Cosa ci è piaciuto: Erogazione, facilità d'usoCosa non ci è piaciuto: Peso elevato, taratura ammortizzatore
LA MAGGIORATA L'originalità paga, anche se la Kawa non esce troppo dal seminato per la verità, alla casa di Akashi va però dato il merito di aver capito prima degli altri che uscire dal branco era cosa furba. Motore maggiorato ma stesso prezzo (anzi in certi casi anche meno) delle concorrentie un design centrato l'hanno resa la regina del mercato di questo inizio del 2007.
CATTIVA SOLO FUORI Tuttavia, nonostante l'estetica "manga style" molto aggressiva la Z resta una naked molto "alla giapponese", estremamente amichevole, cittadina, più utility che sport è perfetta per la città (ha il raggio di sterzata maggiore delle tre) e per andare a spasso ma inizia ad accusare qualche limite quando si forza il ritmo sui percorsi guidati.
QUATTRO MORBIDI Il suo quattro cilindri, modificato in quest'ultima versione per rientrare nella Euro 3, ha perso parte dell'aggressività che lo contraddistingueva addolcendo molto l'erogazione. La Z750 è molto a posto di iniezione ed ha una erogazione perfetta, decisamente più piena di una quattro cilindri da 600 cc offrendo una curva di coppia nettamente la migliore tra quelle da noi rilevate al banco. Però la Z non è brillante come la Triumph, perchè?.
RAPPORTI LUNGHI Il motivo è semplice, la 750 Kawasaki è penalizzata da una rapportatura lunghissima che ne smussa fin troppo il carattere. A 130 orari il contagiri staziona ancora sotto i 6.000 giri, ce ne sono almeno altri 6.000 buoni ma quando li sfrutti? Su strada certi regimi si raggiungono solo sporadicamente altrimenti si viaggia sempre ai medi. Il primo consiglio che posso darvi è quindi quello di montare una corona con un paio di denti in più per godere di più del suo motore che è tutto fuorché pigro.
PESO ALTONon occorre avere un bilancia per accorgersi che è la più pesante delle tre, la Kawasaki manifesta una certa inerzia nei cambi di direzione che ne rallentano l'azione limitata anche da un assetto fin troppo turistico.
REGOLABILE MA MORBIDAÈ l'unica (delle tre) ad avere la forcella regolabile (che funziona anche bene) ma a non essere all'altezza è il monoammortizzatore po' troppo sfrenato e "rimbalzante" che vanifica un po' il piacere di guida. Anche qui, come sulla Triumph il passeggero non è che sia trattato benissimo: sella alta pochi appigli, ma questo ormai sembra essere piuttosto comune tra queste moto.
COSTA POCOLa Kawasaki ha il suo punto di forza assoluto nel prezzo, delle tre è quella che costa meno per questo motivo si può anche sorvolare su qualche particolare in materiale meno nobile, come ad esempio il forcellone in acciaio che sminuisce un po' il retrotreno della moto. Il resto però è in linea con le concorrenti, le finiture sono curate, il cruscotto molto bello e non manca qualche elemento "scenografico" come i dischi a margherita e un design che la rende inconfondibile. Insomma un prodotto dall'ottimo rapporto qualità prezzo.
La prova al Banco: