Motore da sportiva, telaio di alluminio scarico osée. Così si presenta l'attesa erede della Fazer 1000, moto all round adatta anche ai viaggi veloci.
BASSO E GROSSO Pare che ormai si stiano definendo due filoni ben precisi su come deve essere uno scarico per moto. Primo filone quello del sotto sella, secondo filone la new age dello scarico laterale, grosso e tozzo come un barile. Appartiene a questo la FZ1 Fazer, la seminaked da 1000 cc di cui da tempo si parla. In pratica la sorella maggiore della FZ6, che ormai da due anni sta facendo i grandi numeri sul nostro mercato. Punti in comune ce ne sono parecchi: il motore derivato dalla sportiva (R6 per la piccola, R1 per la grande) un bel telaio di alluminio e la semicarenatura, l'indole a metà tra lo sportiveggiante ed il turistico.
FACCIA DA FAZER
Tecnica a parte, la faccia della nuova FZ1 è piuttosto simile a quella della vecchia Fazer, a causa della semicarenatura dagli occhi spigolosi e dagli orecchi sporgenti che manifesta un evidente family feeling con il modello precedente. Il resto, comunque è tutto diverso: dalle due foto arrivate in redazione si vede piuttosto poco, ma il codino sembra filare via piuttosto rastremato, e nella zona centrale è il telaio a farla da padrone con due travi di sezione molto generosa. Altrettanto dicasi per il forcellone con un braccio "a banana" che lascia spazio allo scaricone, mentre all'avantreno spunta anche una bella forcella a steli rovesciati. Le pinze a quattro pistoncini sono di tipo tradizionale, certamente più adatte al tipo di moto delle radiali; vanno a frenare due dischi da 320 mm, e avranno il loro bel daffare, perché la FZ1 è moto dai grandi numeri.MOTORE FORZUTO
Il quattro cilindri da 998 cc di evidente derivazione R1 ha alimentazione ad iniezione elettronica e valvola exup allo scarico. La cura Fazer lo ha ridimensionato di poco visto che Yamaha dichiara ben 150 cv a 11.000 giri con una coppia massima di 106 Nm a 8000 giri. 204 i kg a secco, per un interasse di 1460 mm che dovrebbe assicurare una bella stabilità alle alte velocità.Pubblicato da Stefano Cordara, 01/09/2005