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Ducati Monster S4R


Avatar Redazionale, il 21/08/05

19 anni fa - Il mostro alza ancora la voce

La concorrenza incalza ma la Monsterona tiene botta, forte di un equilibrio notevole e anche di una guida tra le più omogenee del segmento. L'abbiamo provata su strada e in pista e ci ha dimostrato di essere ancora all'altezza, alla faccia dei suoi 12 anni.


DETTO TUTTO Ormai quando si parla di Ducati Monster credo si siano esauriti gli argomenti. Questa moto è stata sviscerata in ogni suo dettaglio. Ed ogni prova rischia di essere la prova della "solita" Monster. Eppure c'è sempre qualcosa di interessante in una moto che ormai si appresta a diventare il traguardo dei 12 anni di vita e, volenti o nolenti, è diventata una icona tra le moto scarenate di impostazione sportiva.

VITE PARALLELE La S4R, in particolare, vive una vita parallela con il resto della gamma. Non è mai stata la Monster più venduta, costa un bel pacco di Euro ed è quella con il carattere più sportivo, la meno "giocattolosa" e la più impegnativa da condurre. Abbiamo deciso di metterla di nuovo alla prova soprattutto perché l'arrivo delle novità più arrabbiate del segmento potrebbero averla messa in un cantuccio. Ormai le cavallerie sono lievitate più della torta della nonna, e i 113 cv della Monster ormai non fanno più paura a nessuno. Eppure la Monsterona sa ancora il fatto suo e lo dimostra con i fatti, sia in strada sia in pista. Perché ha dalla sua una guida rassicurante e bilanciata. Monobraccio e scarichi alti sono riusciti a rinverdire il look del mostro e il Desmoquattro 996 ha dalla sua parte una erogazione estremamente corposa.


BELLA SU STRADA E su strada la S4R è ancora un gran bell'oggetto da utilizzare. La posizione di guida, sebbene si sia ammodernata un poco con l'arrivo di pedane più strette (poi trapiantate anche sulla S2R) e di un manubrio in alluminio più dritto, non può nascondere i segni dell'età. Come tutte le Ducati, la S4R ha una calzata un pelo "lunga" e questo contrasta molto con le nuove tendenze che vogliono una distanza minima tra sella e manubrio. L'impressione quindi è quella di guidare qualcosa di più "corposo" di quello che la Monster è in realtà. Su strada si viaggia che è un piacere, la Monster mantiene intatte le sue caratteristiche anche se ormai è forse la meno maneggevole tra le naked sportive è la stabilità a premiarla, trasmettendo gran sicurezza a chi guida.


POMPONE SUL SERIO Tra l'altro è il motore che aiuta, il pompone pompa sul serio in questo caso, e come tutti i bicilindrici Ducati non lesina un bel tiro ai bassi che fa andar via in scioltezza anche senza tirare le marce. Il cupolino, poi, la rende meno nuda di un tempo, così che, insospettabilmente, si riesce a sfruttarne anche l'ottimo potenziale velocistico che si traduce in oltre 250 km/h visti al tachimetro. Tendenzialmente l'assetto standard è un po' morbidino e quando si forza il ritmo la moto accusa un po' di trasferimenti di carico anche se le sospensioni sono di qualità (Showa sia ammortizzatore sia forcella con riporto al TIN) e trovare quello che fa al caso vostro non è certo un problema. Così come non è un problema andarci in pista come abbiamo fatto noi...

In pista al Mugello con la S4R di Andrea Cassano


E' proprio vero che le moto nude di oggi sanno regalare versatilità in ogni situazione. Affermo questo con convinzione, in quanto ho provato a mettere alla frusta in pista (e che pista "il signor Mugello"!!) la S4R. L'obiettivo è di utilizzare questa moto con gomme "stradali" - delle formidabili Diablo Corsa - e il settaggio standard per verificare quanto sia efficace in circuito.

BAGARRE Mi fiondo subito nella mischia dei turnisti mettendomi in competizione con chiunque anche con i super milloni che sfrecciano via come dei missili, ma la S4R dice la sua e viaggia a testa alta.


BELLA SOTTO Il motore spinge forte da subito, con una progressione entusiasmante che termina solo quando una spia sul cruscotto ci invita (anzi ci obbliga) a cambiare, prima che intervenga il limitatore mostrando attributi a non finire e ricordando che di cavalli ce ne sono più che a sufficienza. L'avantreno che decolla nelle marce basse è il segnale che il bicilindrico si sta esprimendo al meglio, mostrando delle doti di allungo notevoli (come in tutti i due cilindri però, non c'è bisogno di arrivare alla zona rossa per sentire spingere)

FRENA BENE In frenata questa moto è formidabile: nonostante non ci siano gli ultimi ritrovati a bordo (niente radiali e nemmeno quattro pastiglie) l'impianto non molla mai e ha potenza più che sufficiente anche per un utilizzo pistaiolo. Stesso discorso per la ciclistica: telaio e sospensioni hanno un bel da fare per tenere a bada tanta grinta, ma svolgono il loro compitino al meglio pur rivelando un settaggio tendente al morbido.


MEGLIO PIU' RIGIDA Per forzare ulteriormente il ritmo quindi occorrerebbe intervenire in modo piuttosto marcato. Guidare la S4R in pista è comunque una libidine inaspettata, sentire il motore che spinge e che snerva il pneumatico posteriore ad ogni uscita di curva è un piacere. Mai una reazione scomposta, un'indecisione nell'inserimento di curva, la S4R si fa scaraventare di qua e di là senza batter ciglio e senza dare segni di insofferenza.

2:14 L'unica sbavatura arriva in uscita di curva ricevendo delle lievi sbacchettate "colpa" del manubrione ma anche della sospensione posteriore che si siede un po' troppo. Ma se si pensa che con moto standard e pneumatici stradali ci siamo permessi di girare in 2.14 al Mugello non mi pare ci si possa lamentare, no?


Pubblicato da Stefano Cordara, 21/08/2005
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