Negli anni '20 e '30 era sport motoristico popolare. Si attaccavano due (o più) moto a una botte di vino su ruote. E si correva...
UN VIAGGIO NEL TEMPOVoi, cultori del motorsport e appassionati del motociclismo fin dalle sue origini. Pensavate di sapere ogni cosa sulla nobile arte? Forse vi siete sbagliati. Si, perché a tutto potevamo pensare tranne che alle corse nei carri con le bighe motorizzate. Ok, facciamo un passo indietro, o meglio, più di un passo perché dobbiamo tornare agli anni ’20 e ’30 con una macchina del tempo virtuale. In quel periodo storico tanto lontano, il motociclismo era poco più che agli albori, ma la fantasia e l’ardimento dei praticanti erano forse più vivaci di adesso.
Bighe Motorizzate: nel 1938 ne parlavano anche i giornali
LE BIGHE MOTORIZZATEEcco, allora, che fra le differenti specialità delle gare motoristiche su due ruote compariva questa originale competizione per bighe a motore, molto popolare. Le immagini un po’ sbiadite parlano chiaro e ci riportano romanticamente a quei tempi per assaporare il gusto dolce di un motociclismo senza i filtri dei media e del marketing. Puro piacere di sfidare sé stessi e rivali in un duello che era poco più di un gioco per il puro divertimento di tutti, partecipanti e pubblico. Le foto mostrano concorrenti di tutto il mondo, dall’Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti e anche Europa, alla guida di carri trainati da motocicletteal posto di cavalli, come avveniva in epoca romana. Vi ricordate le gare di bighe al Circo Massimo? Quelle rese famose anche da un film epico come Ben Hur del 1959, che vinse la bellezza di undici premi Oscar?
Bighe motorizzate Chariot Racing: si correva nelle botti trainate da moto
COME AI TEMPI DELL’ANTICA ROMAEcco, esattamente le stesse… Secondo la rivista Popular Mechanics, che ha presentato questa bella storia d’altri tempi, i carri erano realizzati con botti di vino alle quali erano attaccate ruote di automobili, mentre i conducenti a bordo della biga o ''Charioteers'' (come erano soprannominati), indossavano costumi ispirati all'epoca dell’Impero Romano e si affidavano a un collega in sella per guidare la moto durante la gara.
MA COME SI GUIDAVANO?Man mano che questa specialità si evolveva, il numero di motociclette attaccate al carro aumentava, inoltre venivano guidate dallo stesso ''auriga'' invece che da un pilota. Il che rendeva ancora più complicata la gestione della “carrozza” poiché per controllarla si usavano solo un paio di redini, apparentemente di cuoio.Uno dei metodi per guidare poteva essere quello di collegare freni e acceleratore di ogni singola motocicletta, consentendo al pilota di guidare il carro controllando entrambe le moto a ogni andatura. Alcuni cavalieri mostravano anche grande audacia nella guida, come si può vedere dalle immagini in cui i piloti stanno guidando la bellezza di tre e, addirittura, quattro motociclette attaccate al carro.
Bighe motorizzate Chariot Racing: molto popolari, all'epoca...
QUALCUNO CI PROVA ANCORAE torniamo ai giorni nostri, la macchina del tempo di cui sopra ci riporta al 21° secolo, dove non possiamo che prendere atto di come oggi resti ben poco di questa specialità, anche se ci sono ancora alcuni appassionati di corse motociclistiche… alternative che stanno cercando di mantenerlo in vita: guardate il video a questo link.Siamo certi che il desiderio di sfidarsi in nuove competizioni sia molto elevato, ma voi vedreste un novello Valentino Rossi o un arrembante Marc Marquez gettarsi a capofitto su una biga trainata da una o due supersportive da 200 CV e oltre?