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Da Narvik, ad avere tempo, sarebbe interessante e consigliata una gita alle isole Lofoten, ma si continua, ancora un tappone per avvicinarci alla meta: 720 chilometri verso Honningsvag, la cittadina più vicina a Nordkapp, dove faremo base per la notte.
Tagliamo verso l'interno, facciamo la strada più diretta ma ci avviciniamo comunque alla costa, sempre più intagliata dai fiordi.
L'ultima parte è tutta sulla costa, una costa diritta, surreale nelle luci e immobile nel paesaggio e, da Honningsvag, trenta chilometri ci dividono dal mappamondo scheletrico, simbolo di Caponord, seguendo una strada tutta curve con il sole in faccia, antipasto del sole di Mezzanotte.
Un sole di fuoco, che scende lentamente verso l'acqua in un tramonto che sembra non finire mai. E in effetti non finisce mai, poiché il sole non sparisce mai sotto l'orizzonte. Foto di rito, dal furgone dell'assistenza esce la bottiglia per il brindisi e una cassa di Sangiovese per continuare i festeggiamenti in attesa della mezzanotte. La luce è magica e scendendo verso Honnisvag il paesaggio è irreale, e non a causa del Sangiovese. Ognuno scende piano, con i propri ritmi per non perdere un lumen di questa luce magica, che supera la percezione dei coni e bastoncelli ed entra in profondità, lasciando il segno. È questa la meta dei motociclisti.
Una parte di viaggio, la prima, di espiazione, di fioretto, di fatica senza essere ricompensati da nulla. Poi una parte svuotacervello, ammirati dai fiordi o rapiti dalla serie di curve. Quindi la meta finale: ci si arriva dopo le prime due fasi, lavate le scorie cittadine e del quotidiano, pronti a ricevere i benefici effetti di questa luce magica. Sono un po' lirico, non è il mio stile e me ne rendo conto, ma provare per credere.