Problema: coprire oltre 1200 chilometri in un weekend. Soluzione, saltare in sella ad una delle più veloci moto turistiche del mercato, per vedere l'effetto che fa. Conclusione, un day by day "contratto" in due giorni, tanta acqua, poco sonno, ma pochissima stanchezza
VIAGGI MEMORABILI Quando si devono percorrere molti chilometri in poco tempo, la scelta del mezzo è fondamentale. A seconda del percorso scelto, infatti, potrebbero essere di volta in volta più indicate una iper-comoda turistica, un'agile nuda, un'endurona col set di borse al completo o addirittura una sportiva vera e propria. Non è solo una questione di gusti. In realtà, rendere un viaggio in moto un'esperienza memorabile - in positivo o in negativo - è spesso una questione di quali curve - o quali strade - s'incontreranno, e di quale moto avrete sotto il sedere per affrontarle.
1200 ANDATA E RITORNONel mio caso, volendo raggiungere Stefano a Magny Cours per vivere assieme a lui e al suo team l'ultima 24 Ore del Bol D'Or, e avendo da percorrere oltre 1200 chilometri in un weekend, tutti sostanzialmente in autostrada, l'opzione di una veloce turistica di grossa cilindrata era sicuramente la più adatta.
TELETRASPORTOPiù checome una "semplice" turistica, però, la Kawasaki GTR 1400 con cui mi sono quasi teletrasportato a Magny Cours sarebbe da indicare come una hyper-tourer, forte dei suoi 155 cavalli di potenza, circa 250 km/h di velocità massima e del connubio incredibile che ha dimostrato di avere fra comfort e guidabilità. Sceglierla non è stato però solo un obbligo di scuderia (come sapete, il Corda corre con una ZX-10R), ma anche un'occasione per completarne il giudizio con un vero test di lunga percorrenza, dopo averla apprezzata in altre occasioni più fugaci.
BANDIERA TECNOLOGICA D'alta parte, la GTR è stata una delle novità più interessanti dello scorso anno ed è tuttora una vera bandiera tecnologica per la Casa di Akashi. Il motore deriva da quello della velocissima ZZR1400 da quasi 300 orari, seppur depotenziato e addolcito nella risposta, così come l'escusivo telaio monoscocca in alluminio, mentre è inedita la sospensione posteriore a parallelogramma, che integra l'albero cardanico della trasmissione nel forcellone.
APPAGA L'OCCHIO Tanta tecnica sopraffina è rivestita da una carenatura integrale imponente ma non pesante per l'occhio, capace di offrire - perlomeno sulla carta - grande protezione aerodinamica per pilota e passeggero, comodamente accolti da un sellone a "tre piazze" e da sospensioni tarate per poter assorbire qualunque bruttura dell'asfalto. Da questo punto di vista stonano solo le pedane del secondo prive di riporto in gomma, anche se bisogna ammettere che di vibrazioni sulla GTR ce ne sono davvero poche.
FUGA NOTTURNAAlle dieci meno venti di una piovosa serata di settembre, inizia quindi questa mia "fuitina" con la grossa Kawa, che si concluderà solo quasi 700 chilometri più tardi (tutti sotto l'acqua...) in quel di Magny Cours. In sella a questa turistica ci si trova subito a proprio agio: la sella è ampia in senso trasversale, ma non ci sono problemi a poggiare i piedi a terra nemmeno per chi, come me, supera di poco il metro e settanta. Il manubrio è dove ci si aspetta, e sulle prime sembra avere una piega ideale.
LEVE PREZIOSE In realtà, con il passare dei chilometri lo si vorrebbe un po' meno "chiuso", dato che così com'è alla lunga indolenzisce la parte esterna dei palmi. In compenso, la trasmissione di vibrazioni anche ai regimi più elevati è quasi inavvertibile, il che è un bel vantaggio quando si devono passare cinque o sei ore in sella. Le leve offerte dal manubrio permettono poi di gestire con facilità la moto nel traffico, mentre l'equilibrio della ciclistica è tale da non dare mai la sensazione di un appesantimento di sterzo, cosa non banale quando si parla di moto da oltre 250 chili a secco.
CARDANO IN INCOGNITOOttimo il giudizio anche su frizione e cambio. La prima è sempre morbida e modulabile quanto il secondo preciso e veloce nelle cambiate anche senza l'uso della frizione stessa. Encomiabileil comportamento del cardano, che non rimanda mai rumori molesti o giochi di trasmissione, nemmeno nelle situazioni in cui è necessario muoversi costantemente fra prima e seconda marcia.
DA -10, ALL'INFINITO La guida in città è però poco significativa per capire le doti di questa moto, che diventano invece evidenti non appena riposto il biglietto autostradale nel comodissimo cassetto ricavato sulla sommità del serbatoio. La progressione, dando libero sfogo al polso destro, è notevole, ancor più se si pensa che il tutto avviene senza alcuno strepitio da parte del motore, o del cambio e con una tendenza molto limitata ad alzare la ruota anteriore da terra. In un attimo si raggiungono velocità da -10... punti, che - in teoria - si potrebbero mantenere all'infinito.
WATERPROOFDa rimarcare anche il comportamento delle gomme di primo equipaggiamento, le Bridgestone BT-021: nonostante la prima parte del mio viaggio si sia svolta sotto una pioggia insistente, le medie non sono calate eccessivamente, grazie alla notevole sensazione di grip offerto e dalla capacità delle coperture di drenare anche le pozzanghere improvvise di una disastrata MI-TO.
NON GUARDA LONTANO...Unici nei, in un giudizio sostanzialmente positivo, sono stati perciò solo le capacità illuminanti dei fari anabbaglianti e la protezione aerodinamica della moto, soprattutto in caso di pioggia. Per quanto riguarda i fari, stupisce un po' che un doppio elemento di dimensioni generose come quello montato sulla Kawasaki GTR 1400 offra in realtà un'illuminazione solo sufficiente. Le cose migliorano utilizzando gli abbaglianti, che però, per quanto regolabili in altezza anche stando comodamente in sella, finiscono comunque per dare un po' troppo fastidio alle auto che sopraggiungono nella corsia opposta.
...E PROTEGGE A MODO SUO Il giudizio sulla protezione aerodinamica offerta dalla carena e dal cupolino regolabile in altezza non è, invece, così semplice da dare, dato che la sua efficacia va valutata in funzione delle caratteristiche generali della moto. Diciamo subito che viaggiando a schermo completamente alzato rimangono comunque scoperti la parte alta del casco e le braccia. Eppure, considerando lo stile della moto e la volontà di darle una connotazione comunque sportiva, il risultato non è male.
TRASPARENZE PERFETTE Ho potuto verificarlo dopo molti chilometri sotto l'acqua, alla fine dei quali avevo l'abbigliamento praticamente asciutto, ma solo fino all'attaccamento delle spalle. Braccia e parte esterna dei pantaloni erano invece piuttosto inzuppati. In compenso, il bordo superiore dello schermo, anche regolato alla massima altezza, non arriva mai a ostacolare la vista del pilota, con una qualità ottica del plexiglass eccellente, anche se si decide di viaggiare traguardandoci, belli "in carena".
CHIAVE GENIALE In un viaggio così lungo, la grossa GTR ha comunque mostrato altre qualità interessanti. Prima fra tutte la comodità della chiave elettronica. Immaginatevi infatti quanto possa essere piacevole poter salire e scendere dalla moto senza mai doversi preoccupare di riporre la chiave in un posto sicuro - e soprattutto ricordarsene - magari quando siete stanchi morti per i chilometri fatti o imbacuccati come "omini Michelin" nella vostra tuta antiacqua.
CHIAVE NASCOSTA Oltretutto, operazioni come i rifornimenti o qualche incursione nelle borse laterali possono essere fatti semplicemente utilizzando la chiave nascosta nel grosso commutatore d'accensione, quindi ancora una volta senza doversi preoccupare di recuperare la chiave principale dal posto caldo - e asciutto - in cui l'avete riposta. Grande innovazione, questa della chiave elettronica, che si somma ad altre dotazioni della GTR, buone per un colpo di fulmine.
RASSICURAZIONI ELETTRONICHE Fra queste, meritano una citazione l'utilissimo segnalatore della pressione delle gomme, il citato cassettino porta oggetti sul serbatoio - dalla forma interna solo un po' troppo contorta - e le capienti borse laterali. Soprattutto il segnalatore di pressione diventa un compagno prezioso in viaggio, dato che interpretando le sue indicazioni ci si può rassicurare sulla temperatura raggiunta dalle gomme prima di lanciarsi a cuor leggero in un bel tratto di misto, oppure ritrovare la tranquillità dopo che non si è riusciti ad evitare l'ennesimo pezzo di copertone di camion o qualunque altro oggetto incontrato sulla propria strada.
DRITTA COME UN FUSO Per quanto riguarda le borse laterali di serie, non si può che lodarle per la capacità, la qualità con cui sono realizzate e per la semplicità con cui si montano e smontano dalla moto, mentre solo il gruppo della serratura dà l'impressione di essere un po' gracilino. In compenso, anche a velocità sostenuta la moto si comporta come non averle montate, viaggiando su un binario anche in situazioni di vento forte o superando qualche mezzo pesante.
MEDIE NOTEVOLI In ogni caso, quando si ha fretta di arrivare, più che le prestazioni assolute conta la media che si riesce a mantenere, frutto delle prestazioni della moto unite alla sua autonomia e al comfot che è in grado di garantire a chi guida. Da questo punto di vista la GTR ha mostrato doti da vera viaggiatrice, con un consumo medio superiore ai 16 km/l e un intervallo fra i "pit stop" di circa 270/280 chilometri, trasformando l'ora di arrivo alla meta solo in un problema di resistenza dei passeggeri.
"FARE RIFORNIMENTO"!Impossibile, comunque, dimenticarsi di fare benzina con la GTR, vista la segnalazione perentoria visualizzata dalla strumentazione una volta entrati in riserva. Peccato solo che tale segnalazione non sia escludibile schiacciando qualche tasto, per tornare a visualizzare, per esempio, il consumo istantaneo. Cosa che, fra l'altro, fa notare quanto sia scomodo dover togliere una mano dal manubrio per accedere alle informazioni del computer di bordo.
LASCIA IL SEGNO Una piccola cosa, in ogni caso, che non offusca il giudizio positivo su una moto verso la quale è impossibile rimanere indifferenti. Non capita tutti i giorni, d'altronde, poter guidare una moto tanto completa, piacevole nel misto quanto nelle lunghe trasferte prive di curve. Merito di sospensioni da riferimento (per capacità di assorbimento e sostegno) e di un motore al tempo stesso cremoso e perentorio quanto a spinta.
La moto del team
dopo la caduta
di Arnoldi.
Si torna a casa...SUBITO AMICAMerito anche di un progetto complessivo capace di rendere accessibili le sue notevoli prestazioni in brevissimo tempo e al quale ci si può affidare anche in quei momenti di viaggio in cui la stanchezza consiglierebbe di fermarsi o di ridurre il ritmo. Come è capitato a me è per ben due volte, mentre cercavo un albergo a notte fonda nell'andata, o quando ho deciso di ripartire subito dopo l'incidente di Arnoldi che ha concluso l'esperienza del Team Runner Bike al Bol D'Or, nonostante sia rimasto sveglio quasi tutta la notte. Fosse stata un'altra moto, forse avrei scelto diversamente.