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Prova

Harley-Davidson 883 R 2005


Avatar Redazionale, il 27/04/05

19 anni fa - La sportività secondo Harley

E' la più bella delle 883 ma solo ora arriva con tutte le novità tecniche che hanno riguardato le Sportster nel 2003. Telaio, motore con attacchi elastici e binomio nero-arancio racing la rendono inconfondibile in mezzo a mille. Il prezzo ora è anche onesto.


LA PICCOLA SPORTIVA Era rimasta solo lei a non godere dei passi avanti fatti dalle Sportster "evoluzione", quelle in vendita dal 2004 che si erano presentate al pubblico harleysta (e non) con telaio rivisto nelle "misure" e negli attacchi al motore, non più fissi ma elastici (via le vibrazioni), i freni flottanti della giapponese Nissin e il motore "Evolution", con soluzioni travasate dalle "cugine" sportive Buell come l'alettatura delle teste più fitta per migliorare il raffreddamento, la frizione più morbida e le bielle alleggerite.

SENZA NON SI PUO' STARE Ma la "R" mancava proprio, con la sua grafica semplice ma d'effetto, con il suo nero-arancio che trasuda tutta l'esperienza Harley nel mondo delle competizioni sporche del Dirt-Track. Sempre più sportiva delle altre, la 883R fa del nero il suo credo: foderi forcella, gruppo motore-trasmissione, la cornice del fanale, il manubrio, il coperchio filtro aria e le molle degli ammortizzatori posteriori, tutto nel colore della notte mentre a dare un tocco di colore ci pensa il classico serbatoio di 12,9 lt. tutto arancio con stickers a scacchi bianchi e neri che fanno l'occhiolino alle H-D da corsa.


PREZZI PAZZI Bello lo scarico sdoppiato, ma meglio ancora il prezzo che grazie alla forza dell'euro sul dollaro si è "sfoltito" sull'ordine dei mille euro, portando la 883 R a livelli popolari con i suoi accettabilissimi 8.475 euro. Poco più di una Z 750S o, meglio, di una Triumph Bonneville! Il paragone con la Kawasaki è un po' ardito, le prestazioni non sono proprio le stesse, ma con la Bonnie calza a pennello e, sinceramente, il fascino "racing" della Harley-Davidson non si discute. A questo prezzo, poi.

COME VA Sottilissima e slanciata, la nuova 883 R (come tutte le Sportster 2004 in poi) sembra nata per muoversi bene nei limitati e trafficati spazi europei, con una maneggevolezza che fino a pochi anni fa era sconosciuta alla "piccola" di Milwaukee.


CAMBIA FACCIA Ma è così, la 883 e le Sportster in generale, hanno beneficiato dei passi in avanti fatti con le modifiche apportate a telaio e motore, senza dimenticare la migliore disposizione di tutti gli "organi" interni che ha portato ad una distribuzione equilibrata delle masse e ad una maggiore praticità d'uso e di manutenzione.

PRIMA Le 883 prima vibravano parecchio, il cambio non ne imbroccava una se non veniva picchiato e se si voleva fare un po' gli sportivi, oltre a grattare subito pedane e cavalletto, si faticava anche un po' a buttarla giù.

ORA SI GUIDA Oggi le piccole Sportster sono moto godibili e divertenti nonostante il motore non sia un mostro in fatto di prestazioni dato che dichiara giusto 51 cavalli. Però non vibrano più, grazie agli attacchi elastici del telaio al motore sono rimaste le inconfondibili pulsazioni del piccolo twin di 45° e quando c'è da buttar dentro o togliere un paio di marce non devi più pestare duro per evitare la sfollata.


QUALCOSA DA MIGLIORARE Il cambio rimane comunque perfettibile, ma è di certo un passo avanti, così come la frenata che si allontana dai classici standard (bassi) Harley-Davidson di qualche anno fa. e garantisce modulabilità e morsa più che convincenti. Un solo appunto per il pedale del freno posteriore messo un po' troppo in alto che costringe il piede a posizione non comoda che ne limita la sensibilità.

BELLA MANEGGEVOLE Tutto questo vale ovviamente anche per la nuova 883 R che, nella versione "Evolution", si guida un gran bene, i 254 kg non si sentono per niente per via del baricentro messo sotto le scarpe e sfoggia grande maneggevolezza che la rende decisamente alla portata di tutti.


UN PO' LARGO Maneggevolezza accentuata poi sulla "R" dal manubrio larghissimo, in puro stile "dirt-track", le gare di "traverso" dove le 883 sono le regine incontraste (è il loro sport nazionale). Forse nel traffico intenso non è il massimo perché sporge molto e bisogna zigzagare tra gli specchietti delle auto, ma anche nelle manovre è un toccasana insieme al buon angolo di sterzo che permette di fare inversione senza faticare.

SI SIEDE ALTI La seduta è chiaramente alla Street-Rod, con la sella alta (720 mm per una Harley sono tanti) e dritta, che ti fa sentire come sopra ad un trespolo (poco inseriti nella moto al contrario della versione "Low") e con le pedane in posizione intermedia, che non stancano nel lungo andare, ma che portano ad avere le gambe un po' "sotto" per chi supera il metro e ottanta.


PEDANE LARGHE Di "piegare", poi, non se ne parla, al massimo si curva (e ci mancherebbe) e nemmeno troppo per via delle pedane (bruttine da vedere) larghissime che non se ne spiega il motivo dato che si gira comodi anche sfruttandone solo la metà. Per chi non vuole passare inosservato, però, è il massimo perché "grattare" il cavalletto e lasciare strisce nere con la gomma delle pedane è fin troppo facile, anche per chi non è un "manico".

TROPPE CURVE... Di certo mi tirerò dietro gli insulti del vero harleysta, quello che la moto se la gode per le sensazioni che le dà e non per quanto veloce sale il contagiri, ma il problema è che qui, in Italia, lo spazio è quello che è, l'autostrada offre paesaggi piatti e le statali sono tutte curve e buche.


... E BUCHE IN ITALIA E questo delle buche è un altro problema grosso delle nostre strade che, però, la 883 R affronta con una certa disinvoltura, almeno fin quando le buche sono accettabili fossettine e, soprattutto, si gira da soli. In coppia, infatti, la "R" paga lo scotto di sospensioni a corsa corta dietro che soffrono il peso in più del passeggero; la sella, che non è scomoda per chi guida, è risicata per il secondo e dopo un po' di chilometri diventa dura stare dietro. Non male la forcella che, anche se non mostra una perfetta scorrevolezza quando il "lavoro" si fa duro, si è mostrata una buona compagna di viaggi.


Pubblicato da Alfredo Verdicchio, 27/04/2005
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