Fiat e Bmw firmano una dichiarazione di intenti che porterà a una alleanza per lo scambio di piattaforme e componenti tra Alfa Romeo e Mini. Ma gli azionisti Fiat penalizzano ugualmente il titolo.
FIDANZAMENTOSiamo ancora alle dichiarazioni di intenti, ma il possibile accordo tra Gruppo Fiat e Bmw ha colpito l'immaginazione degli addetti ai lavori che hanno già disegnato prestigiosi futuri possibili per entrambi i Gruppi. Tecnicamente si chiama "memorandum d'intesa", più che una semplice dichiarazione di intenti, quasi un fidanzamento, ma tutto è rinviato a contatti futuri dove mettere a punto i dettagli della possibile intesa prima di firmare l'eventuale accordo.
SCAMBIO ALLA PARI Nella sostanza, e se tutto dovesse andare a buon fine, Fiat Group Automobiles (FGA) e BMW Group si scambierebbero componenti e piattaforme per i futuri modelli di Alfa Romeo e Mini. Forse si scambieranno anche motori, ma qui siamo nel campo delle chiacchiere di corridoio. Più certo invece l'impegno Bmw di dare un punto di appoggio allo sbarco Alfa Romeo in Usa attraverso contributi alla produzione negli stabilimenti statunitensi Bmw, e alla distribuzione, utilizzando la rete commerciale americana della Mini. Se ne saprà di più a fine anno, quando saranno divulgati i risultati dei colloqui.
ACCORDO ANTICRISI Chi non ha fatto un plissé sono stati gli azionisti Fiat, che ancora ieri, nonostante l'annuncio del memorandum d'intesa, hanno venduto i propri titoli facendo calare la quotazione del 4,5%, portandola a valori dimezzati rispetto ai massimi del 2007. Un paradosso che alcuni osservatori legano al cinismo degli investitori, perplessi, per usare un eufemismo, sull'andamento del mercato dell'auto, soffocato dall'aumento vertiginoso del costo delle materie prime (l'acciaio è raddoppiato in meno di un anno), dal prezzo impazzito dei carburanti e dalla crisi economica che lascia poco margine per investimenti importanti come quello dell'acquisto di un'auto nuova. Il mercato del resto non aiutae anche se Sergio Marchionne conferma i piani di crescita per il 2008, il calo delle immatricolazioni (-19,7% in giugno) è un segnale che allontana ulteriormente gli investitori. Che abbiano ragione loro?