Le Ducati dei sogni, quelle più vicine alla gare, quelle più pregiate e costose. Le abbiamo messe alla prova sul tracciato di Le Luc in versione '05. Potenza monstre per la 999 in versione kit, davvero una moto per pochi, mentre la Ducati 749R sorprende: sulle prime la trascuri ma poi ..
Questo servizio è stato realizzato in collaborazione con Moto HiPower
NATE PER CORRERE Poche moto possono dire di essere altrettanto vicine ai modelli che corrono in pista. Le sorelle "R" di Casa Ducati sono il meglio del meglio attualmente disponibile nella gamma di Borgo Panigale, pregiate come gioielli e con prezzi di altrettanto spessore: 21.000 € per la Ducati 749, ben 30.000 per la Ducati 999 R, quella che nel 2005 ha ricevuto gli aggiornamenti maggiori. Perché la 749, se si escludono le modifiche arrivate ad equipaggiare tutta la gamma Superbike, è rimasta praticamente invariata. Cambia il cupolino che perde le prese d'aria superiori, il plexiglass è più bombato e gli specchietti montati in posizione più larga per offrire maggiore visibilità.
COME LE 600 Per il resto, la Ducati 749 R è la stessa moto che avevamo provato a Valencia e che ci aveva stupito con prestazioni sorprendenti sciorinate in modo talmente intuitivo da ingannare. Per la sua descrizione in dettaglio vi rimandiamo alla prova completa che trovate nelle correlate, rammentiamo solo i dati di potenza dichiarata che si piazza a 121 cv a 10.500 giri con una coppia di 8,6 kgm a 8.500 giri. Dati che ormai la pongono sullo stesso livello delle quattro cilindri giapponesi e confermati anche dal nostro banco prova. Del tutto differente la storia della Ducati 999R, la prima a montare il nuovo cupolino ma anche quella che dal 2004 al 2005 è cambiata di più, per tentare di ribadire la propria leadership nel mondiale Superbike, seriamente minacciata dalle quattro cilindri (e le prime due gare hanno dimostrato che quest'anno sarà durissima).
FIGLIA DELL'AMA In realtà la base di partenza della Ducati 999R è la moto che nel 2004 ha partecipato al campionato americano (AMA), le cui regole più restrittive hanno imposto a Ducati di produrre un motore stradale più vicino a quello racing vero e proprio. Non cambiano le misure vitali del Testastretta ancora con rapporto alesaggio/corsa di 104/58,8. Cambia però completamente la struttura del motore: riprogettate teste e pistoni (ora forgiati e più leggeri), i due cilindri festeggiano anche l'arrivo delle valvole in titanio (fino al 2004 erano solo sulla Ducati 749 R). Gli interventi più importanti hanno riguardato proprio le teste che hanno subito una rivisitazione fluidodinamica radicale.
TITANIO
Ci sono valvole ancora più grandi che hanno imposto un aumento dell'interasse tra le valvole stesse e la revisione dell'andamento dei condotti di aspirazione e scarico. Cambia anche la centralina (Marelli IAW 5M2), che può gestire ora un maggior numero di ingressi ed uscite, per permettere sviluppi futuri sulle strategie di regolazione. Tutto, ovviamente, per ricercare maggiore prestazioni. Si passa, infatti, dai 102 kW (139 CV) a 10.000 giri/min, ai 110 kW (150 CV) a 9.750 giri/min. La coppia aumenta invece da 108 Nm (11 kgm) ottenuti a 8.000 giri/min, al valore di 116,7 Nm (11,9 kgm) sempre erogati a 8.000 giri/min. Finalmente, poi anche la 999 adotta la cartella copricinghie in carbonio con presa d'aria dinamica per raffreddare le cinghie stesse. Sulla versione 2004, in mezzo a tutto quel carbonio, la cartella in misera plastica ci stava proprio male.TRALICCIO IMMORTALE Ciclisticamente i cambiamenti sono senz'altro meno evidenti, promossi telaio a traliccio e forcellone scatolato arrivano a dar manforte una nuova forcella Öhlins con steli trattati al TIN, rivista a livello di molle e di boccole per migliorarne ulteriormente il funzionamento. Nuovo anche l'ammortizzatore posteriore migliorato rendendo completamente indipendente la regolazione del freno in estensione (su cui agisce una valvola unidirezionale), che dunque non influenza più quella del freno in compressione.
PELLE DI CARBONIO
Ovviamente la pelle resta pregiatissima. Il supporto faro e i nuovi supporti specchi sono in lega di magnesio (come sulla 749). Le carene con i deflettori, lo scudo frontale tra le due carene, il parafango anteriore, la protezione della catena, il para calore sul silenziatore e il cupolino, sono in fibra di carbonio e in questo la 999 si distingue dalla sorellina che adotta una carenatura in tecnoplimeri.PULSANTE MEGICO
Costano una follia, ma tutto svanisce quando si preme il bottone dello start della 999. Il rombo del desmodromico scuote l'aria e penetra nelle ossa, un suono entusiasmate che fuoriesce dall'impianto di scarico aperto Termignoni e in grado di catturare l'attenzione di chiunque sia nei dintorni. Al confronto la 749 con lo scarico omologato pare spenta, fin troppo silenziosa per essere una sportiva di questa caratura.COMODA SPORTIVITÁ
In sella ci si trova subito a proprio agio; a dire il vero per essere una sport racing è quasi comoda, con un ottimo spazio per gli spostamenti del corpo. La 999R è una sportiva di razza senza compromessi, che abbina alla esuberante potenza del propulsore bicilindrico l'agilità e la compattezza della ciclistica. Un vero missile in grado di offrire copiose scariche di potenza ad ogni manata sull'acceleratore: si ha la sensazione di avere un collegamento diretto tra mano e motore.MOTORE ESPLOSIVO
Ad ogni apertura del gas, la 999R reagisce in maniera prepotente e impetuosa regalando forti emozioni. Non è certamente una moto adatta a tutti; per sfruttare la sua cavalleria ci vuole un polso molto sensibile, di quelli che sanno accelerare al momento giusto azionato da un pilota con una certa esperienza in circuito. Fa freddo a Le Luc ma con il susseguirsi dei giri le gomme si scaldano davvero: è qui che inizia la libidine...la 999R va semplicemente fortissimo, è un vero purosangue mai domo, molto lontana dalla facilità di guida del modello base, molto più intuitivo.LIMITE INFINITO Qui il limite è altissimo ed è più probabile che arrivi prima quello del pilota che il suo. Non è naturale osare sul davanti, entrando in curva pinzati e tantomeno anticipare il gas in uscita è un'azione che viene spontanea. C'è sempre il sospetto che sia lei a prendere il sopravvento da un momento all'altro e che in un attimo tu ti possa ritrovare con la moto per cappello, e allora si finisce per guidare un po' contratti, si osa di meno (anche perché il carbonio costa) e si viaggia su linee pulite, senza strafare. E' sorprendente con quale rapidità scende in piega (e che pieghe...!); ha un avantreno ben solido e piantato a terra, affronta le varianti con una rapidità incredibile, ma sembra appesantita nel posteriore, dove il gommone da 190 le toglie un pizzico di "libertà"
FRENI AL TOPL'impianto frenante Brembo con attacco radiale è semplicemente spettacolare, ha la capacità di fornire pronte e potenti decelerazioni in qualsiasi condizione anche nei momenti di impiego più esasperati. Ma in staccata le manca qualcosa... su una moto con questo prezzo e con queste performance a parer nostro non deve mancare la frizione antisaltellamento: un accessorio che aiuta il pilota ad avere ancor più sicurezza di quanto la 999R può gia dare.
LA PICCOLA CON QUALCOSA IN PIÙ Cosa che non manca invece alla 749R che, quindi, si presenta con una dotazione assolutamente al top. È un po' il "vantaggio" derivato dal competere nella categoria Supersport, dove le modifiche rispetto al modello di serie devono essere limitatissime e dove quindi la moto deve essere prodotta già completa di tutto. Questo è il motivo della presenza del "serbatoione" maggiorato, che dà alla 749R un vago sapore da moto racing artigianale, oltre ad assicurare un maggiore autonomia (naturalmente) e un miglior appoggio all'avambraccio quando si guida in pista.
MENO EMOZIONI, PIÙ EFFICACIA Ed è proprio in pista che la piccolina delle R sorprende. Se parliamo di emozioni allora la 999R è assolutamente imbattibile, ma quanto ad efficacia, la 749R riesce a tirar fuori più di un coniglio dal suo cilindro. Non ti emoziona, non romba, ma alla lunga ti conquista perché ti rendi conto che con lei vai veramente forte senza fare alcuna fatica. In certi tratti della pista, quelli più guidati, riesce a mordere la coda della 999 perché la 749 non ti inibisce mai, anzi ti dà quella sicurezza che ti permette di osare sempre più.
GAS SEMPRE APERTO La risposta ai bassi non è veemente come con la 999 per avere il meglio la devi far girare oltre i 7000 così ti ritrovi a stracciare il gas senza ritegno, snocciolando le marce fino all'ingresso del limitatore affrontando le varianti con decisione con la moto che non ha mai reazioni scomposte. Fuori dai curvoni apri il gas ancora a moto inclinata e la 749R schizza via come un missile mantenendo la traiettoria impostata come su un binario.
FRENATA IMPECCABILE
Gran moto davvero e in staccata arriva la ciliegina sulla torta con la piccolina che si prende la rivincita sulla sorella, non solo perché arriva alla staccata con un po' meno velocità, ma soprattutto per la frizione antisaltellamento che rende possibile l'impossibile, lasciando che il retrotreno segua fedelmente l'avantreno anche quando esageri. Insomma, fisicamente e psicologicamente la 749 R è molto meno impegnativa e alla fine ti accorgi che continui a girare su dei gran tempi senza accusare stanchezza.GOMME DEL DIABLO Non manca anche un asso nella manica: la 749 R è equipaggiata di serie con le Pirelli Diablo Corsa e con le basse temperature che abbiamo trovato i pneumatici Italiani andavano molto meglio delle Michelin Pilot Race montate sulla 999 R senz'altro meno intuitive e più lente ad entrare in temperatura. È anche vero che questo tracciato le si addice come un bell'abito su una donna prestante: ricco di curve con numerosi cambi di direzione e due rettilinei di tutto rispetto; la sensazione è quella di non andare poi così forte ma osservando i tempi sul giro.
Il risultato del banco prova è eclatante per la 999R che con 134 cavalli alla ruota (sono quasi 150 all'albero) è la bicilindrica più potente in assoluto in commercio. Anche la piccola 749 R si comporta molto bene, come potete vedere la curva della potenza ha una flessione attorno ai 5.000 giri, ma poi scala in fretta i cavalli fino alla ragguardevole potenza di 106 cv alla ruota, ormai quindi del tutto allineata alla potenza dei quattro cilindri 600, certo quì il prezzo è ben diverso...