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Per capire il carattere di queste maxi naked, basta un colpo d’occhio: i designer hanno lavorato bene su Honda CB1100 EX e Yamaha XJR 1300.
CLASSIC O NEW WAVE? Linee orizzontali, motore con alette a vista e cerchi a raggi della Honda CB1100 sono ormai un nuovo classico tra le moto che si ispirano, per il look, alle sportive senza carena degli Anni 70. Muscoli esibiti e aggressività sfacciata invece per la Yamaha XJR 1300, che occupa lo spazio con le sue masse protese in avanti, cattura l’occhio con una livrea più appariscente di quella dell’elegante CB1100 e porta lo sguardo sul quattro-in-linea raffreddato ad aria inserito nel telaio in tubi d’acciaio. Visto che nella guida ho scoperto che sono state mantenute piuttosto fedelmente le promesse fatte dal l’estetica di ciascuna, sono curioso di scoprire come sono fatte queste moto che, in diverso modo, sono ugualmente piacevoli da guidare.
70ies SENZA “PROBLEMS” Honda con la CB1100 ha fatto diventare realtà, negli Anni 2000, il sogno di tanti “ragazzi degli Anni 70”: possedere una moto veloce, totalmente affidabile e con una grinta estetica costruita tutta attorno alla meccanica. Le cromature, il bel disegno dei carter motore e i cerchi a raggi da 18’’ le donano quell’aria rétro che a tanti piace.
FOUR BY HONDA Il quattro cilindri raffreddato ad aria e olio della Honda è un classico della meccanica motociclistica. Cilindrata esatta di 1.140 cc (sfiora quindi il limite di approssimazione a 1.200 cc), alesaggio e corsa di 73,5x67,2 mm, rapporto di compressione di 9,5:1 (basso, come quello della XJR, per gli standard moderni, dato che il raffreddamento non è a liquido), sono alcuni dei valori caratteristici di questo grosso “four”.
MOTORE ELASTICO La potenza è di 90 CV a 7.500 giri, mentre la coppia è di 93 Nm (9,5 kgm) a 5.000 giri: 2.500 giri separano i valori massimi delle rispettive curve, dall’andamento lineare fin da regimi molto bassi. All’alimentazione provvede il sistema di iniezione Honda PGM-FI, anch’esso un new-classic tecnologico. Il motore è “appoggiato” dentro al telaio a doppia culla in acciaio, che posteriormente mantiene lo schema a doppio ammortizzatore (con regolazione del precarico molla), ed è collegato a un forcellone con sezione a “doppia T” che ne aumenta la resistenza a flessione e torsione.
TENSIONE CONTROLLATA Il regolatore della tensione della catena è a slitta, molto semplice da utilizzare (regolate personalmente la catena? Mantenete un gioco minimo del ramo inferiore di circa 20mm con moto sul cavalletto laterale). Completano il quadro della ciclistica i freni a doppio disco da 296 mm anteriori con pinze fisse a 4 pistoncini e il disco da 256 mm al posteriore, con pinza flottante a 1 pistoncino, il tutto asservito al sistema ABS.
RICORDANDO L’AMA La Yamaha XJR 1300 è decisamente più moderna nel design che reinterpreta, in chiave attuale, quello delle Superbike americane del campionato AMA anni Ottanta (a quelli della mia età piacerà quindi parecchio). Alle cromature della Honda, la XJR risponde con il nero, opaco e lucido, utilizzato su collettori, carter motore e parecchie altre parti della moto. I cerchi in lega a tre bracci calzano coperture dalla sezione generosa (la XJR monta 180/55-17 e 120/70-17, contro i 140/70-18 e 110/80-18 della Honda) e montano dischi freno da 298 mm all’anteriore e 267 mm posteriormente.
CULLA D’ACCIAIO Anche la possente XJR sfrutta la soluzione a doppia culla per il telaio, con il motore che non è parte stressata della struttura. Un lungo forcellone porta dal telaio ai doppi ammortizzatori, decisamente più sofisticati di quelli Honda, completamente regolabili e marcati Öhlins. Anche Yamaha ha scelto la forcella tradizionale che sulla XJR guadagna il rivestimento ad alta scorrevolezza degli steli DLC.
FIANCHI EVOCATIVI I fianchetti sottosella e le coperture dei corpi farfallati evocano ricordi di carburatori a valvola piatta ma in realtà all’alimentazione provvede un sofisticato sistema di iniezione elettronica integrato con l’accensione digitale TCI. Il propulsore Yamaha da 1.251 cc ha valori di alesaggio e corsa di 79,0 x 63,8 mm, rapporto di compressione di 9,7:1 ed eroga 98 CV a 8.000 giri, con coppia massima di 108 Nm (11,1 kgm) a 6.000 giri.
ALLA BILANCIA Infine, i pesi: 247 kg in ordine di marcia e pieno di benzina per Honda, 240 nelle medesime condizioni per Yamaha. Ok, ne so abbastanza, non vedo l’ora di scoprire le doti dinamiche di queste moto, viaggiando per le strade della mia Brianza.
BRIANZA TOUR Assieme al collega Paolo Sardi ho fatto un giro con le due grosse naked nei dintorni di casa mia, riscoprendo alcuni luoghi che non rivedevo da tempo e che ho rivisto con gli occhi di adulto dopo averli percorsi in moto mille volte, da ragazzino. Consiglio di farlo a tutti, ha un effetto splendido sull’umore. Se volete farvi un giretto, uscendo dalla Tangenziale Est di Milano in direzione Lecco, prendete per Lomagna: da qui si dipanano una serie di stradine che, attraversando le ultime colline brianzole non affollate di capannoni e villette, vi porteranno a Montevecchia. Dopo aver sostato al baretto in piazza, tornate in direzione della Provinciale (ex Statale 36) e prendete per Lecco, per svoltare, all’altezza di Merate, verso Imbersago, passando prima per il laghetto di Sartirana. Giunti a Imbersago, potete traghettare sull’Adda con l’imbarcazione progettata da Leonardo da Vinci e proseguire il giro oltrepassando Villa d’Adda e i territori della bergamasca lungo il fiume. Il segreto è scegliere sempre la stradina più piccola e apparentemente breve, al massimo, sbagliando, raggiungerete la corte di un’antica fattoria.
GUIDA A DUE Paolo guida la XJR, io la Honda. La CB1100EX sembra la classica stradale sportiva di molti anni fa, ma con un livello di affinamento assoluto di ogni sua parte. La ciclistica è ben bilanciata e neutra, la posizione eretta con gambe rilassate e piedi in basso. La moto passeggia che è un piacere e mi gusto la coppia motrice andando a pescare regimi così bassi che mi stupisco della perfetta risposta del motore a ogni accelerata.
ELETTRONICA DISCRETAL’iniezione elettronica è davvero a punto, ma non toglie carattere al motore, anzi. Il quattro cilindri non deve spaventare per la grossa cubatura, si tratta di un bestione mansueto pronto ad obbedire agli ordini: con la CB1100 EX si devono tracciare traiettorie rotonde e “pennellate”, sfruttando la scorrevolezza e l’agilità fornita dalle coperture di sezione ridotta che incrementano l’agilità della moto alle basse velocità.
VIETATO STRAPAZZARLA La mole è notevole, anche se non la percepisco più di tanto per la perfetta distribuzione dei pesi, ma la CB1100 non accetta brusche frenate ed ingressi in curva violenti. Capisco subito che devo portarla a passeggio, almeno quanto lei sta portando a passeggio me. Molto evocativa la strumentazione che riprende (come molti piccoli dettagli della moto) la colorazione e addirittura le “gemme” (come venivano chiamate le luci delle spie) delle Honda degli Anni 70. Mi sono ritrovato a pensare molto poco alla moto (cosa piuttosto difficile, per deformazione professionale dopo 25 anni di test) e molto alle pure sensazioni di guida. Secondo me è un obiettivo davvero alto quello raggiunto da Honda con la CB1100 EX, che è anche un modello molto “coraggioso”commercialmente, se ci pensate bene.
INTERMEZZO Inseguo, è il caso di dirlo, Paolo che corre veloce con la XJR: pausa caffè e ci scambiamo moto e sensazioni sulle protagoniste del giro in “terra nostra”. Anche Paolo è un brianzolo come me (non badate al mio cognome, è una lunga storia…) e sta apprezzando almeno quanto il sottoscritto questo giretto. Ci stiamo raccontando ancora dove facevamo le “rizze” col motorino mentre partiamo, a moto scambiate...
SULLA SUPERBIKE Sulla Yamaha si ha l’impressione di guidare una moto molto più grande della Honda: il serbatoio più basso della CB1100 fa sembrare la Honda più piccola. Il motore della XJR è più grintoso e “chiede” un migliaio di giri in più nella guida allegra ma i valori di coppia ai bassi hanno poco o nulla da invidiare a quelli del motore Honda. Ora che sono sulla sella della Yamaha apprezzo le differenze di guida.
PRENDILA LARGA La XJR richiede di essere “portata” in traiettoria, e a questo serve il manubrio dall’impugnatura piuttosto ampia. Il braccio di leva notevole infatti facilita l’azione del pilota, anche perché se le coperture larghe montate su cerchi da 17’’ offrono grip in piega e in accelerazione, allo stesso tempo tendono a sollevare la moto in percorrenza. Le coperture strette della Honda montate su cerchi da 18’’ la rendono più maneggevole di quel che sembri nel misto stretto, dove effettivamente la CB si merita qualche punto in guidabilità in più.
PEDANE A TERRA La Yamaha si prende ampiamente la rivincita sul veloce, dove la Honda invece affanna un po’. Facilissimo toccare le pedane della CB1100 a terra, meno quelle della XJR 1300 che deve essere impegnata a fondo per far scintille sull’asfalto. Faccio davvero fatica a dire invece quale sia il motore che mi è piaciuto di più e il motivo è semplice: non si confrontano nel medesimo campo.
“QUATTRO” DIVERSI Il quattro in linea Honda ha un tiro poderoso e pronto ai bassi regimi, a cui quello Yamaha risponde con un brio ai medio alti davvero entusiasmante. Per entrambe, giudizio più che positivo per la frenata: nel caso della Honda la potenza frenante è sotto il controllo di un sistema ABS ormai ultra collaudato, in grado di restituire ottimo feeling anche durante il suo intervento.
VENTO IN FACCIA Una domanda che spesso mi viene rivolta quando parlo di moto nude, è relativa al comfort in autostrada: bene, considerando che la protezione aerodinamica è nulla in entrambi i casi (sono delle naked!), a mio parere a velocità Codice non ci si affatica più di tanto sulla sella di entrambe, e non ho rilevato i classici fenomeni di “wave” (ondeggiamento dell’avantreno), che spesso appaiono sulle nude viaggiando ad alta velocità. A proposito, spesso i serpeggiamenti in rettilineo sono procurati dal pilota stesso: se vi capita, allentate la presa di una mano sul manubrio, se l’ondeggiamento sparisce, allora la causa è il pilota che inavvertitamente trasmette all’avantreno le spinte aerodinamiche delle braccia.
PRO E CONTRO Superiore per qualità costruttiva e risposta dinamica l’equipaggiamento delle sospensioni sfoggiato a testa alta da Yamaha: i doppi ammortizzatori e la forcella limitano il beccheggio e tengono sotto controllo il bestione anche nelle frenate e accelerazioni impegnative, mentre la Honda sullo sconnesso “duro” mostra il fianco, soprattutto a causa dell’escursione ridotta degli ammortizzatori posteriori. Ma nella guida in souplesse che questa moto ispira, questo aspetto, onestamente, non si nota più di tanto.
DI CHE MOTO SEI? Insomma, se le emozioni della “smanettata sui colli” (con giudizio ci si può ancora divertire su strada), sono una vostra priorità sicuramente rivolgetevi alla Yamaha XJR 1300. Se invece viaggiando vi piace ammirare anche il paesaggio e non amate la guida sincopata, la CB1100 EX saprà ripagarvi con ottime sensazioni in sella. In ogni caso, vi consiglio di fare un giretto… dalle vostre parti.