggi provvede un efficace impianto ABS. Quanto costa l'Hondina? 5.090 euro e visti i prezzi di certi scooter viene proprio da dire “OK, il prezzo è giusto!”.
ABBIGLIAMENTO
CASCO CABERG GHOST Un casco per distinguersi, questo Ghost. Non è un integrale, ma si può usare chiuso, con la protezione in gomma sotto la visiera, ma anche in configurazione jet. La guarnizione anti-spifferi in spugna alla base della lente si può aggiungere o togliere, per far diventare il Ghost quasi un casco da cross. Comodo nella calzata, è protettivo ma non claustrofobico e può contare sulla calotta in fibra di carbonio, senza prese d'aria. Bella la finitura color bronzo antico.
GIACCA HEVIK GARAGE Un chiodo dal look sobrio, fatto con pelle di bell'aspetto, con imbottiture sulle tasche anteriori. Oltre alle protezioni su spalle e gomiti, c'è anche l'inserto per il paraschiena. Pratiche le regolazioni a velcro in vita, così come il gilet interno imbottito staccabile. Disponibile in nero o marrone, nelle taglie dalla S alla 3XL.
GUANTI HEVIK GARAGE Stile classico e calzata comodissima per questo guanto estivo-primaverile, che fa leva sull'estetica: non ha protezioni rigide ma solo rinforzi nei punti caldi. In compenso offre una sensibilità eccellente e una buona traspirabilità grazie ai fori di ventilazione sull'interno delle dita. La pelle, tra l'altro, permette di usare gli schermi tuch di smartphone e navigatori mentre la chiusura, sul polsino, è a strappo. Disponibile nelle taglie dalla S alla 3XL.
JEANS HEVIK STONE Per chi vuole sentirsi protetto, senza rinunciare alla scioltezza nei movimenti, gli Hevik Stone potrebbero essere la scelta adatta. Si indossano come un pantalone da passeggio e vestono “morbidi” ma hanno una scorza bella dura. Dentro, una fodera in fibra di rinforzo, imbottiture estraibili sui fianchi e protezioni alle ginocchia (estraibili) giocano in mia difesa nella malaugurata ipotesi di un incontro ravvicinato con l’asfalto. Un compromesso? Rispetto a un capo tecnico in senso stretto forse sì. Ma meglio un jeans che ami e quindi indossi sempre, rispetto a una corazza che quando serve... l'hai lasciata nell'armadio.
SCARPE TCX STREET ACE WATERPROOF BLACK Sneaker dal taglio alto realizzate in pelle pieno fiore con inserti in pelle scamosciata, calzano comodamente al piede e non infastidiscono, anche dopo diverese ore di utilizzo, grazie al sistema CFS (Comfort Fit System) che riproduce fedelmente l’anatomia del piede, conferendo così al prodotto un elevatissimo grado di comfort. La fodera interna è waterproof è l'ideale nelle giornate con meteo inclemente. La sicurezza è garantita dalle protezioni su malleoli, punte e talloni.