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Prova

Ducati Monster 696


Avatar Redazionale, il 07/04/08

16 anni fa - Su strada con il mostro più atteso

È pronta per essere acquistata la nuova generazione della nuda per eccellenza. Rifatta da cima a fondo, condivide con la prima Monster i tratti che l'hanno resa un mito, e su strada ha ancora più carattere


NUDA PRIMORDIALE
Prima di lei le "naked" come le intendiamo oggi non esistevano. Certo, le moto senza carenatura già c'erano, ma la Monster è stata la prima nuda a unire alla perfezione minimalismo e sportività. Oggi, dopo quindici anni e oltre 200.000 pezzi prodotti, è il momento di cambiare, e per farlo Ducati è partita da un foglio bianco, ma con in testa sempre la Monster

GATTOPARDO Proprio come nel famoso romanzo di Tomasi di Lampedusa, infatti, in Ducati devono aver pensato che tutto dovesse cambiare perché nulla cambi. Così, la Monster 696 è una moto completamente nuova rispetto alle altre Monster (che rimangono in gamma), ma è sempre una Monster, sebbene lo sia all'ennesima potenza, per soluzioni costruttive, sportività e carisma delle linee


PORTAFORTUNA
Anche se parlare di linee per la Monster è abbastanza improprio, perché, come già accadeva sulla M900 del '93,  a definirne l'estetica ci pensano solo il faro anteriore e il serbatoio. Dove questo, sulla 696, è sostituito da due gusci in plastica dalle forme talmente gobbute che tutti vorranno accarezzarle per scacciare il malocchio...

DESIGN FUNZIONALE Cotanta presenza nasconde, però, motivazioni tecniche non banali. Sotto i due gusci verniciati sono nascosti il vero serbatoio da 15 litri e l'airbox dell'aspirazione (10 litri), mentre le due prese d'aria sulla copertura hanno anche permesso di aumentare l'angolo di sterzo fino a 64°, grazie allo spazio che lasciano ai blocchetti elettrici quando il manubrio va a battuta.


A TUTTO TONDO
Anche la forma del faro rimane tonda come vuole la tradizione, ma utilizza un sofisticato elemento a tripla parabola con effetti notevoli sull'estetica della moto, che fanno capire quanto ogni aspetto della Monster 696 è stato pensato e realizzato per proporre un mezzo innovativo, anche se si tratta del modello di accesso alla gamma Ducati

DATI A GO GO Lo stesso si può dire per la nuova strumentazione digitale che ricorda da vicino quella delle 1098 e 848 e può visualizzare un numero di informazioni notevole, tra le quali non manca il tempo sul giro. In più, è già predisposta per il DDA (Ducati Data Analyser) cioè l'acquisizione dati introdotta proprio con la 1098.


TECNICA EVOLUTA
Non è da meno la ciclistica della moto, che sfrutta addirittura l'esperienza fatta in MotoGP con la Desmosedici per la realizzazione del telaio misto a traliccio e parti presso fuse. Queste sostituiscono il telaietto posteriore, contribuendo alla riduzione del peso complessivo delle Monster 696, che è di soli 161 chili dichiarati a secco

SENZA LEVERAGGI Le quote rimangono le stesse della 695 (solo il passo è di 1 cm più lungo), così come non cambia la forcella rovesciata Showa da 43mm, non regolabile. La sospensione posteriore diventa invece di tipo Cantilever - quindi senza leveraggi - con il mono Sachs che recupera la progressione tramite il montaggio inclinato e la molla a "K" variabile.


POTENZA IN CRESCITA
Anche il motore mantiene le misure di alesaggio e corsa della vecchia 695. Cambiano però le termiche, derivate dai 1.100 due valvole, e la distribuzione, con gli alberi a camme non più su cuscinetti a vantaggio della semplicità costruttiva. Per migliorare la trattabilità, poi, l'iniezione ha sensori d'aspirazione più evoluti, mentre le sonde lambda diventano due, una per cilindro. Tutto questo una potenza maggiore (80 cv contro 73) e più coppia (69 Nm contro 61).

SCARPE GROSSE Prosegue invece la tradizione delle piccole Monster nella scelta fatta per le gomme, che rimangono le 120/60 e 160/60 su cerchi da 17" della prima Monster 600. Il bello, però, è che la 696 ha anche la doppia omologazione per le gomme e può quindi montare anche delle più sportive 120/70 e 180/55 solo sostituendo il cerchio posteriore con uno dal canale di 5,5".


SEMPRE UNICA
Al momento la gamma prevede solo tre colori (rosso, nero e bianco perlato) ma Ducati ha già a catalogo tantissime parti speciali e non è difficile immaginare che anche per la nuova Monster 696 varrà la regola per cui difficilmente se ne incontreranno due uguali per strada. Nel frattempo, la scelta della moto da cui iniziare è tra due versioni: la base e la Plus (con cupolino e coprisella), vendute rispettivamente a 7.850 euro e 8.250 euro chiavi in mano

GRAN TOURA breve sarà anche possibile provare su strada la Monster 696 grazie al Monster Tour. Alcuni camion con 8 moto a bordo gireranno i principali centri italiani ed europei, dando la possibilità di provare la moto gratuitamente ma solo su prenotazione. Il primo weekend sarà quello del 13/14 Aprile a Firenze, mentre il tour terminerà il 2 agosto a Rimini. Tutte le informazioni si possono trovare sul sito www.ducati.com


STRETCHING ADDIO
Scordatevi la posizione da fachiro della Monster 695, con il busto allungato sul serbatoio e le braccia tese, in una posizione da allungamento muscolare. In sella alla nuova 696 l'ergonomia è più moderna, con il manubrio più vicino alla sella ma ancora basso rispetto alle concorrenti giapponesi, per una postura comunque sportiva e caricata sull'anteriore.

PIEDI A TERRAL'altezza della sella è alla portata di tutti (770mm), l'imbottitura maggiorata è comoda e solo la forma della seduta è migliorabile, perché tende a spingere il pilota verso il serbatoio. Questo poi ha degli incavi ben studiati per le ginocchia, ma i piloti meno longilinei troveranno un po' rigido il bordo inferiore stringendo le gambe per puntarsi in staccata.

SPEED DATEPer entrare in sintonia con la Monster 696 bastano pochi attimi, perché da subito ci si ritrova tra le mani una moto leggera e facile. Il merito va sicuramente alle qualità della nuova ciclistica, ma anche alla gomma posteriore da 160, che regala alla Monster tanta agilità e nessuna reticenza nel seguire i comandi di chi guida.


NERVOSETTA
Il rovescio della medaglia arriva quando si comincia ad alzare il passo nel misto stretto, perché sulle prime ci si ritrova tra le mani uno sterzo talmente veloce da rimanere spiazzati. Nei veloci cambi di direzione l'anteriore non è solidissimo e il feeling è un po' velato, forse anche a causa del manubrio montato su silent block.

COPIA POCO Oltretutto, sullo sconnesso la taratura della forcella appare piuttosto rigida. Così - con la complicità della gomma anteriore /60 - le piccole asperità in successione dell'asfalto passano senza troppi filtri al manubrio. Va molto meglio, invece, il mono posteriore, che non fa rimpiangere i leveraggi progressivi della 695 anche quando la strada non è un tavolo da biliardo.

CHIUDE BENEQuando la strada si fa più scorrevole, però, la Monster tira fuori gli artigli. La guida si fa più precisa e la rigidità del telaio, unito alla taratura sostenuta delle sospensioni, offrono tanta solidità in appoggio. Anche qui, il gommone da 180 non sembra necessario e, anzi, proprio per la spalla meno importante al posteriore, la moto chiude le traiettorie col solo pensiero.


GIRA ALTA
D'altra parte, sulla Monster 696 non ci sono tonnellate di coppia da gestire e l'erogazione del rinnovato bicilindrico comincia a mostrare i denti solo superati i 5.000 giri. Sotto questo regime, infatti, il desmo è piuttosto tranquillo e comincia a spingere con sana convinzione da circa 6.000, fino agli 8.500, oltre ai quali la spinta cala e non serve molto insistere.

INNESTI PRECISIÈ un campo di utilizzo abbastanza limitato - circa 3.000/3.500 giri - che però si riesce a sfruttare ugualmente grazie ai rapporti del cambio distesi e alla buona trattabilità del motore anche nei regimi meno favorevoli. Tra l'altro, il cambio è manovrabile e preciso, perciò non si fatica troppo a tenere il motore nell'arco di giri più redditizio.

NIENTE PANICO E come il cambio, tutti i comandi della moto sembrano tarati per non mettere in difficoltà nemmeno i più inesperti. La frizione è un burro (anche se stacca molto avanti), mentre i freni utilizzano pastiglie così poco aggressive da far sembrare le pinze di derivazione 848 poco potenti. In realtà, la potenza c'è, ma arriva solo tirando bene la leva, un bel vantaggio nelle situazioni di panico per chi non è esperto...


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Pubblicato da Michele Losito, 07/04/2008
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