L'utility bike di Casa Honda cresce di cilindrata ed aggiunge un bel po' di pepe alla guida. Con un motore forzuto e reattivo versatilità e divertimento vanno a braccetto. Costa poco, funziona molto bene.
COM'È Forse non sarà la moto più affascinante del mondo, forse non farà girare la testa ogni volta che passa, ma è indubbio che la CBF sia un'altra di quelle moto "tipicamente Honda" che sotto un vestito magari poco appariscente piazzano una bella dose di buona sostanza. Una sostanza che, nel caso della CBF, si paga anche poco perché 8.850 € si possono considerare una cifra da saldo per una moto da 1000 cc.
FAMIGLIA ALLARGATA Con l'arrivo della 1000, la famiglia CBF si allarga quindi verso l'alto e, come la sorella da 600 cc, anche la moto da un litro ha l'obbiettivo di far vivere la moto in totale disimpegno, offrendo buone prestazioni ma anche una guida facile (e divertente aggiungo dopo la prova) e, soprattutto, una capacità di essere utile al suo proprietario in ogni condizione e in ogni periodo dell'anno.
CUORE NOBILE Per questo compito è stato scelto il cuore più nobile che ci sia attualmente in casa Honda. Il quattro cilindri in linea che equipaggia la CBF è, infatti, nientemeno che lo stesso della CBR 1000 RR, un motore d'ultima generazione, compatto e leggero, che può vantare addirittura il cambio estraibile anche se dubito che chi andrà in ufficio alla mattina con la CBF cambierà i rapporti per superare meglio il tram...
QUATTRO IN COPPIA Il quattro in linea è stato comunque ampiamente rivisto, alla ricerca di tiro e coppia ai bassi: sparita la seconda batteria di iniettori, i corpi farfallati si riducono fino ai 36 mm di diametro, e ovviamente cambia anche il profilo degli alberi a camme. In questo modo il 1000 Honda (omologato Euro 3) perde una cinquantina di cavalli per scendere fino a 97 cv a 8.000 giri, con una coppia di 97 Nm a 6.000 giri, con una curva molto piatta per tutto l'arco di erogazione.
MONOTRAVE La spina dorsale è composta da un telaio monotrave con motore che funge da elemento stressato. Di contorno troviamo tanti componenti semplici ma funzionali allo scopo. La forcella tradizionale (non regolabile) ha steli da 41 mm, l'ammortizzatore con leveraggio progressivo offre la regolazione del precarico. I freni sono i classici, per Honda, dischi da 296 mm con pinze a quattro pistoncini, che diventano tre affiancati nel caso della versione ST (offerta con ABS e borse laterali a 9.750 €).
GRANDE DENTRO PICCOLA FUORIMisure compatte, (1.484 mm di interasse), praticamente le stesse della 600, da cui la CBF 1000 eredita anche la capacità di adattarsi ad ogni pilota: la sella è regolabile su tre altezze differenti, il manubrio può avanzare o arretrare semplicemente ruotando i risers e anche il cupolino si regola su due posizioni.
COME VA Il breve test nei dintorni di Barcellona, itinerario non lunghissimo ma completo, e stato sufficiente alla CBF le sue qualità. La 1.000 Honda trasmette buon feeling fin dal momento che ci sali con una posizione di guida piacevolmente azzeccata. Anche nella posizione intermedia la sella (un po' dura nell'imbottitura) è già bassa a sufficienza perché chiunque poggi bene i piedi a terra, si nota solo un serbatoio un po' largo.
AMICI SUBITO L'approccio è quindi molto amichevole e il buon feeling non viene meno anche quando le ruote cominiciano a muoversi. A memoriala CBF è la 1000 più facile che mi sia capitato di provare, l'immediatezza di guida è sicuramente in suo pregio, con lei viene tutto facile. A sensazione non è leggerissima, ma è compatta e la maneggevolezza è comunque ai massimi livelli, grazie a misure agili e all'adozione di un pneumatico posteriore da 160/60, sezione più che sufficiente per una moto come questa. La CBF ha una guida tonda e rassicurante, scende in piega in modo molto omogeneo e sebbene sia improntata alla facilità e al comfort più che alla sportività ha comunque un assetto soddisfacente anche quando si guida in modo grintoso, cosa che, con il motore che si ritrova, avviene più spesso di quel che si pensi.
GUIDA BILANCIATA Il bilanciamento tra le sospensioni è perfettamente centrato, la moto non accusa alcun beccheggio e tra le curve si muove rapida e sincera,senza mai mettere in difficoltà. La posizione di guida è azzeccata e confortevole e la protezione dall'aria appare sufficiente almeno fintanto che non si esagera con la velocità, consentendo comunque di viaggiare fino a oltre 140 indicati senza patire troppo. Il motore è senz'altro il pezzo forte della moto. Fluidissimo, il quattro cilindri ha la classica erogazione elettrica e soprattutto una gran prontezza nel rispondere al gas, anche in autostrada, a 5.000 giri nel massimo rapporto, schizza via appena si tocca l'acceleratore, peccato che proprio a questo regime inizi a farsi sentire qualche vibrazione in zona pedane.
BELLA SOTTOIl meglio lo dà ai bassi e medi regimi (da 3.000 in poi è davvero grintoso), ed è talmente fluido e pieno che una volta messa la sesta potresti non toglierla più finché non torni a casa. Ovvio che tanta grinta ai bassi vada un po' a scapito dell'allungo, infatti, poco oltre i 7.000 giri tutto si appiattisce e la grinta va scemando ma il bello di questo motore è tutto prima consentendo, su strada, di andar via di marcia alta godendo della forza del quattro cilindri.
IL CBS CHE PIACE Nonostante non sia assolutamente un estimatore dei sistemi di frenata combinata devo dire il CBS della CBF (bel gioco di parole eh?) mi ha invece convinto pienamente (ricordo che in Italia sarà solo la ST a montare CBS e ABS). La configurazione "singola" (il pedale agisce sul disco posteriore e sul pistoncino centrale di una delle sue pinze anteriore, la leva agisce esclusivamente sui freni anteriori) ha una taratura ottimale della ripartizione e non infastidisce rialzando la moto quando il pedale viene chiamato in causa per chiudere una traiettoria, cosa che su strada avviene piuttosto spesso.
PACCHETTO COMPLETO Insomma questa CBF 1000 che sa essere umile e pepata quando serve, offre a poco prezzo un pacchetto completo e ottimamente funzionante. Non mancherà di piacere ai motorrader tedeschi e ai motard francesi, sempre attenti a questo tipo di moto, ma viste le ottime qualità dinamiche ha anche spunti d'interesse per il mercato italiano, senz'altro più sportivo. Perché anche lo smanettone, il lunedì mattina deve andare in ufficio...