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Day by day con: Bmw 650 Scarver


Avatar Redazionale, il 03/10/03

21 anni fa -

Ha la sfortuna di essere guardata male dai Bmwisti doc - troppo sbarazzina - e di convincere poco gli esteti (faccia da mutoide), ma regala bei momenti a chi decide di non seguire le mode. Di diritto nella categoria delle incomprese croniche, la toy-bike fa parlare. E questo è bene.

Una specie di giocattolo. In tutto. Rumore, guida, colori. E, in quanto giocattolo, divertente come pochi. E poi – su – qualcosa di nuovo, di differente, che abbia il coraggio di buttare lì un po’ di originalità. Zia Bmw getta la naftalina e decide di sconvolgere, poi si mette in posizione d’urto in attesa delle critiche.

La usiamo per passare dall’estate all’autunno, in una città (Milano) in cui è francamente sconsigliabile l’utilizzo della macchina. Lei è azzurrognola, non alta, molto trendy. La sella si infossa sul serbatoio, mentre le pedane arretrate impongono una posizione singolare, non scomoda, modello sedia specifica per tenere la colonna vertebrale dritta.

Le anomalie proseguono con il manubrio che non si porge verso il pilota ma lo snobba, puntando le manopole verso l’alto: più che una Bmw, una Bmx (le bici esplose negli anni ’80). Un giocattolone, insomma, un po’ come nei comandi degli strumenti che piacerebbero molto a bimbi sotto i 5 anni, nell’abracadabra del serbatoio sparito, nella corona della trasmissione uscita da una scatola del meccano.

Il rumore, si diceva, non è nulla che ispiri pensieri di asfalto e velocità, anzi. Ma la sorpresa arriva se si inizia a tirare, maltrattando le manopolone rigate, perché la ragazza non ci pensa a tirarsi indietro, gracchia fino alla zona rossa e, stotock, su di una marcia. Con il baricentro che sfiora i tombini e permette pieghe che, con un giocattolo, difficilmente si mettono in pratica.

Si butta in curva che è una meraviglia – onorando il nome, del resto – roba da far sentire pilota anche chi arriva dritto dalla mountain bike. Leggera, tonica nei cambi di direzione, passa dalla dimensione ludica a quella reale che non te ne accorgi nemmeno. Giusto l’occhio sul cruscottino (strano anche quello) ti fa capire che le velocità da livello di guardia arrivano eccome.

Dubbi sulla scelta dell’ABS, che è appunto da scegliere trattandosi di optional. Sul posteriore entra infatti praticamente sempre, tanto da spingere a cattive abitudini tipo inchiodare comunque con il taccosulla leva – anche quando non serve – e lasciar lavorare l’antibloccaggio fino al semaforo rosso.

Davanti il discorso è diverso: non entra quasi mai (a causa dello spostamento dei pesi e dell’aderenza maggiore in fase di frenata), piuttosto la sensazione è che la forcella si abbassi molto, creando un effetto "catapulta" che avvicina lo sguardo all’asfalto!

Un lato – saremo banali – molto positivo è quello relativo ai consumi. Una volta trovato il serbatoio, basta rimpinguare di 5 Euro di verde per un centinaio di chilometri cittadini. Calcolatrice alla mano si parla di un 20 km al litro, il che fa sempre piacere.

Pratica e cheap (nel mantenimento, un po’ meno nell’acquisto…) la Scarver è una specie di Swatch delle moto, con i parallelismi che crescono grazie alla possibilità di personalizzarsela, piazzando le alette in plastica (e altro) di colori diversi.

Della moto (peccato il rumoruncolo) ha il comportamento di guida divertente, dello scooter il lato pratico e funzionale. Insomma, un peccato scenderci: e non solo per la scomodità di andare a scovare il cavalletto laterale, nascosto tra pedana e terminale.


Pubblicato da Andrea Sperelli, 03/10/2003
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