Più leggera e "morbida" ma sempre Hyper. La "piccola" motard di Borgo Panigale smussa molti degli spigoli della sorella maggiore ma mantiene il carattere dinamico che l'ha sempre contraddistinta. Agilissima e realmente leggera, ha una erogazione facile ma una ciclistica che richiede un minimo di assuefazione.
796 DI NOME, 803 DI FATTO La curiosità, ovvio, ruota tutta intorno al nuovo motore, che debutta su questa moto. Contrariamente alle sue abitudini, Ducati, per una volta, non fa coincidere il nome con la cilindrata. La cilindrata effettiva del nuovo Desmodue è, infatti, superiore a quella riportata sul codino, ed è qualcosa di cui i Ducatisti più attenti hanno sicuramente già sentito parlare. Gli 803 cc ottenuti da un alesaggio di 88 mm per una corsa di 66 mm sono infatti gli stessi dei motori 800 che negli anni passati hanno equipaggiato la serie Supersport e poi anche la Monster S2R. Ovviamente, qui è tutto nuovo, i carter pesano 1,2 kg in meno di quelli della 696 (hanno anche dimensioni differenti) e altri 700 grammi sono risparmiati dal volano "preso in prestito” dalla 848. Nuovi sono anche i pistoni che innalzano il rapporto di compressione fino a 11:1. Anche i coperchi esterni sono nuovi, mentre a calmare i bollori arriva lo stesso radiatore dell'olio che già monta la 1100.
FORCELLA SLIM Il gioco delle differenze prosegue con la ciclistica. Le misure della ciclistica sono esattamente le stesse della 1100 (angolo di sterzo a 24° e 1.455 mm di interasse), ma la forcella è nuova e ha una misura più "normale” degli steli (43 mm) in luogo dei 50 della 1100, e non si concede ad alcuna regolazione. Il monoammortizzatore è un Sachs regolabile. Se escludiamo i particolari che non si vedono, la 796 è quindi praticamente indistinguibile dalla 1100 anche se, in realtà, guardandola di profilo si nota una sella leggermente più scavata che abbassa la seduta di 20 mm (ora a quota 825 mm per l'esattezza) per venire incontro alle esigenze di chi non è propriamente di gamba lunga, e porta ad una leggera modifica della posizione di guida.
MENO SPIGOLI Insomma, scendendo di cilindrata, la motard di Borgo Panigale ha visto smussati molti degli "spigoli" che caratterizzano la versione con il motore da 1100 cc. Non solo perché qui ci sono meno cavalli da gestire, ma anche perché la posizione di guida è diversa e le sospensioni offrono un filtro più efficace tra l'asfalto e il pilota. Però Hyper era e Hyper è rimasta, almeno per quel che riguarda certi comportamenti dinamici che, sebbene smorzati, ritroviamo anche in questa versione.
GIOCATTOLINO E poi c'è l'evidente leggerezza: la 796 è davvero un "giocattolino", parecchio più leggera della 1100. Impossibile non accorgersene anche solo muovendo la moto tra le gambe a motore spento. Dentro la prima e via. Il motore mi piace, la frizione con APTC porta in dote tutti i suoi pregi (leggerezza assoluta di comando e antisaltellamento) ma anche il suo solito punto debole che si traduce in un attacco un po' brusco, a cui occorre fare un minimo l'abitudine nei primi chilometri percorsi in città.
GESTIONE MORBIDA Il risultato è che le prestazioni, che definirei più che soddisfacenti per il tipo di moto, vanno a braccetto con una buona gestione dell'acceleratore in ogni situazione (ovviamente la risposta è molto meno brusca che sulla 1100, anche se un minimo di on/off è rimasto). Con la Hyper 796 si va via svelti, confortati da una curva di coppia molto favorevole, che dai 3.000 giri in su si mantiene praticamente piatta fino all'intervento del limitatore.
FILTRA MEGLIO La ciclistica in compenso è cambiata in modo sostanziale. Le sospensioni con taratura piuttosto morbida sono le principali artefici del cambiamento dinamico della piccola Hyper. Grazie a un assetto tendenzialmente soft, la Hypermotard 796 riesce a smussare parecchi spigoli che caratterizzano la 1100; è più comoda, un po' più "rotonda" nella guida, filtra meglio le asperità scartando meno di anteriore sulle sconnessioni dell'asfalto. Si avverte, insomma, lo sforzo che ha fatto Ducati per rendere la moto più comunicativa con il pilota, sforzo che ha dato i suoi frutti in effetti, perché la moto è decisamente più facile da condurre.
STRETTO O VELOCE? Proprio per questo, paradossalmente, alla fine la 796 pur essendo... "Hypermaneggevole" soffre un po' i percorsi molto stretti, quelli dove alla fine si guida un po' "spigolosi" e si entra sempre un po' a freni in mano, situazione in cui il carico sull'avantreno e la posizione di guida molto avanzata non aiutano ad avere il feeling giusto. In compenso, quandoil percorso si apre un po'la Hypersi fa più filante, e quando la velocità si alza diventa piacevolissima e molto efficace.
LIMITE ALTO Ovvio che le sospensioni semplificate abbiano un limite intrinseco dato dall'essere morbide e un po' sfrenate, per cui, quando si inizia a guidare in modo davvero aggressivo, ci sono trasferimenti di carico evidenti e ci scappa qualche rimbalzo di troppo. Però questo era da mettere in conto (per chi vuole di più c'è sempre la 1100) e va detto che il limite resta comunque davvero molto alto, visto che durante il nostro percorso di prova c'è stato chi è arrivato a piallare il collettore di scarico a destra e a piegare la leva del cambio a sinistra…
BRUTTA CLIENTE Il risultato che in Ducati si sono proposti di ottenere alla fine direi che è stato raggiunto: la 796 non ha perso carisma, non ha perso carattere. Ha guadagnato facilità di guida e anche una certa dose di versatilità. Il fascino quindi è rimasto intatto, e con il marchio che si ritrova sul serbatoio e il prezzo a cui viene venduta sarà sicuramente una brutta cliente per tutti, anche per la sorella maggiore.