COMPARATIVA NAKED MEDIE: BENELLI VS GIAPPONESI
Facile, divertente, alla portata di tutti i portafogli e rigorosamente bicilindrica, questi sembrano essere gli ingredienti per il successo di una naked di media cilindrata. Da anni va in scena il duello tutto nipponico tra Yamaha MT-07 e Kawasaki Z650, che quest’anno ha affilato gli artigli per sfoderare l’attacco allo scettro di migliore della categoria. Della partita sono anche la nuova Benelli 752 S, moto che sancisce il ritorno del marchio italo-cinese nel segmento delle cilindrate maggiori, e l’intramontabile Suzuki SV650, la veterana della categoria che, nonostante non venga aggiornata da un po’, rimane sempre un’alternativa valida da tenere in considerazione. Scettro in palio… Dai che si va!
- Com'è fatta Benelli 752 S
- Com'è fatta Kawasaki Z650
- Com'è fatta Yamaha MT-07
- Com'è fatta Suzuki SV 650
- Come va Benelli 752 S
- Come va Kawasaki Z650
- Come va Yamaha MT-07
- Come va Suzuki SV 650
- Prezzo e accessori Benelli 752 S
- Prezzo e accessori Kawasaki Z650
- Prezzo e accessori Yamaha MT-07
- Prezzo e acessori Suzuki SV 650
COM’È FATTA BENELLI 752 S
Comparativa naked medie: Benelli 752 S
Partiamo con l’ultima arrivata, la Benelli 752 S. La casa pesarese ha scelto una strada diversa da tutte le sue competitor puntando forte sulla bontà della componentistica: forcella Marzocchi a steli rovesciati da 50 mm pluriregolabile, pinze freno Brembo ad attacco radiale e le ottime gomme Pirelli Angel GT le ha solo lei. Il design è studiato dal centro stile italiano e si vede, di buon livello per il segmento sono anche la cura di finiture e accessori come i fari full LED e il display TFT a colori, che però non brilla per leggibilità e ricchezza d’informazioni. L’abitabilità è buona per piloti di tutte le taglie o quasi, con la sella a 80 cm da terra e il manubrio bello largo che permette di controllare al meglio tutti i 228 kg di peso. Non sono pochi, la 752 è nettamente più pesante del resto della compagnia, i kg extra sono dovuti al robusto telaio a traliccio in tubi d’acciaio… insomma soffre della sindrome delle ossa grosse. La posizione in sella è lo specchio dell’indole della naked pesarese, si sta col busto leggermente caricato in avanti e con le ginocchia rannicchiate, pronti ad aggredire le curve. Peccato che all’impostazione sbarazzina non corrisponda altrettanta grinta dal motore. Il bicilindrico parallelo frontemarcia da 754 cc, che eroga 77 CV a 8.500 giri e 67 Nm di coppia a 6.500, a dispetto di numeri da primato, non è un fulmine a prendere i giri e rispetto ai rivali sembra più fiacco, specialmente alle prime aperture di gas, un problema in parte risolvibile modificando la trasmissione finale.
COM’È FATTA KAWASAKI Z650
Comparativa naked medie: Kawasaki Z650
Squadra che vince non si cambia, o meglio, non si stravolge. Kawasaki per la sua nuova Z650 ha usato la lima piuttosto che l’accetta. Per farle fare un balzo in avanti i tecnici hanno puntato sul design ancora aggressivo del frontale con un nuovo faro a LED e fianchetti ridisegnati. L’altra grande novità è la strumentazione TFT a colori – sempre ben visibile e di facile lettura – dotata di connessione Bluetooth. Tramite l’app Rideology (disponibile per IOS e alcuni modelli Android) è possibile consultare i dati di navigazione, impostare il LED dell’indicatore di cambiata, consultare i dati sui tagliandi e ricevere le notifiche dal proprio telefono… Kawasaki è la prima a portare la connessione in questo segmento. La Z 650 appare compatta e leggera, sembra quasi appartenere ad una categoria inferiore. Il peso in ordine di marcia è di appena 188 kg, che combinati alla sella alta appena 79 cm da terra, rendono la media nipponica facile da guidare per piloti di tutte le abilità ma non di tutte le taglie: chi supera 1,80 m si troverà con le ginocchia rannicchiate. A livello meccanico non ci sono novità da segnalare ma vale la pena fare un ripasso: il telaio a traliccio in acciaio abbraccia un bicilindrico parallelo di 649 cc da 68 CV a 8.000 giri e 64 Nm a 6.700 giri/min, numeri che la mettono all’ultimo posto in quanto a prestazioni ma solo sulla carta, come vedremo, su strada si difende egregiamente. Il comparto ciclistico vede una forcella tradizione con steli da 41 mm e un mono ammortizzatore regolabile nel precarico della molla. Per quanto riguarda l’impianto frenante, la Z650 si affida a due dischi a margherita da 300 mm davanti e ad un disco singolo da 220 mm dietro, entrambi morsi da pinze Nissin. A vigilare su eventuali bloccaggi indesiderati c'è poi un ABS Bosch 9.1M.
COM’È FATTA YAMAHA MT-07
Comparativa naked medie: abbigliamento Emanuele Colombo
Meno tecnologica della Kawasaki, meno pregiata a livello di finiture e componentistica della Benelli, eppure la Yamaha MT-07 piace talmente tanto da essere regina del mercato. Il motivo è da cercare nell’incredibile equilibrio: non sarà la migliore in quanto a finiture eppure non le si trova nulla fuori posto e, nonostante l’ultimo restyling risalga a 2 anni fa, le sue linee sono ancora molto attuali. Discorso analogo per la strumentazione che non sarà la più tecnologica, ma mostra tutte le informazioni necessarie e spicca per leggibilità in tutte le condizioni di luce. Tra tutte è quella che convince di più in quanto ad abitabilità e posizione in sella: nonostante la seduta a 805 mm da terra è facile toccare il terreno grazie alla vita snella, anche per chi non ha lo stacco di coscia di Naomi Campbell, inoltre qui i chili da gestire sono appena 182 in ordine di marcia, che fanno della MT-07 la più leggera della categoria. A livello ciclistico la Yamaha MT-07 fa affidamento su un telaio a diamante in acciaio accoppiato ad una forcella telescopica da 41 mm e a un monoammortizzatore con leveraggio progressivo, proprio come sulle cugine Kawasaki e Suzuki, mentre l’impianto frenante è composto da pinze assiali che mordono due dischi a margherita da 282 mm all’anteriore e disco da 245 mm al posteriore. Dulcis in fundo il motore, vero pezzo forte della naked di Iwata: il bicilindrico CP2 da 698 cc di cilindrata, 75 CV a 9.000 giri/min. e 68 Nm di coppia a 6.500 giri/min spicca per prontezza ed è di gran lunga il più godibile su strada.
COM’È FATTA SUZUKI SV650
Comparativa naked medie: Suzuki SV 650
La Suzuki SV650 è un vero e proprio esempio di longevità, nonostante l’ultimo aggiornamento risalga al 2015, la naked di Suzuki ha ancora tutte le carte in regola per battagliare in uno dei segmenti di mercato più competitivi. Non ruberà certo l’occhio per il design o il pregio delle sue finiture, ma c’è tanta concretezza e questo non per forza è un difetto… peccato per le tante plastiche grezze in bella vista. Anche per lei il display è un tradizionale LCD con tutte le informazioni necessarie. La posizione in sella è quella che più mette a proprio agio i neofiti con il manubrio largo il giusto che conferisce una ottima sensazione di controllo, le pedane in posizione leggermente rialzata e la sella è bassa da terra, a 785mm, la più bassa del segmento. Come per le altre giapponesi, anche sulla Suzuki il comparto ciclistico non colpisce per soluzioni all’ultimo grido: la forcella usa lo schema telescopico tradizionale, con steli da 41 mm e il monoammortizzatore è regolabile solo nel precarico, mentre per quanto riguarda l’impianto frenante si può fare affidamento su una coppia di dischi da 290 mm davanti e disco da 240 mm morsi da pinze assiali, qui l’ABS è Nissin. Nonostante sia l’unica ad aver il telaio in alluminio, anche in questo caso a traliccio, la SV è più leggera solo della Benelli con i suoi 195 kg a secco, peso che è comunque ben mascherato e bilanciato… sembra quasi una bicicletta tanto è la sensazione di leggerezza. A differenziarla dalle altre ci pensa il motore da 645 cc, rigorosamente bicilindrico, ma qui con disposizione dei cilindri a V e capace di 76 CV a 8.400 giri e 64 Nm di coppia 8,100 giri/min.
COME VA BENELLI 752 S
Benelli 752 S in azione
Datele una strada ricca di curve a medio raggio da raccordare e un asfalto liscio come il tavolo di un biliardo e la Benelli farà la differenza, del lotto è quella che più invoglia ad alzare il ritmo. Merito dell’avantreno granitico e molto comunicativo, dell’abbondante potenza messa a disposizione dall’impianto frenante e del sound gasante che esce dallo scarico, ma nel misto stretto il baricentro alto e i kg extra la penalizzano. Un vero peccato che il motore non sia all’altezza della ciclistica, altrimenti saremmo di fronte ad un insospettabile moto da sparo. Nel commuting quotidiano bisogna fare i conti con la taratura rigida delle sospensioni: sull’asfalto sconnesso o sui dossi e pavé, tipici delle città si soffre specialmente per la risposta secca del monoammortizzatore privo di leveraggio. Convince molto il funzionamento del cambio, dalla corsa corta e con innesti precisi, meno la frizione che rispetto alle rivali è meno prevedibile allo stacco, un punto debole specialmente se ci si rivolge a chi è alle prime armi.
COME VA KAWASAKI Z650
Kawasaki Z650
Se non fosse verde e inconfondibilmente Kawasaki nello stile sembrerebbe di essere in sella ad una Honda. Luoghi comuni a parte, la Z650 mette a proprio agio fin da subito. La frizione è leggera e prevedibile allo stacco, la dinamica nella discesa in piega è neutra e il motore è un portento di elasticità: riprende senza batter ciglio in sesta marcia a velocità da bici più che da moto e ai medi regimi tira fuori anche un bel caratterino. In quanto a confort è la migliore: grazie alla taratura morbida delle sospensioni e alla sella ben imbottita- anche per il passeggero - si passa senza problemi sullo sconnesso, un bel vantaggio dato lo stato delle nostre strade. Grazie al manubrio stretto, all’ottima agilità e alla sella bassa, poi, lo slalom tra le auto in coda non è affatto un problema… valutatela se lo scooter proprio non lo sopportate. La Z 650, però, sa anche divertire tra le curve: la forcella, tarata sul morbido, affonda il giusto per inserirsi bene in curva, ma poi si fa più sostenuta, mentre il monoammortizzatore mostra il fianco solo quando il ritmo diventa forsennato. Non deludono nemmeno i freni, ottimo il mordente offerto dall'anteriore, di potenza ce n'è d'avanzo. Peccato per una leva fin troppo reattiva specialmente per chi è alle prime armi.
COME VA YAMAHA MT-07
Yamaha MT-07
Se siete alla ricerca di una moto che vi stampi un sorriso in faccia dall’accensione allo spegnimento del motore la Yamaha MT-07 è ciò che cercate, è la fun bike per eccellenza. È leggera, facile e briosa, quasi come un bambino discolo delle scuole elementari. Il punto forte è senza dubbio il motore, il migliore della categoria in quanto a prestazioni. Il meglio arriva tra i 5.000 e gli 8.000 giri e alle marce basse rimane una piacevole tendenza… a consumare poco la ruota anteriore. Si, insomma, la Yamaha MT-07 adora fare le impennate. Il motore è talmente bello che quasi mette in cattiva luce la ciclistica. Sia chiaro, la MT-07 non va affatto male, tra le curve cambia direzione col pensiero, ma l’indole sbarazzina porta facilmente ad alzare il ritmo e in queste condizioni della componentistica migliore, come quella di Benelli (tanto per non fare nomi) avrebbe messo la ciliegina sulla torta. A loro discolpa freni e sospensioni funzionano molto bene in città grazie alla buona taratura dell’ABS, il meno invasivo, e delle sospensioni che assorbono senza problemi le asperità.
COME VA SUZUKI SV650
Suzuki SV650
Parola d’ordine: insospettabile, ma solo per chi non la conosce. La Suzuki SV650 non colpisce con ciclistica e tecnologia all’ultimo grido eppure, percorsi i primi, lascia quasi increduli per il piacere di guida che riesce a trasmettere. Il segreto sta nella versatilità: in città non sarà comoda coma la Kawasaki, la sella è più rigida così come la taratura delle sospensioni, ma se le cava alla grande e quando si imboccano le strade ricche di curve non teme il confronto con le rivali grazie alle prestazioni del motore che, in quanto a verve, è secondo solo a quello di Yamaha, ma rispetto a quest’ultimo quando si insiste sul gas ha un migliore allungo. Certo, anche in questo caso la ciclistica non è quella di una sportiva ma nel misto stretto si fa fatica a lasciarsela alle spalle. A volerle trovare dei difetti rispetto alle concorrenti è quella che convince meno in quanto a prestazioni dell’impianto frenante, che pecca di potenza ma è comunque modulabile, e le gomme di primo equipaggiamento Dunlop RoadSmart che in alcuni casi hanno manifestato perdite di aderenza.
COLORI E PREZZO BENELLI 752 S
Disponibile verde o nera, la Benelli 752 S costa 6.990 euro f.c. Al momento la casa pesarese non ha previsto una linea di accessori a lei dedicata, per la personalizzazione bisogna fare affidamento ai produttori aftermarket. Peccato, perché una sella confort o un parabrezza per chi vuole usare la moto anche per qualche viaggetto non avrebbero affatto sfigurato. Concediamole l’attenuante del covid e la gioventù del progetto.
COLORI E PREZZO KAWASAKI Z650
La nuda Kawasaki viene proposta in tre varianti cromatiche: nera a 7.090 euro oppure verde/nera o bianco/nera con un sovrapprezzo di 100 euro. Ricchissimo il catalogo accessori, dal quale consiglio la sella più alta di 3 cm che migliora l’ergonomia per chi supera il 1,75 cm. Per gli amanti della sportività, poi, c’è anche la versione Performance che si caratterizza per lo scarico completo in titanio Akrapovic, il cupolino fumé, il kit coprisella e l’adesivo para serbatoio, il prezzo in questo allestimento sale fino a 8.580 euro.
COLORI E PREZZO YAMAHA MT-07
Tre colori tra cui scegliere anche per la Yamaha MT-07: Ice fluo, il colore della moto in prova, Icon Blue o Tech Black. Il prezzo? 6.799 euro f.c. Anche per la naked di Iwata la lista di accessori è pressoché infinita e comprende componenti ricavati dal pieno, borse serbatoio, bauletti e frecce a LED. Costoso ma decisamente appagante è lo scarico in titanio firmato Akrapovic, un optional da 1.310 euro.
COLORI E PREZZO SUZUKI SV 650
Indovinante un po’? Anche la Suzuki SV 650 è proposta in tre diverse colorazioni: tutta nera, nera con telaio rosso oppure grigia con telaio blu come l’esemplare della nostra prova. Tra tutte è quella che costa meno, viene infatti proposta a 6.590 euro f.c. Anche per lei la lista di accessori è lunghissima e comprende borse laterali e serbatoio, adesivi, sella confort e terminali di scarico aftermarket SC-project o Fresco.
CONCLUSIONI
Insomma, come avrete capito, le tre giapponesi sono molto simili come filosofia mentre Benelli rischia tutto con una strategia diversa che solo il tempo, e le vendite, ci diranno se sarà vincente. Stabilire una vincitrice assoluta è davvero molto difficile, ognuna di queste naked convince per un aspetto. Benelli è la soluzione ideale per chi vuole appagare vista e tatto e, con le dovute condizioni, assaporare sensazioni di guida da segmento superiore. Kawasaki dal canto suo offre una completezza di dotazione senza eguali ma quando è tempo di fare due pieghe non si tira certo indietro mentre Suzuki, in quanto a rapporto qualità prezzo non ha rivali. E Yamaha? In attesa dell’arrivo del nuovo modello tiene botta, le sue qualità la pongono ancora al vertice della categoria, ma le rivali si sono fatte agguerrite e il trono non è mai stato così traballante.
SCHEDA TECNICA BENELLI 752S
- MOTORE Bicilindrico parallelo
- CILINDRATA 754 cc
- POTENZA 77 CV
- COPPIA 67 Nm
- PESO 227 kg o.d.m.
- PREZZO 6.990 Euro
SCHEDA TECNICA YAMAHA MT-07
- MOTORE Bicilindrico parallelo
- CILINDRATA 689 cc
- POTENZA 75 CV
- COPPIA 68 Nm
- PESO 182 kg o.d.m.
- PREZZO 6.799 Euro
SCHEDA TECNICA KAWASAKI Z650
- MOTORE Bicilindrico Parallelo
- CILINDRATA 649 cc
- POTENZA 68 CV
- COPPIA 64 Nm
- PESO 188 kg o.d.m.
- PREZZO 7.090 Euro
SCHEDA TECNICA SUZUKI SV 650
- MOTORE Bicilindrico a V
- CILINDRATA 649 cc
- POTENZA 76 CV
- COPPIA 64 Nm
- PESO 195 kg a secco
- PREZZO 6.590 Euro