Un cuore più.. "HP2", lo stesso grandioso equilibrio di sempre. La GS festeggia i suoi primi 30 anni di vita facendo un ulteriore passo avanti per confermarsi leader. FOTO: MILAGRO
LEADERQuesto, non la moda, l'ha resa una moto apprezzata in tutto il mondo, una moto prodotta fino ad oggi in 520.000 esemplari, una moto leader del segmento praticamente in ogni mercato mondiale, talmente famosa da diventare quasi un brand a sé stante. La moda, è arrivata dopo.
Insomma la GS è la GS e da qui non si scappa. Potrà non piacere a tutti per quelle sue linee un po' "squilibrate", ma se nessuno ancora è riuscita a scalzarla dal trono e se quasi l'80% delle maxi enduro vendute sono GS un motivo ci deve pur essere.
Sulla GS 2010 debutta, infatti, il motore che fino ad oggi è stato appannaggio della sola, costosissima, HP2 Sport. Un passo quasi scontato, visto che nella storia di BMW le novità tecniche arrivavano sempre prima sulla GS per poi riversarsi a cascata sul resto della gamma "R". Dopo aver corso nel mondiale Endurance e aver debuttato sulla prestigiosa HP2 Sport, il boxer 1.200 bialbero a valvole radiali (ognuno dei due alberi a camme aziona una valvola di aspirazione e una di scarico) arriva quindi anche sulle BMW "normali" e porta in dote ovviamente una dose aggiuntiva di cavalli che, pur non essendo strettamente necessaria, non guasta mai.
PIÙ CAVALLI BMW tuttavia non voleva rompere l'equilibrio che caratterizza la GS per cui non ha, giustamente, esagerato. L'incremento prestazionale è limitato a 5 cv (da 105 a 110 ottenuti a 7750 giri) e 5 Nm (da 115 a 120 Nm ottenuti però a un regime più basso, 6000 giri). Inoltre è aumentato il regime massimo di rotazione con il limitatore che si sposta da 8.000 a 8.500 giri. Valori raggiunti proprio grazie all'adozione del nuovo motore bialbero che, ricordiamolo, ha la particolarità di montare gli alberi a camme longitudinalmente così che ogni albero a camme aziona sia la valvola di aspirazione sia una di scarico.
AGGIORNAMENTI Le altre novità sono di dettaglio, cambia la grafica della strumentazione, l'indicatore del livello benzina è più preciso e ci sono nuovi pomelli per la regolazione del parabrezza, dettagli, dunque che non modificano di una virgola l'impatto estetico generale della moto francamente indistinguibile dalla versione precedente. Curioso infine constatare che la GS resta fedele ai "vecchi" blocchetti elettrici e non utilizza quelli nuovi e più compatti già utilizzati sulla serie K e sulla nuova RT.
VIA DALL'ASFALTOSterrato praticamente inevitabile se l'itinerario del test è studiato da Beppe Gualini, uomo che riesce sempre a scovare i percorsi giusti per enfatizzare le caratteristiche di una moto. E infatti anche stavolta ha fatto centro, il percorso che si snodava nell'entroterra toscano (180 km tra asfalto e piste sterrate) sembrava disegnato apposta per godere guidando una moto "globale" come la GS. Peccato per il fondo viscido a tratti che ha tolto parte del gusto, ma pare che anche per quello Gualini si stia attrezzando…
HP2 INSIDE Se la ciclistica non è cambiata di una virgola, il nuovo motore invece contribuisce a cambiare in modo piuttosto sensibile il carattere della GS. Basta accenderla per rendersi conto delle novità. Dallo scarico esce ora un rumore secco, cupo, come se la moto fosse già equipaggiata con lo scarico Akrapovic, invece il silenziatore è quello di serie. Insomma, la voce della nuova GS (sia in accelerazione sia in rilascio) è più decisa e sportiva, quasi che in BMW avessero voluto far capire che l'anima, ora, è quella cattiva della HP2. Anche l'erogazione è cambiata, il motore appare meno rumoroso di meccanica e offre un funzionamento globalmente più fluido e omogeneo.
ELETTRONICA A GO GO Come era prevedibile, l'arrivo del nuovo motore non ha snaturato il comportamento dinamico della GS, moto con cui viene davvero tutto facile soprattutto se si sfruttano gli ausili elettronici (optional) di cui è dotata. ASC, ABS e ESA diventano compagni di viaggio ormai quasi indispensabili e consentono di configurare la GS adattandola alla varie situazioni rendendola un mostro di… sicurezza che regala una tranquillità psicologica notevole. Basti pensare che l'ESA II da solo offre 15 differenti configurazioni dell'assetto, e il controllo di trazione ha anche un'opzione che consente un minimo di slittamento della ruota posteriore per aiutare nella guida off road. Sia ABS che ASC sono comunque disinseribili.
INARRESTABILE Invece lei va, va dappertutto. In piedi sulle pedane, dentro la terza e giocando solo con il gas la GS avanza come un rompighiaccio, quasi incurante di ciò che le passa sotto le ruote. E, avendo l'accortezza di alzare un po' il manubrio come già detto più sopra, la moto si presta moltissimo alla guida in piedi, è snella dove passano le gambe e ha un serbatoio rastremato che consente di avanzare a dovere caricando l'avantreno. In questo fa la differenza rispetto a tutte le altre maxi enduro stradali con ruota da 19 o 17 pollici.
EVOLUZIONE GIUSTA L'evoluzione tecnica ha avuto quindi il suo perché. Grazie all'arrivo del nuovo motore, la GS ha effettivamente guadagnato in carattere e sportività e anche se probabilmente le innovazioni non sono tali da farvi fare la fila dal concessionario per dare dentro la vostre 1200 appena acquistate, sono sicuro che, alla fine, la fila ci sarà lo stesso. Perché oltre ad avere una storia, e oltre alle sue qualità, la GS è una moto che va anche di moda. E chi ama gli oggetti di moda è sempre molto sensibile al fascino irresistibile dell'ultimo modello…