2 giorni fa - Il successo delle moto 125 2T negli anni novanta
Le prestazioni esaltanti delle monocilindriche 2T come Cagiva Mito e Aprilia AF1 o RS e il loro impatto sui giovani motociclisti degli anni novanta
Le moto 125 degli anni '90, come la Cagiva Mito (qui, la Cagiva Mito SP 525 del 2007), l'Aprilia AF1 e RS 125, la Gilera SP01 125 e la Honda NSR 125 R, erano il sogno di ogni sedicenne appassionato di due ruote e un motore.
In quegli anni, le monocilindriche a due tempi offrivano prestazioni esaltanti, difficili da ritrovare nelle moderne 125 a quattro tempi. Veloci, leggere e scattanti, le moto 125 2T anni '90 rappresentavano un perfetto equilibrio tra tecnologia e adrenalina, con motori sofisticati, capaci di erogare potenze oggi non più avvicinabili da un 125 4T, per spingere queste leggere ottavo di litro a velocità elevatissime.
Il fascino di questi modelli non si è mai spento poiché le attuali 125 4T non riescono a trasmettere la stessa emozione, pur con un design audace e sportivo (guarda le nuove Aprilia RS e Tuono 125 4T). E purtroppo, vuoi per il deficit di prestazioni causato dalle normative antinquinamento sempre più severe, vuoi perché i ragazzi nel corso degli anni hanno mutato la loro sfera di interessi, le mitiche 125 2T anni '90 sportive o da enduro sono progressivamente sparite di scena.
Le moto 125 2T anni '90: Motociclismo prova la Cagiva Mito Lucky Explorer nel 1991
Moto 125 2T: esemplari da mettere in mostra
Invece, chi le ha possedute negli anni '90 le ricorda con nostalgia e gli esemplari rimasti sono custoditi gelosamente da collezionisti e proprietari, che le esibiscono con orgoglio nei raduni o le usano per un giro nel fine settimana.
Oggi restano pochi esempi di 125 moderne con motore 2T, chiusi in una nicchia di motard e fuoristrada targate, che non si avvicinano lontanamente ai numeri di vendite di quel tempo.
Tornando agli anni d’oro, la rivalità tra i marchi italiani e giapponesi era chiara, con sfide a suon di cavalli e velocità massime. Ma la competizione più accesa era fra i modelli di Cagiva e Aprilia con in testa la Mito 125 e la AF1 125 o la RS 125.
Le moto 125 2T anni '90: l'Aprilia AF1 125 Futura, sogno ''erotico'' dei sedicenni di allora
Motori sofisticati, con potenze nell’ordine dei 34/35 CV spingevano le leggere ottavo di litro a performance oggi impensabili. Ma le più conosciute moto 125 di quel periodo erano:
Le 125 2T non erano solo motociclette, erano un vero fenomeno culturale. Motociclismo, una delle riviste più autorevoli del settore, dedicava ampio spazio a test su strada, comparative e approfondimenti tecnici, al pari di altri periodici specializzati. E il banco dinamometrico del suo Centro Prove certificava le prestazioni del motore.
Invece, le prove strumentali alla Pista Pirelli di Vizzola Ticino, spesso teatro delle sfide fra marchi italiani e giapponesi, completavano con dati oggettivi le sensazioni dei giornalisti/piloti e spesso erano numeri da capogiro.
Le moto 125 2T anni '90: l'Aprilia AF1 Replica 125 alla Pista Pirelli di Vizzola Ticino nel 1991
Velocità nell’ordine dei 180 km/h erano alla portata dei modelli più performanti che, come al solito, si chiamavano Cagiva Mito 125 oppure Aprilia AF1 o RS 125.
L’interesse della TV per le moto 125 2T
Anche la televisione contribuì alla loro fama: il programma Grand Prix, trasmesso su Italia Uno domenica all’ora di pranzo, vedeva Nico Cereghini collaudare questi modelli e raccontarne le caratteristiche con la sua inconfondibile dialettica. Il suo motto ''Casco ben allacciato, luci accese anche di giorno, sempre!'' è rimasto nella memoria di molti motociclisti.
Oltre alla visibilità mediatica, le gare in pista contribuirono al successo delle 125 2T. Il CampionatoSport Production era il trampolino di lancio per giovani talenti come Valentino Rossi, Max Biaggi e Loris Capirossi.
Le moto 125 2T anni '90: la Honda NSR 125 R del 1989
Sviluppo e produzione costavano tanto
Le case motociclistiche investivano ingenti risorse nello sviluppo delle loro moto, sfruttando anche i suggerimenti dei reparti sperimentali e racing dell’azienda per migliorare le prestazioni su strada.
Le moto 125 2T anni '90: il monocilindrico Rotax con valvola allo scarico RAVE visto da dentro
Soluzioni all'avanguardia anche nella ciclistic con telai perimetrali in lega leggera, forcelle upside-down, forcelloni monobraccio ''a banana'', come dettava la moda racing del tempo, che portavano inevitabilmente a far lievitare il prezzo di listino dei modelli top spec. Un esemplare nuovo arrivava a costare 6/8 milioni di lire, circa 3.000/4.000 euro di oggi, cifre alla portata di pochi fortunati.
Le moto 2T anni '90: il forcellone ''a banana'' della Cagiva Mito per far passare meglio lo scarico
Le 125 2T più desiderate in assoluto
Fra i modelli più amati c’era la Cagiva Mito 125 Eddie Lawson, replica della Cagiva C589 del Campionato del Mondo 500 del 1989, con il numero 7 del campione americano e portacolori di Cagiva. Oppure la Aprilia AF1 Sintesi 125 Sport, che il 18 ottobre 1989 fu presentata alla stampa di settore sul circuito di Varano de Melegari (PR).
Le moto 125 2T anni '90: la Cagiva Mito Eddie Lawson Replica con il numero 7 del campione
Anche Gilera è stata fra le prime a credere in questo fortunato filone fin dal 1986, con modelli come la KZ 125, la KK 125 e la MX-1 125, a cui seguirono le SP 01 nel 1989 e SP 02 nel 1990, che riuscirono a inserirsi nella lotta con Cagiva e Aprilia, ma che pagavano dazio per un motore appena meno performante da circa 30 CV.
Le moto 125 2T anni '90: la Gilera KZ 125 in versione Endurance del 1987
Differenze quasi infinitesimali per i meno esperti, ma i costruttori si giocavano la supremazia a suon di decimi di cavallo, centesimi di secondo e singolo km/h.
Gilera tenta la carta della CX 125
Ma la casa di Arcore fu anche l’unica a osare con un modello fuori dagli schemi come la CX 125. Una moto dal design originale, realizzata in funzione dell’aerodinamica (da qui il nome), con una carenatura quasi del tutto sigillata e una avveneristica sospensione anteriore monobraccio. In quegli anni fu poco capita, oggi le quotazioni volano alle stelle.
Le moto 125 2T anni '90: l'aerodinamica Gilera 125 CX del 1991 fu una moto poco compresa
Honda NSR 125 F: la naked con telaio ALCAST
Honda, con la NSR 125 F, nel 1988 introdusse il telaio in alluminio ALCAST, realizzato dall’italiana Grimeca e aprì la strada al nuovo segmento di mercato delle naked. Poi arrivò anche la NSR 125 R carenata nel 1989. La casa dell’Ala fu tra le più vivaci nel settore, pagando però lo scotto di prestazioni che non erano del tutto a livello delle italiane.
Le moto 125 2T anni '90: la naked Honda NSR 125 F con telaio ALCAST del 1988
Yamaha e Suzuki si inserirono nel segmento con la TZR 125 e la RG 125 Gamma, ma non riuscirono a eguagliare il successo delle italiane a causa di prestazioni inferiori e un minore appeal generale.
Le moto 125 2T anni '90: la Yamaha TZR 125 R in un'immagine del 1991
Le enduro 125 2T erano altrettanto iconiche. Tra le preferite c'erano l’Aprilia Tuareg e la più specialistica Tuareg Rally, che si distinguevano per il grande serbatoio ispirato alla Parigi-Dakar e il motore dell'austriaca Rotax con valvola pneumatica allo scarico RAVE. Soprattutto la seconda era la più ambita dai giovani per le sue prestazioni al top. Arriva sul mercato nel 1985 e nel 1989 debutta la seconda generazione. Era la regina dell’arroganza, con i suoi 34, violenti, cavalli che regalavano sorrisi e impennate a ogni apertura del gas.
Le moto 125 2T anni '90: l'Aprilia Tuareg Rally debutta nel 1985
Si beveva bicchierate di olio lubrificante - preferibilmente Castrol TTS – perché era meglio tenerla un po’ grassa, altrimenti il rischio di grippare diventava serio.
Una moto per polsi esperti, la Tuareg Rally, ma ancora di più lo era la gemella RX, con serbatoio piccolo, più agile e svelta nei tortuosi sentieri italiani come sui fettucciati dei campionati nazionali.
Le moto 125 2T anni '90: un salto acrobatico con l'Aprilia RX 125 nel 1989
Con quella moto ha corso un mito dell'enduro anni '90 come Stefano Passeri , provate a googolare il suo nome e scoprite di cosa fosse capace in sella alla monocilindrica di Noale. Eravamo alla fine degli anni '80 e il fenomeno enduro cresceva di pari passo con quello delle sportive.
Anche Gilera e Cagiva credevano nel tassello
Gilera, con la RC 125 Rally del 1987 e la R1 125 del 1988, stava a meno di una spanna con un motore energico, bello pastoso e altrettanto arrogante, ma che lambiva appena i 30 CV e quindi un po' in deficit nei confronti delle prestazioni ''monstre'' di Aprilia.
Le moto 125 2T anni '90: la Gilera RC 125 Rally del 1987
Cagiva entrò nella nicchia delle enduro 125 2T prima con la K7 125 nel 1990 e poi con la W8 125 nel 1991, ma non ottenne lo stesso successo dei rivali italiani, forse perché il cuore degli adolescenti era rapito più da Aprilia e Gilera. Ma la casa varesina si riprendeva la rivincita con le race replica da strada.
Serviva la patente A
Dato l'enorme successo che il mercato riconosceva alle 125 2T, che si guidavano con la patente A e non con la patente B nonostante le elevatissime prestazioni, tanti altri costruttori più o meno grandi si buttarono nel business con alterne fortune. Per esempio, Benelli con la Jarno 125, Laverda con la Navarro 125, SVM con la Explorer 125, ma senza mai raggiungere i numeri dei più accreditati costruttori italiani e stranieri.
Le moto 125 2T anni '90: la Cagiva K7 in azione durante la prova del 1990
Alla fine degli anni '90, la stagione d'oro delle 125 2T giunse al termine. Nel 1998, una nuova normativa impone un limite di 11 kW per le 125, limitando drasticamente le prestazioni, giustificata dalla riduzione dell'inquinamento, ma più verosimilmente a causa delle prestazioni pericolose che quelle moto raggiungono su strade pubbliche in mano a sedicenni inesperti.
Le moto 125 2T anni '90: il telaio della Cagiva Mito in una immagine del 1991
Entrano in gioco i motori 4T
Questo segnò la graduale scomparsa delle sportive di piccola cilindrata così come erano state concepite fino ad allora. I motori 2T furono progressivamente sostituiti dai 4T, più ecologici e affidabili, ma più poveri di cavalli e avari di emozioni.
Le moto 125 2T anni '90: la Gilera SP 02 durante i test di Motociclismo nel 1990
Il mercato cambiò, i giovani iniziarono lentamente a guardare altrove, a favore di una crescente mobilità alternativa e il mito delle 125 2T si spegne. Ciononostante, l'era delle ottavo di litro a due tempi è stata, non solo in Italia, una delle più straordinarie in campo motociclistico e resterà impressa nella memoria di chi l'ha vissuta in prima persona.