Dopo la prima prova in Spagna, il nuovo cambio servoassistito YCC-S esce a testa alta anche dai tornati del Pordoi. Siamo stati al Dolomiti Ride per provarla e capire che è la ciliegina sulla torta di un'ottima moto, che apre un nuovo capitolo per il mondo delle due ruote. Un esperimento riuscito che merita un futuro.
PROVARE PER CREDERE Non scomunicatemi ma stavolta, rispetto a me, San Tommaso si potrebbe quasi definire un credulone. Del Cordara mi fido ciecamente quando si parla di moto: se lui ne prova una e dà un giudizio, non è il caso di discutere. Davanti a quella che considero la novità tecnica più importante apparsa ultimamente tra le due ruote, ovvero il cambio servoassistito montato dalla Yamaha sulla rinnovata FJR, ho voluto però toccare con mano, in prima persona. Per questo mi sono presentato al Dolomiti Ride, l'ormai tradizionale raduno organizzato da Yamaha con tutta l'intenzione di impossessarmi di una FJR AS.
LEVATA LA LEVA Toccare con mano, poi, si fa per modo di dire, visto che la novità introdotta dalla versione AS della touring nipponica sta proprio nel fatto che la leva della frizione semplicemente non c'è. In compenso, il blocchetto sinistro si fa più affollato, con l'aggiunta di un piccolo bilanciere che fa spuntare una levetta davanti alla manopola e una dietro e con un pulsantino accompagnato da una lucina verde. Meglio vederci chiaro...
NON E' AUTOMATICO Il segreto di questa Yamaha sta in una sigla di quattro lettere, YCC-S, che una volta srotolata si legge come Yamaha Chip Controlled-Shif. Un cambio a controllo elettronico, dunque, da non confondere assolutamente con uno automatico. La FJR AS non cambia mai i rapporti da sola. Questo compito spetta sempre al pilota, che può farlo utilizzando il classico pedale oppure il citato bilanciere vicino al blocchetto di sinistra, dopo averlo reso attivo tramite il pulsantino di cui sopra. Un colpetto in avanti e si scala una marcia, uno indietro con l'indice e si passa a quella più lunga. Con il pedale, invece, tutto è nella norma, salvo il fatto che qui la folle è sotto la prima e non tra la prima e la seconda.
SEMBRA DIFFICILE... A ben vedere, il cambio e la frizione sono uguali a quelli della FJR vulgaris ma entrambi godono dell'assistenza di un servomotore. Quando si agisce sul pedale o sul bilanciere parte un impulso che attiva l'attuatore che stacca la frizione, passa la palla al suo socio che favorisce la selezione del rapporto richiesto e la riceve di nuovo indietro per riattaccare la frizione. L'unica cosa che l'elettronica fa di testa sua è staccare la frizione quando il regime scende a quota 1.300 giri, per evitare sobbalzi e spegnimenti. Tecnica a parte, il cambio AS è complesso soltanto da spiegare, perché una volta in sella tutto si fa incredibilmente semplice.
COMODA, LA VITA Una tiratina a uno dei due freni e la FJR si avvia con voce piena ma dal tono molto sommesso, al limite anche a marcia inserita. L'unico scoglio psicologico da superare è quello iniziale: trovato il coraggio di buttare dentro la prima senza tirare la leva della frizione, il gioco è fatto. Un po' di legittima titubanza nell'aprire il gas la prima volta fa scoprire che l'attuatore sa il fatto suo e sa modulare la frizione benissimo. Un bell'aiuto quando si deve fare inversione, magari anche stracarichi nelle piazzole in ghiaia delle strade di montagna. La partenza può essere fatta al rallentatore oppure al fulmicotone, con uno scatto secco, come se la Yamaha fosse caricata a molla, a seconda di come si dosa l'acceleratore.
SUPER SOFT Una volta in movimento, la gestione del polso destro è quella di sempre. Quando si passa al rapporto superiore occorre chiudere appena, per evitare un fastidioso effetto sfrizionata e, alla lunga, le ire dell'eventuale passeggero. In scalata, invece, non c'è spazio per le sgasate: manetta chiusa e giù le marce senza patemi, snocciolate una per volta dalla centralina con una gran morbidezza. La dolcezza non viene meno neppure quando si forza il passo e si tirano le staccate con decisione, cercando un po' di aiuto nel freno motore.
GUSTOLUNGO Oltre a semplificare la vita nel traffico, l'YCC-S finisce così per farsi apprezzare pure nella guida sportiva. Il cambio servoassistito garantisce innesti precisi e senza incertezze e permette di concentrarsi meglio sulle curve, nella quali l'ultima FJR si muove con fluidità e rigore insospettabili. L'ottimo telaio di sempre, la nuova forcella più scorrevole e l'inedito forcellone allungato rendono questa Yamaha gustosissima anche nei tornanti (e al Dolomiti Ride di tornanti se ne fa una indigestione), dove non si dimostra impacciata neppure se zavorrata con il passeggero. Già a passo d'uomo sfoggia un bilanciamento invidiabile e con il salire della velocità l'avantreno regala una sensazione di grande sicurezza, lasciando comunque ampio margine per le correzioni.
IN PANCIOLLE Detto fuori dai denti, non ricordo un'altra tourer così piacevole nel misto. Ciò non impone comunque alcuna rinuncia sul fronte del comfort, che nel model year 2006 viene esaltato dall'adozione di rapporti più lunghi, di nuovi deflettori regolabili per la carenatura e di un nuovo cupolino regolabile, più alto di 25 mm e più vicono al pilota di 49,7. Anche il manubrio e la sella sono regolabili, rispettivamente di 30 e di 20 mm e consentono a chi guida di tagliarsi la posizione su misura. Il passegero ha a sua volta di che sorridere, con pedane più larghe, avanzate e basse che in passato.
MEGLIO DI PIEDE Tornando al cambio, se sia meglio utilizzare il classico pedale o il bilanciere al volante è una questione di gusti. Personalmente preferisco utilizzare il piede e impugnare più comodamente la manopola con la mano sinistra. La cambiata al manubrio (quanta nostalgia per il mio vecchio Garelli Vip 3...) impone di tenere la mano in una posizione a mio avviso innaturale.
COLPO DI FULMINE Sarò anche avvantaggiato dal fatto di salire e scendere spesso da auto di ogni genere e tipo, con i cambi più disparati, ma con l'YCC-S non vedo alcun problema di assuefazione. Al punto che, dovessi scegliere se staccare un assegno da 15.790 euro per la FJR 1300 ABS oppure di 17.690 euro per la versione AS, opterei per quest'ultima, anche se 1.900 euro non sono bruscolini. Ora però, con l'YCC-S che fatto venire l'acquolina in bocca, mi restano un paio di curiosità. In primo luogo, vorrei provare lo stesso sistema applicato anche su altre moto (e credo che sarò accontentato). In seconda battuta, sarei curioso di vedere il software del sistema evolversi anche con una funzione che gestisca automaticamente le cambiate, come già avviene sui cambi robotizzati delle auto. Fatto trenta, si potrebbe fare anche trentuno, giusto per vedere sulla gente l'effetto che fa...