I segreti per costruire un disco freno perfetto sono quattro: per scoprirli abbiamo intervistato Giuseppe Lisciani di Grimeca
MITO FIN DAGLI ANNI 70 Per molti motociclisti “diversamente giovani” è un vero mito, visto che firmava gli impianti frenanti di molte moto degli anni 70 e 80: oggi Grimeca di Ceregnano, in provincia di Rovigo, è un'azienda specializzata nella componentistica in alluminio per il settore motociclistico e forte di 60 anni di esperienza è fornitore ufficiale di componenti per le Case più importanti. Tra i suoi prodotti spiccano ancora, naturalmente, i dischi freno in acciaio per moto e scooter, distribuiti dalla ditta Bergamaschi di Bresso (Milano). Li abbiamo contattati per farci raccontare i segreti per costruire il disco freno perfetto e leggete un po' che cosa ci hanno raccontato...
IL PROBLEMA “Un disco freno deve anzitutto disperdere il calore che si genera per attrito in frenata senza deformarsi in modo permanente”, esordisce Giuseppe Lisciani dell'Engineering Department Grimeca. “Il rapporto tra superficie e volume della fascia frenante rende i dischi freno particolarmente sensibili alla dilatazione termica ed eventuali deformazioni, amplificate dall’elevata velocità di rotazione, possono respingere le pastiglie e i pistoncini delle pinze all’interno del corpo pinza, rendendo la frenata meno efficiente e meno efficace”.
LA SOLUZIONE Per poter ottenere prestazioni elevate occorre prestare la massima cura a quattro aspetti fondamentali: una progettazione dedicata; una qualità costante dei materiali impiegati; lavorazioni meccaniche precise al centesimo di millimetro e un controllo qualità capillare. In particolare, “il disco freno deve essere progettato in funzione dei parametri cinematici e dinamici del motociclo e dell’interfaccia con i restanti componenti dell’impianto frenante e dell’assieme ruota”, dice Lisciani.
PROGETTI DEDICATI Per questo i prodotti della gamma Grimeca sono suddivisi in due famiglie. La DR Line Original Performance replica i dischi di primo equipaggiamento in termini di design, prestazioni, materiali, processi produttivi e controllo qualità. La famiglia DS Line Special Performance, invece, punta su caratteristiche tecniche evolute per una frenata di qualità superiore: “Per esempio presenta una forma esclusiva degli alleggerimenti, che coniuga l’affidabilità del disco tondo con il mordente tipico dei dischi a profilo esterno variabile”, sottolinea Lisciani.
I MATERIALI Altro aspetto critico, si diceva, è la qualità dei materiali (acciai inossidabili per la fascia frenante e leghe leggere per i supporti dei dischi flottanti), che deve essere elevata, ripetibile e certificata. Non solo: anche i trattamenti termici e superficiali devono essere gestiti con processi affidabili e completamente monitorati, perché anche da essi dipende l'omogeneità dei prodotti e la loro coerenza con le caratteristiche di progetto.
MISURE E MATERIALI “Le tolleranze di lavorazione devono essere osservate scrupolosamente: l'errore di parallelismo tra le due facce della fascia frenante deve essere contenuto entro pochi centesimi di millimetro e la tolleranza di oscillazione (nota agli appassionati come sfarfallamento), deve essere inferiore ad un decimo di millimetro”, dice Lisciani. “Infine il controllo della qualità di tutta la filiera produttiva, a partire dalla verifica dei materiali approvvigionati fino all’ispezione finale del disco, deve rispettare le rigorose procedure approvate dai più importanti enti certificatori internazionali”.
I RISULTATI Tra le ultime novità che arricchiscono il portfolio di Grimeca, ci sono i dischi di design per moto custom e cafè racer di Ducati, Harley-Davidson e Triumph. Lo Spider Net, per esempio, ha un supporto centrale con un originale disegno a ragnatela, finitura nera e scritte color argento incise al laser. Il disco Fonico, invece, replica le finestrelle necessarie per il funzionamento dei sensori dell'ABS, così da integrare funzioni tecniche ed estetiche e ottenere, nel contempo, un risparmio di peso.
PER UNA FERNATA... DA CINEMA Il disco Wilson spinge l'acceleratore in direzione della personalizzazione, con un supporto in acciaio inossidabile che riprende le forme della famosa palla con cui dialogava Tom Hanks nel film Cast Away. Il tutto senza dimenticare caratteristiche tecniche di eccellenza, quali il peso di soli 1,8 kg - per contenere l'inerzia - e il sistema elastico a 10 nottolini, che rende il disco flottante sia radialmente sia assialmente. Gallettone è invece un disco fisso posteriore, che riprende il design a quattro punte dei gallettoni usati una volta per bloccare le ruote a raggi.
PER GLI SCOOTER Tra le ultime novità in ambito scooter, Grimeca ha sviluppato dischi aftermarket destinati ai modelli Yamaha T-Max 530, Kawasaki 300J e Kymco Downtown, Gran Dink, New Dink, Super Dink, K-XCTi e Yup. I nomi? Meno evocativi di quelli per le moto, va detto. Per Kymco e Kawasaki Grimeca propone il disco anteriore flottante DW 427 FTI, dalla pista frenante super alleggerita e dal supporto interno in colore nero (148,50 euro). Il DR 403 (71,90 euro) è invece il disco posteriore per la gamma Kymco e “offre performance non inferiori al componente di serie”, dice Grimeca.
SOLO PER IL TMAX Per il T-Max 530 il DR 435 è un disco posteriore intercambiabile con quello di serie, caratterizzato però da alleggerimenti di forma ovale che danno un tocco di originalità (129 euro). Il disco anteriore? Esisteva già: è quello che potete vedere nelle foto, in cui ne documentiamo l'installazione presso l'officina Nuova a.di.moto di via Brusuglio 79 a Milano, a cui vanno i nostri ringraziamenti.