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Test Drive

H-D Electra Glide Ultra Classic '08


Avatar di Alberto Raverdino, il 07/03/08

16 anni fa - Ancora più lusso per la regina d'America

Ancora più fascino ed esclusività per la versione celebrativa dell'Harley più mastodontica del pianeta. La massima espressione del Touring secondo la maison americana si manifesta in 7000 esemplari nel mondo, 105 anni di celebrità e tanta voglia di stupire ancora.


METALLO PESANTE
Non importa che sia parcheggiata davanti ad un bar oppure in movimento lungo una qualsiasi strada del nostro paese, l'Electra non passa inosservata. In un battibaleno, trasforma alcune decine di metri quadri intorno a lei in una piccola porzione d'America. Scegliete voi: California, Florida o Texas, il pensiero corre laggiù, non importa che siate sulla statale che collega Milano a Gallarate. La metamorfosi non finisce qua, visto che è sufficiente appoggiare il proprio posteriore sull'incredibile poltrona che difficilmente vien da chiamare sella e uno strano ghigno compare sul volto.

PREGIUDIZI VIETATI Diciamo la verità: è facile pensare che una "motonave" come questa sia una totale assurdità per quanto riguarda le nostre strade e per la filosofia italiana spesso legata a concetti di sportività e prestazioni. Eppure occorrerebbe davvero farsi un giro per rendersi conto di cosa si nasconde dietro al mastodontico profilo di questo oggetto. Liberare la mente ed inforcare l'Electra è un po' come eseguire un esercizio di Yoga, fidatevi: le sorprese non mancano.


GIGANTE BUONO
Da fermi, i primi istanti in sella sono quelli più incredibili. I quasi 400chili in ordine di marcia piantano in terra la moto come scarpe di cemento, tanto che all'inizio c'è un po' il timore di inclinarla involontariamente da un lato o dall'altro e non essere più in grado di rimetterla in equilibrio. Fortunatamente la sella è bassa, i piedi poggiano con una presa perfetta e la larga impugnatura del manubrio scongiura qualsiasi tipo di malaugurato errore. La postazione di comando è imperiale;il cruscotto, incredibilmente esteso, ricorda le storiche auto anni settanta. Indicatori circolari che offrono indicazioni di cui si era persa memoria, ma con annegate (e invisibili quando spente) le spie della modernità (ABS cruise control eccetera). Anchela radio sembra uscita da un film di Lucio Fulci, ogni particolare è davvero Ultra Classic. Caratteristica che fa eco ad una modernità tecnica davvero sorprendente.

PURO PIACERE L'enorme bicilindrico pulsa come il cuore di un dinosauro di decine di tonnellate. I 1584 centimetri cubici divisi in soli due cilindri regalano sensazioni semplicemente esclusive. Anche se da fermi il motore sobbalza dentro al telaio in tubi d'acciaio come una noce in un frullatore, è sufficiente percorrere i primi metri per ritrovarsi per le mani un vero burro. Le vibrazioni quasi spariscono e rimane solo un piacere intenso. Grazie, infatti, alle sei marce ben distese e del nuovo parastrappi posteriore, è possibile godere appieno dell'erogazione fin dai 1.500giri e sfruttare la coppia del motore fino a quasi 3.800giri di strumento. Numeri da trattore? In effetti si, eppure il tutto è condito da un sapore unico, fidatevi.


TECNOLOGIA A GOGO
È bello lasciarsi andare e ricercare sempre la stessa sensazione ad ogni cambio di marcia. In questo modo è facile arrivare in sesta ed abbandonarsi alla velocità di crociera impostabile grazie all'utilizzo del Cruise Control. Anche il controllo del gas è elettronico. Nessun cavo metallico ma un potenziometro, un motorino elettrico che si occupa di gestire il rinnovato corpo farfallato ed un efficacissimo sistema elettronico Ride by Wire,pensano alla gestione delle volontà del pilota e non sbagliano un colpo. Già, Ride by Wire avete capito bene, proprio quel sistema che tanti sbandierano come ultima frontiera della modernità e che qui c'è già e senza farsi nemmeno notare (il feeling all'acceleratore è del tutto uguale a quello di un gas a cavo) funziona benissimo. Il tutto cullati dalla musica della radio che magicamente, con perfetto tempismo e totale autonomia alza il volume all'aumentare della velocità.

CURVE A PENNELLO Su strada l'Electra solca l'asfalto come su un binario. Ovviamente la reattività è quella che è, qua si "dondola" tra una curva e l'altra come farebbe la grossa pendola di un vecchio orologio. Il baricentro basso aiuta questo gioco che ben si addice a tracciati medio veloci. Sul lento la situazione peggiora; diciamo che non si tratta di una moto con cui gettarsi a capofitto tra mille tornanti... E sul veloce? No, non viene una gran voglia di correre con lei, che quando ci sali di inietta il virus della tranquillità. Questa volta il bello è andare piano, godersi la strada, il panorama e vivere e percepire sulla propria pelle le tonnellate di metallo che vi separano dall'asfalto.


STOP DI LIVELLO
Nonostante il nuovo motore abbia ben più vigore del precedente 1450, la massa da spingere era e resta considerevole, per cui con la Electra non si fanno le corse. Se in fatto di accelerazione non siamo certo di fronte ad una brucia semafori, in fatto di frenate quest'Electra se la cava davvero bene. La terna di dischi ha il suo bel da fare a tenere a bada l'enorme peso che compone questa Ultra Classic, eppure gli spazi di frenata sono ottimi. C'è da sottolineare che il sistema ABS in dotazione su tutta la famiglia Touring è uno dei migliori mai provati. Si tratta di un compagno fedele che possiede il dono di non intervenire simultaneamente sulla ruota anteriore e posteriore, ma lascia spazio al pilota di sfruttare la meglio la frenata. Affondate la frenata a più non posso e questa moto vi regalerà piacevoli sorprese.

AUTONOMIA E PROTEZIONE La protezione aerodinamica è esemplare per quanto riguarda il busto. Il grosso frontale elimina la pressione dell'aria fino ad alta velocità, (solo le ginocchia restano scoperte) tanto che è possibile godere appieno della posizione ultra rilassata anche per lunghe distanze. Un motivo in più per sfruttare la capienza del nuovo serbatoio che accompagna tutta la serie Touring e che permetta una stiva di 22,7 litri, quasi 4 in più rispetto alla versione precedente. Caratteristica che ben si accompagna alla "sete" del bicilindrico americano, non del tutto parco nei consumi.

GINGILLO D'AUTORE Inutile dire che in fatto di rifiniture siamo di fronte al principe supremo adulatore del metallo cromato, delle raffinate verniciature a polvere e di tutto ciò che celebra la manifattura dell'acciaio come vero simbolo della razza umana evoluta. Le splendide ruote a 9 razze sono l'ennesima conferma di un progetto che non lascia nulla al caso. Ogni piccolo componente di questa incredibile moto sembra pensato, realizzato e commercializzato con il chiaro intento di stupire. Un eccesso ben meditato e che saprà ripagare l'ego degli appassionati del marchio e stupire grandi e piccini ad ogni angolo di strada.


Pubblicato da Alberto Raverdino, 07/03/2008
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